Le Déluge, «sonorità contemporanee e un pensiero musicale classico»: il compositore Fabio Massimo Capogrosso parla delle musiche del film

Dal 21 novembre al cinema e sulle maggiori piattaforme musicali on line

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Le Déluge Fabio Massimo Capogrosso musiche
Mélanie Laurent, Le Déluge

Un gusto quasi pittorico nel ritrarre la fine di un’epoca in Le Déluge si lascia accompagnare da una colonna sonora penetrante che riesce a sottolineare tutto il fascino e l’inquietudine di un momento storico cruciale e poco narrato. Fabio Massimo Capogrosso, tra i più apprezzati autori contemporanei di musica classica e colonne sonore per il cinema d’autore, è compositore dei brani originali del film diretto da Gianluca Jodice che ha aperto lo scorso Locarno Film Festival, interpretato da Mélanie Laurent nei panni di Maria Antonietta e Guillaume Canet in quelli di re Luigi XVI e al cinema dal 21 novembre con BIM Distribuzione.

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Già compositore delle apprezzate colonne sonore di Esterno Notte, Rapito, Il tempo che ci vuole e Vangelo secondo Maria, Fabio Massimo Capogrosso ha realizzato le musiche di Le Déluge mischiando la complessità del suo linguaggio musicale, potente e raffinato, con un gusto molto contemporaneo. “Non volevamo musiche ‘classiche’, cioè d’epoca – ha detto il regista e sceneggiatore Gianluca Jodice con cui Capogrosso ha lavorato a stretto contatto per la composizione delle musiche del film – Volevamo una firma più contemporanea, radicale, rischiosa. Ogni film storico racconta più l’epoca in cui è girato che l’epoca che mette in scena e noi volevamo essere all’altezza di questa consapevolezza”.

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In Le Déluge si mischiano atmosfere d’epoca con sottili ma profonde emozioni umane trasversali ad ogni momento storico. Intervistato da Ciak Fabio Massimo Capogrosso racconta come ha scelto il tipo di musicalità che avrebbero dovuto avere le musiche di Le Déluge e in che modo è riuscito a sottolineare il contenuto di ogni scena.

Fabio Massimo Capogrosso
Fabio Massimo Capogrosso

Con Gianluca abbiamo lavorato molto sulle musiche  di Le Déluge. È stato un percorso di ricerca intenso e profondo iniziato sin dalle prime stesure della sceneggiatura. Se inizialmente l’ambientazione storica e la forma tripartita del film sembravano suggerire l’uso di una scrittura sinfonica ci siamo accorti poi che questo avrebbe forse penalizzato il significato più profondo e metafisico del film. Abbiamo lavorato quindi su sonorità estremamente contemporanee pur mantenendo un pensiero musicale che richiamasse il periodo classico. A successioni armoniche tipicamente tonali si alternano brani decisamente dissonanti e a sonorità orchestrali si alterna l’uso dell’elettronica. È stato molto importante per me iniziare a dialogare con Gianluca molto tempo prima dell’inizio delle riprese; amo scrivere sulla drammaturgia piuttosto che sull’immagine e l’avere un dialogo costante anche in fase embrionale è stato importante per poi maturare il risultato finale dell’ opera

La realizzazione di colonne sonore d’autore come sono le sue comporta un grande lavoro sia al livello di inventiva che sul piano tecnico. Quali sono state le maggiori difficoltà che ha incontrato? Quali invece le soddisfazioni che questo lavoro le ha regalato?

Il lavoro di ricerca artistica passa sempre attraverso il superamento di difficoltà di vario genere.  La maggior soddisfazione sta proprio in questo: scrivere un brano – che sia sinfonico, per cinema, per teatro, da camera – ti porta sempre a scontrarti con dei lati del tuo inconscio; è un lavoro di ricerca complesso e, per certi versi, molto travagliato. La vera soddisfazione sta proprio nel saper superare queste difficoltà e affrontare la paura che il pentagramma bianco ti incute. Vedere le proprie idee prendere vita, a volte anche in maniera quasi incontrollata. Poter portare queste idee al cospetto di grandi orchestre e grandi musicisti. Poter trarre ispirazioni dalle parole di artisti come Bellocchio, Jodice o dalle interpretazioni di attori come Fabrizio Gifuni, Melanie Laurent, ecc.. è qualcosa di veramente impagabile

Parallelamente ad una brillante e importante carriera come compositore di musica colta, Le Déluge arriva dopo un grande lavoro fatto con il regista Marco Bellocchio per le musiche di Esterno Notte e Rapito, entrambi, in un certo senso, film in costume, come anche Vangelo secondo Maria di Paolo Zucca e dopo l’esperienza del toccante Il tempo che ci vuole di Francesca Comencini. Se dovesse tracciare un bilancio di queste intense e importanti esperienze come lo riassumerebbe?

Il bilancio è di grande felicità e soddisfazione. È un percorso che comporta enormi sacrifici e uno stile di vita faticoso e molto rigoroso. Provo però un sentimento di infinita gratitudine per aver avuto la possibilità di lavorare su opere così potenti e profonde come Rapito, Esterno notte, Le Déluge. E porto nel cuore il lavoro fatto con Francesca Comencini per Il Tempo che ci vuole perché è un film che mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti della mia vita privata che l’attività di compositore porta, purtroppo, a trascurare

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In quali altri titoli ascolteremo le sue musiche prossimamente?

Ho terminato le musiche del film Breve storia d’amore di Ludovica Rampoldi e quelle per la serie Stucky di Valerio Attanasio, due lavori musicalmente molto diversi ma di cui sono assolutamente soddisfatto e sto ora lavorando alla partitura per il film d’esordio del grande regista lirico Damiano Michieletto, Primavera. Diversi progetti poi per quanto riguarda la musica da concerto

LE DÉLUGE | LA CLIP E LA MUSICA

La colonna sonora di Le Déluge, eseguita dalla Czech National Symphony Orchestra diretta da Vladimir Martinka e pubblicata da Plaza Mayor Company, è disponibile in concomitanza con l’uscita del film nelle sale italiane giovedì 21 novembre sulle maggiori piattaforme musicali on line – Spotify, iTunes, deezer, amazon music, TIDAL, soundcloud, YouTube, qobuz.

Ascolta qui l’album: Le Déluge – The Flood (Orignal Motion Picture Soundtrack)