Lift visto da Stefano Skalkotos e Martina Avogadri, gli italiani di F. Gary Gray

Ci sono anche loro nel nuovo Heist Movie di Netflix

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Lift

Dal 12 gennaio il suo nuovo film è su Netflix, per chi volesse avere la conferma delle capacità di F. Gary Gray nel maneggiare un genere tra i più amati, e non solo dal pubblico di cinema e piattaforme. Heist Movie e action insieme, nel suo Lift (qui il trailer) sono molti gli spunti che potrebbero consigliarne la visione, dalla presenza del ‘sopravvissuto’ Kevin Hart a capo del ricco cast completato da Gugu Mbatha-Raw, Vincent D’Onofrio, Jean Reno e Sam Worthington, alle tante incredibili location nelle quali ci accompagnano, fino alla presenza degli italiani Stefano Skalkotos e Martina Avogadri in due ruoli opposti dei quali proprio loro ci parlano, raccontando l’esperienza vissuta sul set del regista di Fast & Furious 8 Men in Black: International.

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I due sono, rispettivamente, il carabiniere italiano responsabile della tutela dei beni culturali che vediamo a Venezia accanto alla Abby di Gugu Mbatha-Raw nel prologo di una caccia al ladro, ma che scopriremo determinante in una importante scena del film, e la leader del gruppo internazionale di hackers Leviathan che entra in scena nella seconda parte della vicenda, quando ‘il gioco si fa duro’ e i nodi (e il bottino) vengono al pettine.

Stefano Stalkotos in LIft
Stefano Stalkotos in LIft

La storia di Lift ci racconta d’altronde quella che potrebbe essere la rapina del secolo, ma non solo. Quella che cercano di mettere in atto i componenti della banda di esperti fuorilegge guidata da Cyrus Whitaker (Hart), sottraendo cinquecento milioni di dollari in oro al passeggero di un aereo mentre è in volo a dodicimila metri da terra.

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Un’esperienza “impegnativa“, come la descrive Skalkotos, che ha passato “sul set circa un mese tra Venezia, Trieste, Belfast e Londra negli Studios” e che di recente abbiamo visto come Giorgio Mondadori nel docufilm Arnoldo Mondadori – i libri per cambiare il mondo di Francesco Miccichè, “che mi ha regalato l’esperienza di girare con Michele Placido e Flavio Parenti“, ma anche in Permette? Alberto Sordi di Luca Manfredi, dove era il grande Corrado o in Love in the Villa di Mark Steven Johnson, “la mia prima esperienza internazionale, dove ero un buffo capo della polizia di Verona“.

Martina Avogadri in Lift
Martina Avogadri in Lift

Esperienze analoghe a quelle di Martina Avogadri, da tempo impegnata su grandi set e film indipendenti, cortometraggi e blockbuster hollywoodiani. “Molti dei set che ho frequentato sono set internazionali – sottolinea. – Lift, la serie Netflix The Diplomat, girata a Londra, dove vivo, e la Emergency Exit girata a Riga per due mesi, ma sono stata in Italia recentemente, per il lungometraggio di debutto della mia compagnia di produzione“.

Stefano Skalkotos e Martina Avogadri parlano di Lift:

 

E che esperienza è stata invece quella vissuta stavolta?
SS: Un’esperienza travolgente, sia per tipologia di Film – In Italia non capita tutti i giorni di girare un Action – sia per quello che mi è successo mentre prendevo parte alla pellicola nelle sue fasi iniziali a Venezia. Gary mi ha regalato una grande opportunità, ma mi ha  anche passato la sua curiosità e il piacere della scoperta.
MA: Mi ha confermato che i “grandi”, i veri esperti, hanno a cuore la storia e non il proprio ego. F. Gary Gray è un timoniere eccezionale, lavora con tutti gli attori allo stesso modo e mi ha fatto sentire guidata e insieme libera di creare. Spero davvero di poter essere diretta ancora da lui, in futuro! Gary, se mi leggi…

Stefano Stalkotos in LIft
Gugu Mbatha-Raw e Stefano Stalkotos in LIft

A conferma che non esistono piccoli ruoli, che valore ha quello interpretato in Lift?
SS: Assolutamente esistono solo piccoli attori che rifiutano a prescindere certi ruoli. Se lo avessi fatto, non avrei preso parte a questa grande avventura e non avrei conosciuto Gary, che ha voluto sviluppare il personaggio di Stefano fino a farne un “supporting role” di splendidi protagonisti come Gugu Mbatha-Raw e Sam Worthington, con i quali ho interagito di più. Una volta sul set mi ha detto “change your career now”, non so se avesse ragione, ma credo che Oltreoceano ci sia maggiore attenzione al merito.
MA: Il lavoro e la preparazione di un attore non possono basarsi sul numero di battute, il nostro compito è “abitare” un altro essere umano, il personaggio, e come tale il lavoro di costruzione del ruolo non cambia. Poi, personalmente, per me è stata la prima volta che ero letteralmente circondata da star hollywoodiane come Kevin Hart, Gugu Mbatha-Raw, Sam Worthington e Billy Magnussen o un attore come Jean Reno. Con i quali mi sono sentita estremamente a mio agio, per nulla intimorita. Questa esperienza è stata un regalo e spero che questo possa essere un passo verso la prossima fase della mia carriera. Io sono pronta.

 

Martina Avogadri in Lift

Dopo aver condiviso tanto, con tante star, cosa portare con voi a livello personale?
SS: Tanti bellissimi momenti. Gugu è un’attrice raffinata e di grade potenza, nelle pause parlavamo di teatro, Kevin Hart è stato una specie di ‘capocomico’ dall’energia incredibile, un vero trascinatore, e il mio amico Sam [Worthington] – mi permetto di usare questo termine perché ho lavorato più con lui – dal quale ho imparato tantissimo e che ho scoperto essere una persona di grande umiltà e generosità. Forse è già noto, non lo so, ma lui fino a vent’anni faceva il muratore. E poi Jean Reno – del quale vi racconterà Martina – che è stato un regalo vedere lavorare, così come ascoltarlo parlare di Luc Besson durante le pause dal set a Londra. Quanto al resto, non scorderò mai la ripresa della scena in elicottero. Alla fine del quarto giorno di riprese triestine, non sapevo ancora cosa ci fosse il giorno dopo e chiesi a un assistente di regia, che come a prepararmi una sorpresa mi disse solo: “are you ready for the helicopter scene?” La mattina dopo, prestissimo, ero sull’elicottero con Sam, il direttore della fotografia Bernard, il fonico e il regista, che si informava se fosse la mia prima volta. “Eh si, Gary”, gli dissi e lui, che forse si era già preparato, mise le mani in tasca per tirare fuori un pacchetto di fazzoletti mentre mi diceva: “Allora probabilmente avrai bisogno di questi, ma dopo aver girato… AAAAACTION!”. E siamo partiti! Diciamo che dopo quella prova, ora prendere l’aereo è come bere un bicchier d’acqua!
MA: È stata una bellissima sorpresa stare con Kevin Hart, Gugu Mbatha-Raw e Jean Reno,  con i quali mi sono ritrovata più a stretto contatto, hanno la grazia dei “grandi” e come il regista Gary Gray sono estremamente disponibili e alla mano. Per esempio, sapevo che Kevin sarebbe tornato a Londra qualche mese dopo il film, per il suo tour di stand up comedy. Io vivo a Londra e amo il lavoro di Kevin, quindi ovviamente avevo in programma di andare a vedere lo spettacolo. Quando l’ho salutato, alla fine delle riprese, gli ho accennato che sarei andata a vederlo qualche mese più tardi e lui ha subito chiesto al suo ufficio di mandarmi i biglietti e di prendersi cura di tutto. E così è stato. È davvero un artista estremamente generoso, oltre che un lavoratore instancabile, e credo questo sia evidente in tutto quello che fa.