L’amica geniale – Storia del nuovo cognome, in arrivo su Raiuno dal 10 febbraio, riprende lì dove il primo capitolo si era fermato: Lila (Gaia Girace) è ora la signora Carracci, Lenù (Margherita Mazzucco) continua a frequentare il liceo classico, la loro amicizia, fulcro dell’intera storia, prosegue tra alti e bassi, messa a dura prova da una vita che le porterà su strade diverse. Se nella prima serie il rione era stato il loro perimetro, nella seconda Lila e Lenù escono dalla polvere in cui sono cresciute in cerca di una propria identità, che troveranno a fatica, tra violenze e lacrime, tradimenti e patti di sangue.
Diretta da Saverio Costanzo, che ne ha scritto la sceneggiatura insieme a Francesco Piccolo, Laura Paolucci e la stessa Ferrante, autrice della tetralogia che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, la serie, in quattro prime serate, ha alle spalle un successo fatto di sette milioni di spettatori. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso sé stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il banchetto di nozze dell’amica, ha capito che non sta bene né nel rione né fuori.
Nel corso di una vacanza a Ischia le due amiche ritrovano Nino Sarratore, vecchia conoscenza d’infanzia diventato ormai studente universitario di belle speranze. L’incontro apparentemente casuale cambierà per sempre la natura del loro legame, proiettandole in due mondi completamente diversi. Lila diventa un’abile venditrice nell’elegante negozio di scarpe della potente famiglia Solara al centro di Napoli, Elena, invece, continua ostinatamente gli studi ed è disposta a partire per frequentare l’università a Pisa.
«Lila e Elena ci appaiono più grandi, adulte, amiche ma anche rivali, due “brave cattive ragazze” – sottolinea Costanzo – La prima stagione è ispirata al racconto neorealista, la seconda si concede un’evoluzione anche cinematografica. Ho avuto la possibilità di sperimentare grazie al romanzo, è tutto scritto in quelle pagine».
Lasciata l’infanzia e l’adolescenza, sulla sfondo dell’Italia degli anni ’60, le due ragazze entrano nella vita adulta, fatta di amori passionali, ma anche follemente violenti. A dare il volto alle due protagoniste, Lila, spigolosa e ribelle, e Elena, docile e studiosa, sono ancora Gaia Girace e Margherita Mazzucco, a cui L’amica geniale ha inevitabilmente cambiato la vita. «È cambiato il rapporto che le persone hanno nei miei confronti, a volte di ammirazione, altre di invidia – ammette la Girace – Ho ricevuto tante proposte di lavoro, ma avendo un’esclusiva che mi lega a questa serie, non le ho potute accettare».
Schietta come Lila, la ragazza confessa di condividere con la sua protagonista solo alcuni lati del carattere come «la determinazione e la forza» e di non esser mai caduta nell’errore di giudicarla. «È sbagliato giudicare il proprio personaggio. Io non la devo vedere dall’esterno». Non è stato facile però girare certe scene di violenza, fisica e psicologica, che Lila è costretta a subire ad opera del marito, Stefano Carracci (Giovanni Amura) ossessionato dalla ricerca di un figlio, dimostrazione della propria virilità all’interno del rione. «Quando recito sono Lila, sento tutto quello che sente lei – conclude la Girace – È stato un grande sforzo emotivo girare quelle scene, sono situazioni orribili, che purtroppo esistono ancora, ma per fortuna senza più tanta omertà».
«Il vero scandalo è che ci sia la violenza in famiglia – aggiunge la direttrice di RaiFiction Eleonora Andreatta – In questa storia la raccontiamo anche all’interno di un matrimonio, quello di Lila. Ma lo facciamo con un grande rispetto del pubblico. La scena che da spettatrice mi ha scosso di più, è quella in cui Lila tornando a casa con i segni evidenti delle percosse subite, assiste alla totale indifferenza della sua famiglia, che non riconosce il suo dolore». Alice Rohrwacher firma la regia del quarto e quinto episodio della serie, costata circa 40 milioni di euro e che avrà certamente un seguito. «Ma è ancora presto per parlarne», sottolinea il produttore Lorenzo Mieli.
Tiziana Leone