Il sol dell’avvenire, Moretti: «per capire come sto bisogna vedere i miei film»

Nanni Moretti ha presentato a Roma il suo nuovo film in uscita il 20 aprile e in concorso a Cannes a maggio

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Nanni Moretti, Il sol dell'avvenire

Per capire come sta Nanni, bisogna vedere i suoi film”, ammette Moretti di se stesso in conferenza stampa alla presentazione del suo nuovo film, Il sol dell’avvenire, in uscita il 20 aprile con 01 Distribution e a maggio in concorso al 76° Festival di Cannes. Il film, interpretato dal regista con Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova e Mathieu Amalric, uscirà in Italia in 500 sale già prima della kermesse e molte sono previste anche per l’uscita francese a fine giugno.

Nanni Moretti, a giudicare da questo suo film, pare stare molto bene. Dei suoi film il regista dice che sono tutti personali, anzi, sono tutti “i più personali”. Ma in questo Moretti offre un vero e proprio trittico della sua personalità.

Lui interpreta Giovanni, regista al lavoro su un film ambientato nel 1956 in cui Silvio Orlando è direttore de l’Unità e capo sezione del PC nel quartiere del Quarticciolo a Roma, affiancato da Barbara Bobulova nei panni di Vera, compagna di partito. Margherita Buy è Paola, moglie di Giovanni e produttrice dei suoi film. Mentre le riprese del film procedono, il regista è messo sotto pressione da diverse vicissitudini produttive e personali che lo portano ad immaginare un altro film a cui gli piacerebbe lavorare: la storia di una coppia il cui amore dura nel tempo sul sottofondo di una colonna sonora di canzoni che sottolineano il passaggio degli anni.

Barbara Bobulova e Silvio Orlando, Il sol dell’avvenire

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Ci sono ne Il sol dell’avvenire tre film in uno, tre linguaggi, tre epoche e Moretti commenta: “Volevo raccontare tutto questo, sapendo che stilisticamente avrei girato in maniera diversa ciascuna delle parti, comprese le canzoni. È un film nel film, ma diverso da Mia madre, per cui scrivemmo la sceneggiatura e poi pensammo le scene del film nel film. Alcuni anni fa, mentre lavoravamo a Tre piani, con Federica Pontremoli e Valia Santella, cercammo di scrivere un film ambientato nel ’56, però non ne eravamo soddisfatti. Dopo Tre piani abbiamo deciso di tenere quell’ambientazione d’epoca, ma volevo raccontare anche la vita del regista stesso intorno”.

La prima stesura di questo film era già pronta a giugno 2021, ma, nonostante gli incredibili riferimenti al recente passato successivo a all’epoca della scrittura, come lo scoppio della guerra in Ucraina (iniziata il 24 febbraio del 2022), poco, quasi nulla è cambiato nella sceneggiatura, pur restando un film incredibilmente attuale.

Si può dire che ne Il sol dell’avvenire il cinema sia coprotagonista del film. Il suo stato, il suo senso sono al centro di diverse scene, mentre la riflessione del regista sulla settima arte, specie ai giorni nostri, non smette. In conferenza stampa Moretti, rivolgendosi direttamente alla platea di giornalisti, spiega: “Sapete quanto ormai tante opere d’autore e d’essai che un tempo venivano preparate bene, coccolate, uscivano al momento giusto, con l’attenzione dovuta, ora invece tanti film vengono gettati allo sbaraglio, il pubblico non capisce di cosa si sta parlando e che tipo di film siano. Tanti titoli sono buttati allo sbaraglio un po’ a casaccio e questa è una cosa non bella. Il cinema italiano è vivo, ma il discorso è sempre quello: è privo di una cura, di una attenzione intorno. Mentre a volte il pubblico dà delle sorprese piacevoli”.

In merito alle sue aspettative su Cannes, Moretti rivela semplicemente: “È bello quando c’è una platea che ride e si commuove, ancora più bello quando questa è enorme come al Palazzo del Cinema di Cannes”.

Per quanto gli riguarda, rispetto all’attuale crisi del cinema, Moretti aggiunge: “Io ho sempre reagito andando contro le tendenze. Producevo film italiani quando a metà degli anni ’80 c’era una falsa tendenza esterofila, che però non piaceva a nessuno. Ho aperto il Nuovo Sacher mentre l’avvento delle video cassette aveva decretato la chiusura di molte sale e ho cominciato un festival dedicato alle opere prime, Bimbi Belli, quando nessuno si filava i registi esordienti. Anche ora, in questo momento di difficoltà del cinema, ho fatto finta di niente e ho continuato a pensare, scrivere, girare, montare film per gli spettatori in sala”.

Nanni Moretti e Margherita Buy, Il sol dell’avvenire

E sulle piattaforme, tema che pure ne Il sol dell’avvenire trova il suo piccolo spazio, aggiunge: “Cerco sempre di non preoccuparmi troppo di quello che succede intorno. Le piattaforme vanno bene per le serie. I film si devono fare per il cinema

Infine, a proposito della singolare parata finale, che chiude il film in una direzione ancora più metacinematografica e ha il sapore della conclusione anche di un’epoca per il regista stesso, Moretti scherza: “Forse saluto questa primissima fase della mia carriera a cui ne seguirà un’altra di una cinquantina d’anni e magari anche una terza”.