Olivier Assayas: «La mia Twin Peaks per HBO. E un film ispirato al lockdown»

Il regista, ospite da remoto del Festival del Cinema Europeo di Lecce, ha parlato dei suoi progetti futuri e del suo rapporto con il cinema

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Sarà «un esperimento sul modello di Twin Peaks», ovvero «con un’identità estetica molto originale e precisa», la serie di Olivier Assayas in arrivo per HBO e ispirata al personaggio di Irma Vep, già al centro del serial muto Les Vampires (1915) e del meta-remake (dello stesso Assayas) Irma Vep (1996). L’acclamato regista francese ha parlato di questo e di altri nuovi progetti durante una conversazione in streaming per la ventunesima edizione (online) del Festival del Cinema Europeo di Lecce, che quest’anno ha dedicato proprio ad Assayas la prestigiosa sezione “Protagonista del Cinema Europeo”. Oltre che della serie (un vero e proprio «film di oltre sette ore» scritto, diretto e prodotto dal regista con «assoluta libertà»), Assayas ha anticipato qualcosa sui futuri lavori cinematografici: «Ho due progetti per l’anno prossimo», uno dei quali dovrebbe partire in primavera. E «avrà a che vedere col confinamento» vissuto al tempo della pandemia.

Un periodo che, secondo il regista, ha messo di fronte gli artisti (e non solo) di fronte a «qualcosa di sconosciuto», che rende perciò necessario «reinventarsi, ridefinire il rapporto con la creazione e le sue modalità». E ciò vale tanto più per il cinema di Assayas, che lui stesso definisce sempre «in trasformazione» e teso «a esplorare la complessità e le contraddizioni del mondo», partendo da «cose molto semplici» connesse però a «domande universali che si ridefiniscono ad ogni generazione». Ma è tutto il sistema cinema, dice Assayas, che dovrà ripensarsi alla luce di una crisi duplice, quella «esterna», gravissima, della pandemia e quella «interna», legata alla necessità capire, oggi, «qual è lo specifico del cinema e qual è esattamente il suo pubblico».

Il regista ha speso parole anche per i recenti, tragici fatti avvenuti nel suo Paese, in particolare l’omicidio dell’insegnante che aveva mostrato le vignette della rivista Charlie Hebdo, ribadendo a tale proposito la necessità di salvaguardare la libertà di espressione: «Tutte le idee si possono difendere, ognuno ha diritto assoluto alle sue convinzioni». Ma il regista premiato a Cannes per Personal Shopper si è anche raccontato nel suo percorso di cineasta: tra i suoi film, quello con cui ha avuto la «relazione più problematica» è Nuova vita (1993): «L’ho fatto in condizioni che sono state per me molto difficili, avevo un pessimo rapporto col produttore, che ha fermato la lavorazione una settimana prima del previsto», impedendo di realizzare «scene importanti, anche alcune di quelle visivamente più forti». Un’esperienza negativa anche per i successivi tagli voluti dal distributore: «Spero di realizzare una director’s cut aggiungendo le scene tagliate, anche se non sarà mai il film che volevo, perché non ho potuto finirlo».

Per il resto, prosegue Assayas, «ho sempre avuto una relazione molto forte con i miei film», ognuno dei quali «assomiglia alla persona che ero quando l’ho fatto». Ma forse quelli che per lui hanno un «valore un po’ speciale» sono quelli più «intimi», come L’eau froide e Irma Vep, realizzati «con un’équipe che era come la mia famiglia». Il regista ha anche parlato delle sue influenze cinematografiche e più in generale artistiche, dove un ruolo fondamentale è giocato dall’Italia: «La mia prima e più forte esperienza di cos’è l’arte», confessa Assayas, «è venuta dall’amore di mio padre per la pittura italiana», ovvero per i capolavori di maestri come Giotto e Piero della Francesca.

Tra i registi, invece, i nomi fondamentali (accanto a Bergman, Rohmer, Godard, Truffaut) sono Pasolini, Visconti, Rossellini e Antonioni. Ma anche Dario Argento (altro autore omaggiato da questo Festival di Lecce): «Il primo film di Dario Argento che ho visto, da teen-ager, è stato Quattro mosche di velluto grigio, che mi ha veramente impressionato. Quando poi mi sono interessato al cinema di genere americano ho capito che molte cose venivano dal lavoro straordinario di Argento». Assayas ha citato con ammirazione anche Marco BellocchioUn grande maestro del cinema italiano e mondiale») e Nanni Moretti. E, ha aggiunto il regista, nel rapporto privilegiato con l’Italia c’è anche un evento avvenuto proprio a Lecce: è stato durante una vacanza nella città pugliese, infatti, che il regista si fidanzò con la sua musa di allora, l’attrice Maggie Cheung.

Emanuele Bucci