Pesaro 57: evento speciale con Piera Detassis e La messa è finita

La critica, giornalista e Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano ha presentato il suo “film del cuore”, parlando inoltre del suo rapporto col Festival di Pesaro e di alcune novità riguardanti i David di Donatello

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Pesaro 57 Nanni moretti

Si è tenuto il 23 giugno il secondo e ultimo appuntamento della 57esima Mostra Internazionale del Nuovo Cinema – Pesaro Film Festival dedicato ai “film del cuore” di grandi firme della critica cinematografica italiana. Stavolta, sempre in Piazza del Popolo, è stata Piera Detassis, Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, a rispondere alle domande del Direttore Artistico della Mostra Pedro Armocida. Detassis ha parlato de La messa è finita (1985) di Nanni Moretti (proiettato dopo l’incontro), e con l’occasione si è soffermata su due novità riguardanti i David: ovvero, una partnership con Netflix per un bando rivolto alle donne under-35 e un cambiamento nella definizione di alcune categorie cui assegnare i premi, sì da favorire una sempre maggiore inclusione e parità di genere nel settore cinematografico.

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Per Detassis La messa è finita è un film “del cuore” nel senso che «spezza il cuore»: nel vederlo «ho pianto almeno due volte in maniera disperata», confessa. Un «capolavoro» che segna un «passaggio» sia per il cinema italiano, di nuovo proteso «con una nuova generazione a cercare il racconto dopo anni di dispersione», sia per la filmografia dello stesso Moretti: dove la «“dolenzia” incanalata all’interno della struttura comica», già presente nei primi lavori, è espressa «con una maturità di racconto e di emozione secondo me più forte che nei film precedenti». E dove il regista-attore «raccoglie i disagi di una generazione, quella del post-Anni di Piombo, attraverso una figura che nessuno immaginava sarebbe stata incarnata da Moretti-Michele Apicella, quella del prete».

Un protagonista «anche sacrificale», prosegue Detassis, «colui che deve giudicare e insieme ascoltare ed aiutare, ma non ci riesce». Con un lavoro «straordinario» anche «sul corpo e sul viso» di Moretti stesso, e una «frattura continua nel personaggio e nel rapporto col mondo». Tra le scene preferite citate dalla critica, la nuotata iniziale sulle note di Nicola Piovani e quella in cui Moretti, mentre la sorella legge le lettere del padre, alza il volume di Sei bellissima di Loredana Bertè alla radio: un momento emblematico del Moretti che, qui come in altri film, «rompe la narrazione, il silenzio e soprattutto le parole inutili o le parole che non vuole ascoltare».

Come nel precedente incontro con Paolo Mereghetti, poi, il dialogo con Armocida ha toccato i trascorsi dell’ospite alla Mostra del Cinema di Pesaro: che per Detassis fu addirittura il primo festival, ai tempi degli studi universitari con Gian Piero Brunetta (il soggiorno a Pesaro fu un premio vinto come studentessa meritevole), e che le ispirò il primo saggio, pubblicato nel 1975 per Cinema & Cinema, Il femminile in Alexander Kluge (firmato, con un emblematico errore, “Pietro Detassis”). Sempre a Pesaro la critica vide un altro dei suoi “film del cuore”, Germania anno zero di Rossellini: «Mi sono alzata alla fine, ero in preda a un incontenibile stato emotivo, e ho detto “questo è il cinema”!».

Durante la serata si è toccato inoltre il tema della presenza femminile nel settore cinematografico. «La cosa più semplice», ha affermato al riguardo Detassis, «nel rispetto naturalmente del merito, delle capacità e della professionalità, è che quando si sceglie per una qualsiasi cosa un uomo, si scelga anche una donna. Non è sempre possibile, però bisogna sforzarsi di fare questo». Non si è detta d’accordo, invece, sull’abolizione della distinzione di genere nei riconoscimenti alle performance attoriali, adottata dalla Berlinale e più recentemente dal Festival di San Sebastián («Non vorrei togliere un altro premio alle donne»), pur riconoscendo che «qualsiasi tentativo, anche se provocatorio o divisivo, è importante in questo momento».

Tra i contributi dei David di Donatello all’accesso e alla partecipazione delle donne ai lavori legati al cinema, Detassis ha annunciato il nuovo bando, aperto proprio dal 23 giugno, in collaborazione con Netflix e rivolto a donne sotto i 35 anni, sia provenienti da scuole di cinema che autodidatte: prevista una selezione di 20 candidate per gli ambiti della regia, del montaggio, montaggio del suono, suono e direzione della fotografia (categoria quest’ultima con la minor presenza femminile), quindi un percorso di sei mesi a fianco di tutor quali Luca Bigazzi, Ivan Cotroneo, Francesca Cima, Esmeralda Calabria, Francesca Comencini, Walter Fasano. Al termine del tutoraggio, quattro delle allieve accederanno ai set cinematografici e televisivi. Sempre sul fronte dei David, anticipa Detassis, «cambieremo i nomi di alcuni premi», in seguito a numerose sollecitazioni: ad esempio, sostituendo il premio al “miglior montatore” con quello al “miglior montaggio”.