Torino Film Festival 2018, Una gioventù che parte da lontano

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Santiago, Italia

Si comincia con Jason Reitman, The Front Runner, si finisce con Nanni Moretti, Santiago, Italia. Messa così, sembra quasi una dichiarazione programmatica – dalla commedia drammatica (biografica) intelligentemente commerciale al documentario personal/politico – dello spirito del TFF, ovvero il Torino Film Festival (23 novembre – 1 dicembre), approdato felicemente alla sua 36ma edizione.

The Front Runner

IERI E OGGI – Anche questa volta, anzi forse di più, il team di selezionatori coordinato dalla direzione artistica della riconfermata Emanuela Martini, ha legato le radici del Grande Passato Cinematografico al nuovo che avanza, l’alto del cinema sperimentale al “basso” del cinema dei generi, sempre nelle variazioni più originali e inconsuete.

Rita Hayworth

ICONA SENZA TEMPO – Del resto “cosa” meglio di una giovane Rita Hayworth (in ottobre il centenario della nascita) – immagine dal suo secondo film Non sei mai stata così bella (1942) – che sembra balzare fuori dal poster ufficiale, potrebbe rappresentare questo cartellone fusion culturale che ha trovato ormai quasi una sua formula magica, in fluttuante equilibrio tra scoperta e piacere?

Pupi Avati

PUPI AVATI GUEST DIRECTOR – Il cinema di ieri comprende due succose retrospettive, dedicate a Powell/Pressburger e Jean Eustache (ma ne parleremo in due servizi specifici), una giornata dedicata al Maestro Ermanno Olmi, più una sezione speciale “Unforgettables” curata appositamente dal “Guest Director” di quest’anno, ovvero Pupi Avati, appassionato equanimemente di cinema e musica che infatti propone una sua scelta di quattro titoli di film musicali: The Glenn Miller Story, The Benny Goodman Story, Bird, Trentadue piccoli film su Glenn Gould a cui si aggiunge, per scelta di Emanuela Martini, anche un omaggio a lui, il suo Bix. Gli amanti dell’horror inoltre recupereranno con “mucho gusto” la quadrilogia dei resuscitati ciechi, girata da Armando de Osorio dal 1972 al 1974.

Santiago, Italia

SPAZIO ALLA STORIA – Spostiamoci invece sul fronte del nuovo. Abbiamo detto di The Front Runner, ricostruzione dello scandalo che soffocò l’ascesa politica del senatore democratico Gary Hart, interpretato qui da Hugh Jackman e poi dell’anteprima mondiale di Santiago, Italia, in cui Moretti racconta del ruolo svolto dall’Ambasciata italiana, dopo il golpe che eliminò Allende e stroncò la democrazia in Cile, per salvare tanti oppositori di Pinochet dalla persecuzione; tra questi due poli diversificati, il TFF annuncia, “sparsi” nelle sue varie sezioni, tre anteprime mondiali e tre nazionali. Le mondiali sono I nomi del signor Sulcic, di Elisabetta Sgarbi, Ovunque proteggimi di Bonifacio Angius e Ragazzi di stadio, quarant’anni dopo, del documentarista Daniele Segre; le nazionali sono due nella sezione Festa mobile, i biografici Colette con Keira Knightley e Can You Ever Forgive Me? di Marielle Heller sulle memorie di Lee Israel , e una in After Hours, l’horror Mandy di Panos Cosmatos con Nicolas Cage.

CINEMA DA SCOPRIRE – Il resto del menu, tra il concorso Torino 36, documentari, il trasversale premio Cipputi e fuori sezioni estemporanee, pesca spesso tra il meglio e l’eccentrico dagli altri festival internazionali. Spulciando qua e là tra Festa mobile, Onde, After Hours (le sezioni non competitive più o meno tematiche)– ma ci torneremo durante i giorni del festival – ci imbattiamo così in nomi noti e cari del cinema meno scontato e più arrischiato: Paul Dano, James Franco, Stanley Kwan, Ben Wheatley, Ethan Hawke, Claire Denis, Teresa Villaverde, Valerio Mastandrea (quest’ultimo in concorso con il suo Ride), Ralph Fiennes, Brillante Mendoza, più tantissimi altri cineasti e titoli, tra cui non mancheranno le scoperte e di cui vi renderemo conto più precisamente, con gli umani limiti, durante la straordinaria settimana (abbondante) che ci attende, di sprofondo nel cinema più cinema del Torino Film Festival.