Kevin Spacey, il suo ritorno alla recitazione apre il dibattito. Uno degli accusatori: “È scandaloso”

Tra consensi e dissensi, il ritorno di Spacey accende una nuova discussione: le carriere abissate di altri uomini di Hollywood - accusati ma non condannati - possono ancora prendere una giusta piega?

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Dopo circa quattro anni di assenza dal piccolo e grande schermo in seguito alle molteplici accuse di cattiva condotta sessuale, Kevin Spacey si riaffaccia su un set cinematografico. L’attore reciterà nel nuovo film diretto da Franco Nero, “L’uomo che disegnò Dio”, nel ruolo di un detective chiamato a difendere un uomo ingiustamente sospettato di abusi sui minori.

Come auspicabile, la notizia è risultata subito altisonante e ha aperto svariate pagine di discussione. Festeggiano i fan di Spacey (in maggioranza), che da sempre hanno espresso dissensi sull’ostracismo inflittogli in base ad accuse che non hanno, almeno finora, trovato alcun riscontro giuridico. D’altro canto la ‘parte lesa’ non ha accolto di buon occhio il suo ritorno alla recitazione, commentando la scelta come ‘arrogante’ e ‘irresponsabile’. Tra questi, si è espresso l’attore Mark Ebenhoch, uno dei vari uomini che hanno accusato Spacey di aver mosso richieste sessuali sul set negli anni ’90.

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In un commento riportato a TMZ, Ebenhoch ha descritto come ‘assurdo’ il casting di Spacey, anche in virtù del fatto che il film tratti lo stesso argomento. Ebenhoch dice che sta ancora aspettando che Spacey si scusi pubblicamente e si assuma la piena responsabilità per la sua cattiva condotta, sperando che i produttori si siano assicurati che abbia effettivamente cambiato strada.

Hollywood verso la cultura dell’annullamento?

Il ritorno di Spacey apre un nuovo punto di discussione nell’intricata pagina dei casi di uomini di Hollywood – accusati ma non condannati per cattiva condotta – che hanno visto la propria carriera sgretolarsi in un batter d’occhio. Potrebbe essere questo il caso apripista verso una “cultura d’annullamento”? Ovvero un fenomeno per cui uomini (e donne) allontanati dal mondo dello spettacolo a causa di una campagna #MeToo, ma senza una condanna penale effettiva, possano tornare alla ribalta, testando le reazioni e gli effetti che ciò comporterebbe?

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Di casi di ‘allontanamento a metà’ ce ne sono molti, da quelli più massicci di Roman PolanskiWoody Allen, a quelli più ammortizzati di Mel Gibson (reo di linguaggio omofobico, razzista e antisemita) e Liam Neeson (che nel 2019 dichiarava di voler andare a picchiare qualsiasi uomo nero incontrasse per strada) fino all’esempio del comico Aziz Ansari accusato di cattiva condotta sessuale nel 2018, che è riuscito a rimettere in moto la sua carriera di standup ottenendo anche uno speciale su Netflix in cui si dichiarava pentito. Staremo a vedere in che misura il caso Spacey apporterà cambiamenti da questo punto di vista. Nel frattempo, artisticamente parlando, Hollywood riabbraccia un grande talento.

Fonte: The Guardian