M3gan 2.0, la recensione di un sequel al raddoppio

Dopo balletti e omicidi, torna la bambola del primo film... e non è sola!

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M3gan 2.0

L’apparizione in scena di M3gan nel 2022 ebbe una certa risonanza (da anni nessun horror vietato ai minori di 13 anni esordiva con più di 30 milioni di dollari negli Stati Uniti), ed eccoci qui ad assistere al ritorno di quella che sarebbe riduttivo definire ‘bambola assassina’. La star di quel film torna oggi in M3gan 2.0, diretto ancora da Gerard Johnstone, interpretata da Amie Donald e accompagnata sullo schermo da Allison Williams e Violet McGraw (oltre alla Ivanna Sakhno di Ahsoka e Pacific Rim: La Rivolta come principale villain) e il gioco si fa se non più duro, più delirante. D’altronde con la Blumhouse di Jason Blum e la Atomic Monster di James Wan alle spalle, l’obiettivo non poteva che rendere pop – e umanizzare? – anche l’intelligenza artificiale.

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IL FATTO

Sono passati due anni da quando M3gan, un prodigio dell’intelligenza artificiale, si è ribellata scatenando una serie di omicidi ed è stata distrutta. Nel frattempo, la sua creatrice, Gemma (Williams), è diventata un’autrice di successo e una figura di spicco nella battaglia per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale, mentre sua nipote Cady (McGraw), ormai quattordicenne, disobbedisce sempre di più alle rigide regole di Gemma. Quello che entrambe ignorano è che la tecnologia di M3gan è stata rubata e sfruttata da una potente azienda della difesa per creare Amelia (Sakhno), un’arma d’infiltrazione letale e intelligente. Ma, man mano che Amelia sviluppa autoconsapevolezza, diventa sempre meno disposta a eseguire ordini, e sempre meno incline a tollerare la presenza degli esseri umani. Con il destino dell’umanità in bilico, Gemma capisce che l’unica speranza è riportare in vita M3gan (Donald), migliorandola con nuovi aggiornamenti per renderla più veloce, più forte e ancora più letale. Ma quando le loro strade si incrociano, la ‘bambola’ si troverà ad affrontare una degna rivale.

M3gan 2.0

L’OPINIONE

Se il primo film vi aveva spiazzato e intrattenuto, o anche se lo avevate trovato prevedibile nella sua appartenenza al sotto-genere horror dedicato alle bambole assassine, il sequel del M3gan del 2022 potrebbe persino entusiasmarvi, chissà! Apparentemente poco interessati a ogni tipo di equilibrio, in questa occasione la premiata ditta formata da Gerard Johnstone e Akela Cooper (già sceneggiatrice di Malignant) sembra divertirsi a sbandare continuamente dallo spy alla farsa, dal dramma politico a quello familiare, sostanzialmente rilanciando quanto fatto in precedenza.

Una operazione forse non convincente completamente – e che molti detesteranno – ma sicuramente originale e coraggiosa, a suo modo. Forse un passo, se non in avanti, su una strada diversa Per Blumhouse e James Wan, eccessivi ed esagerati come la coerenza con il proprio DNA richiederebbe (al punto da far rivalutare il precedente, a confronto di questo diventato un piccolo classico), ma pronti a tutto per cercare il mash-up definitivo, la sorpresa a tutti i costi.

Certo, questa mission non riesce a risparmiarci il carico di retorica che fa sfoggio di sé nel corso delle due ore di film (due ore!?), i troppi luoghi comuni, per esempio sulla pericolosità della tecnologia e della AI o sulla necessità del controllo, qualche pennellata di sessismo e un pizzico di moralismo. Un fardello dal quale non ci salva nemmeno la suddetta deriva, folle, farsesca, forse un tentativo di umanizzare queste moderne e letali marionette, anche se forse canzoncine e tentativi di renderla spiritosa non sono il modo giusto. Ma è un tono che si affaccia a più riprese, nella caratterizzazione di diversi personaggi (tali da ricordare un Austin Powers o un Chevy Chase redivivi), e che forse sarebbe stato meglio limitare al costante immancabile citazionismo (anche quello esagerato), con l’omaggio a Steven Seagal e i riferimenti più o meno espliciti a Famiglia Addams, Metropolis, Supercar e Uomo Bicentenario

A meno che questa sorta di possibile prequel di Terminator non sia un nuovo stadio del genere, e non tocchi a noi essere in grado di comprenderlo o ad aver bisogno di un upgrade. Resta interessante, comunque, la presenza di una certa linea narrativa sottesa a tutto e che suggerisce come anche certi approcci sentimentali ed empatici di tutta questa genia di cyborg vadano riletti secondo un principio di funzionalità (ma chi traffica con chatGPT e simili già ne sa molto). 

 

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Il primo M3gan, ovviamente, per avere più chiari i rapporti tra i protagonisti e il pregresso già sviluppato, ma anche l’adrenalinico e interessante Morgan, film d’esordio di Luke Scott (figlio di Ridley) incentrato sul nuovo modello di una serie di esseri viventi ibridi umani, progettati e creati artificialmente in laboratorio con parametri militari. In caso preferiste una serie tv, nella quale il tema viene arricchito da traumi familiari vari, la tedesca Cassandra su Netflix potrebbe conquistarvi.

 

M3gan 2.0

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
m3gan-2-0-la-recensione-di-un-sequel-al-raddoppioId., 2025. Regia: Gerard Johnstone. Con: Allison Williams, Violet McGraw, Amie Donald, Brian Jordan Alvarez, Jen Van Epps, Ivanna Sakhno, Aristotle Athari, Timm Sharp, Jemaine Clement. Distribuzione: Universal Pictures. Durata: 2h. Uscita: 26 giugno 2025