Mon Crime – La colpevole sono io, François Ozon apre il Rendez – Vous e stravolge il #metoo

Il nuovo film di Ozon che vede la partecipazione di Isabelle Huppert, Fabrice Luchini e Dany Boon, sarà in sala del 25 aprile con Bim Distribuzione

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François Ozon, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Mon Crime

È il film di apertura del Rendez-vous, il Festival del cinema francese a Roma dal 29 al 3 aprile, Mon crime – La colpevole sono io, divertente giallo al femminile di François Ozon con un cast stellare composto da Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon e André Dussollier. Il regista e le protagoniste Nadia Tereszkiewicz (Forever Young, 2022) e Rebecca Marder hanno presentato il film in uscita nelle sale il prossimo 25 aprile con Bim Distribuzione.

Dopo una serie di film drammatici come Frantz (2016), È andato tutto bene (2021), Estate ’85 (2020), Ozon aveva voglia di dedicarsi ai suoi temi, sempre di un certo rilievo, ma in modo più leggero, voleva tornare alla commedia. Mon Crime è diventato così il terzo capitolo di una ideale trilogia di opere sulla condizione femminile del prolifico regista, iniziato con Otto donne e un mistero (2002) e proseguito con Potiche – La bella statuina (2010)

Mon Crime, sinossi

Nadia Tereszkiewicz, Mon Crime

Negli anni ’30, a Parigi, Madeleine Verdier (Nadia Tereszkiewicz), avvenente giovane attrice squattrinata e senza talento, viene accusata dell’omicidio di un famoso produttore. Con l’aiuto della sua migliore amica Pauline (Rebecca Marder), giovane avvocatessa disoccupata, viene assolta per legittima difesa. Inizia così per le due giovani donne una nuova vita, fatta di gloria e di successo, fino a quando la verità non viene a galla.

François Ozon stravolge l’omonima pièce teatrale

Mon Crime è il libero adattamento dell’omonima pièce del 1934 di Georges Berr & Louis Verneuil, talmente libero che il regista dice a Roma alla stampa: “devo ammettere di averla radicalmente cambiata”. “Il tono della pièce è molto meno femminista rispetto al film, è quasi misogino – spiega Ozon – Inoltre, le due protagoniste non sono complici ma rivali. Anche il personaggio interpretato da Isabelle Huppert nell’originale era un uomo. Sono insomma intervenuto con dei cambiamenti radicali proprio per riuscire ad aggiungere questa dimensione contemporanea, perché volevo che risuonasse con le tematiche dei giorni nostri, ma con il tono della commedia”.

Temi attuali e di rilievo in una commedia degli anni ‘30

Mon Crime gioca sul sottile filo dell’ironia e dell’ambiguità con temi attuali che riguardano i diritti, soprattutto quelli femminili, come la parità di genere, gli abusi sessuali, il patriarcato, con un piccolo cenno anche all’omosessualità. Ozon però si spinge fino al limite più bizzarro della narrazione creando situazioni comiche in cui l’assurdo si intreccia di continuo alla realtà e la stravolge, ma senza mai far perdere i contorni ben chiari delle questioni affrontate. “Volevo parlare delle pari opportunità ma con ironia e credo che il fatto di essermi basato su un testo del secolo scorso mi abbia aiutato ad avere la giusta distanza per trattare questi temi in una commedia”, dice il regista.

La scelta del cast

Il film poggia letteralmente sulle spalle di Tereszkiewicz e Marder, con grande umiltà da parte di artisti come Luchini, Huppert e Boon, che hanno accettato di ricoprire ruoli di supporto nonostante la loro esperienza e notorietà. “Nadia e Rebecca sono le migliori della loro generazione e tra loro c’era una chimica straordinaria. Il resto del cast è stato al gioco”, racconta Ozon.

Le ispirazioni

Sono sempre stato un amante delle screwball comedy– racconta Ozon –  quel genere di commedia americana nata tra gli anni ’30 e ’40 basata su una comicità ironica e imprevedibile, fatta da registi come Ernst Lubitsch e Billy Wilder. Avevo voglia di rivocare questo spirito e ho reso omaggio a Wilder citando nel mio film Amore che redime del 1934. La protagonista era Danielle Darrieux, la più grande star del cinema francese dell’epoca, imitata da tante donne. Con lei avevo lavorato in Otto donne e un mistero e volevo citarla insieme a Wilder perché sono i due numi tutelari di questo film”.

Mon Crime e il #metoo

Mon Crime sembra traslare le istanze del #metoo in un racconto ambientato negli anni ’30, in un’epoca in cui le donne non avevano ancora nemmeno il diritto al voto e la loro esistenza era ancora regolata dalle figure maschili di riferimento. Ed è proprio grazie a questa diversa dimensione temporale che Ozon riesce a ironizzare su una battaglia, non ancora del tutto digerita ai giorni nostri, senza metterla mai in ridicolo.

Penso che il #metoo sia stato un movimento assolutamente positivo e fondamentale – spiega il regista -, perché ha permesso a molte donne di raccontare ciò che accade in un ambiente così gerarchizzato come è quello dell’industria cinematografica, in cui gli abusi non mancano. Ma non c’è nessuna rivoluzione senza eccessi e persino violenza. Per questo le due protagoniste del film arrivano a commettere un crimine per migliorare la propria condizione, senza che vi sia nessuna apologia del crimine: questa forse è la perversione del mio film”.

Guarda qui il teaser trailer di Mon Crime – La colpevole sono io