“Un’esperienza potente”, Michela Giraud è un’entusiasta dalle idee chiare con una gran voglia di sperimentare. Partita dalla stand-up comedy è ora giurata alla 13esima edizione del Figari International Short Film Fest, la manifestazione cinematografica dedicata al cinema breve e al mercato audiovisivo, e dopo aver recitato in alcuni film a breve la vedremo al suo debutto alla regia in un lungometraggio da lei stessa scritto.
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Sullo sfondo della costa di Golfo Aranci Giraud è impegnata, insieme ad Andrea Arcangeli e Matteo Martari, a giudicare i 40 cortometraggi in concorso del Festival gallurese, un’esperienza che le ha regalato grandi sorprese e che la porta sempre più dentro il mondo del cinema.
Giraud, classe 1987, si era fatta conoscere nel 2015 entrando nel cast di “Colorado”, è passata poi, anche in qualità di autrice, per show di successo come di “Quelli che il calcio”, “La TV delle ragazze” fino ad arrivare all’edizione del 2021 di “LOL – Chi ride è fuori”. I suoi studi nell’ambito della recitazione però l’hanno portata via via ad avvicinarcisi sempre più anche al cinema. “Non sono tantissimi film”, dice Giraud sorridendo mentre parla dei suoi camei ne I babysitter (2016), Maschile singolare (2021), Il mammone (2022) e prossimamente anche un ruolo ne L’estate più calda su Prime video, ma sono state per lei esperienze irrinunciabili che l’hanno spinta ad un passaggio importante, quello verso la regia.
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Sono da pochi mesi infatti terminate le riprese del suo esordio alla regia, Flaminia, un titolo provvisorio, ci tiene a sottolineare l’attrice, ora anche regista e sceneggiatrice, per un film che parla di una ragazza “come semplicemente io sono“, dice Giraud. È stata l’esperienza più potente della sua carriera e probabilmente non sarà nemmeno l’ultima perché, nella sua personale classifica delle passioni, il ruolo da regista ha superato quello da attrice, anche se la stand-up continua a mantenere un posto di rilievo.
