Mon Crime – La colpevole sono io, la recensione della nuova commedia in giallo di Ozon

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Nadia Tereszkiewicz e Rebecca Marder, Mon Crime - La colpevole sono io

Mon Crime – La colpevole sono io è la nuova commedia, sospesa tra giallo e legal drama, del regista francese François Ozon con le giovani Nadia Tereszkiewicz e Rebecca Marder e i volti noti di Isabelle Huppert, Fabrice Luchini e Dany Boon.

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 Mon Crime – La colpevole sono io, il fatto

Nella Parigi degli anni ’30 le giovani Madeleine, attrice in cerca di successo, e Pauline, avvocata senza lavoro, cercano un modo per tirare avanti, quando la prima delle due viene accusata dell’omicidio di un famoso produttore. Con l’aiuto di Pauline, Madeleine viene assolta per legittima difesa. Per le due donne inizia così una nuova vita, fatta di gloria e di successo, fino a quando la verità non viene a galla.

Mon Crime – La colpevole sono io, l’opinione

Paradossi, ironia, ambiguità e situazioni bizzarre sono gli ingredienti che François Ozon sceglie per Mon Crime – La colpevole sono io, commedia liberamente ispirata all’omonima pièce del 1934 di Georges Berr & Louis Verneuil. Dopo una serie di film drammatici, tra cui È andato tutto bene (2021), Estate ’85 (2020), Grazie a Dio (2018) e Frantz (2016), il regista e sceneggiatore francese torna alla commedia, senza però mettere da parte la sua spinta a trattare tematiche di un certo rilievo.

Questa volta al centro del racconto c’è il #metoo con tutte le riflessioni più o meno appropriate che ne sono conseguite. Ozon trasporta le questioni relative alla parità di genere in una Francia ancora fortemente dominata dal pensiero patriarcale e il corto circuito è spesso esilarante.

Le due protagoniste, Madeleine e Pauline, si fanno antesignane di una battaglia femminista ai limiti dell’assurdo, ma incredibilmente vincente, in cui certe deviate circostanze del mondo dello spettacolo, una capziosa comunicazione mediatica e una situazione giudiziaria quasi caricaturale moltiplicano le occasioni di comicità.

In un contesto in cui ambienti e costumi ricostruiscono con cura e fedeltà l’epoca del racconto, Ozon riesce ad ironizzare tanto sui pregi quanto sui difetti di un movimento estremamente attuale, senza mai ridicolizzarlo. Isabelle Huppert, Fabrice Luchini e Dany Boon offrono il loro straordinario supporto, ma la commedia si regge interamente sulle spalle delle giovani Nadia Tereszkiewicz (Forever Young – Les Amandiers, 2022) e Rebecca Marder.

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8 donne e un mistero (2002), commedia musicale in giallo, e Potiche – La bella statuina (2010), che, insieme a Mon Crime, costituiscono i primi due capitoli di quella che Ozon stesso ha definito una sua ideale trilogia di opere sulla condizione femminile.

RASSEGNA PANORAMICA
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