“Non ci resta che piangere”: ecco il finale alternativo che non abbiamo visto nel film

Oggi vogliamo parlarvi del finale pensato dai due autori ma mai realizzato.

0

Non ci resta che piangere“, è un film che assomiglia ad uno spettacolo. Scritto, diretto e interpretato, dalla coppia Massimo Troisi, Roberto Benigni nel 1984.

Saverio e Mario, rispettivamente Roberto Benigni e Massimo Troisi, lavorano nella stessa scuola, l’uno come insegnante e l’altro come bidello. Si perdono in macchina nelle campagne toscane, ed è l’estate 1984. Decidono di prendere una strada secondaria e, in seguito a un temporale, si ritrovano nel 1492. Catapultati indietro di quasi 5 secoli.

Sono tante le curiosità che girano intorno a questo film, come le scene improvvisate o le differenze tra le versione televisiva e cinematografica: oggi invece vogliamo parlarvi del finale pensato dai due autori ma mai realizzato.

Il successo del film fu così straordinario che i due protagonisti decisero di scrivere e pubblicare pochi mesi dopo un libro sull’opera, intitolato sempre “Non ci resta che piangere”. Il volume riprende la storia del film, ma cambia il finale, un finale pensato per il film ma che venne abbandonato per poi inserirlo qui nel romanzo.

Nel finale del film Saverio e Mario rimarranno amaramente nel passato, nel finale alternativo invece Saverio svela all’amico di conoscere un modo per tornare nel Novecento ma prima di dirgli cosa fare gli fa promettere di sposare la sorella. Mario acconsente, e Saverio incamminandosi per un sentiero deserto afferma: «In fondo a questo viottolo c’è un posto da dove si torna!». Tutto questo lascia pensare al lettore che il salto nel tempo sia stato organizzato da Saverio stesso, al fine di convincere Mario a sposare la sorella.