Scarlett Johansson, l’appello per la scarcerazione di Patrick Zaki e gli altri attivisti egiziani [VIDEO]

L'attrice ha fatto sentire la sua voce per richiedere la scarcerazione dei quattro attivisti dell'EIPR: «Liberateli»

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«Far sentire la propria voce in Egitto oggi è pericoloso». Esordisce così in un video pubblicato su Youtube una commossa ma risoluta Scarlett Johansson. L’attrice newyorkese è scesa in campo per unirsi all’appello di tutti coloro che stanno chiedendo la scarcerazione immediata dei quattro attivisti dell’EIPR, l’ong egiziana per la difesa dei diritti civili, tra cui Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna accusato di propaganda sovversiva dal febbraio scorso, attualmente in custodia cautelare con il rischio di 25 anni di carcere.

«Questi quattro uomini, Gasser, Karim, Mohamed e Zaki – continua la Johansson sono stati ingiustamente arrestati nel tentativo di difendere la dignità di altre persone. Hanno passato la vita a lottare contro l’ingiustizia e ora si trovano dietro le sbarre. Tutti affrontano accuse false che potrebbero portare a molti altri anni di prigione. In effetti, il loro unico “crimine” è stato quello di difendere la dignità degli egiziani. L’Eipr lavora da anni instancabilmente e coraggiosamente in prima linea per proteggere e difendere i più vulnerabili, per riformare il sistema di giustizia penale rotto che semina il caos nelle vite di persone innocenti e per porre fine alla pena di morte».

L’attrice di JoJo Rabbit e Avengers si è poi soffermata singolarmente nel descrivere le assurde situazioni che stanno vivendo gli attivisti arrestati. «Karim – che si è sposato da poco – trascorrerà il suo 37esimo compleanno in isolamento in una cella congelata e senza coperte. La moglie di Mohamed è disperata nel volerlo rivedere, ma come le altre famiglie, le viene negata ogni visita. Zaki è stato torturato quando è stato arrestato all’inizio di quest’anno. Il dolore delle loro famiglie è inimmaginabile. 

La Johansson ha poi elogiato «il coraggio di questi uomini che continuano il loro lavoro per difendere i diritti civili ad un costo personale così elevato» e spiega che «un governo veramente democratico celebrerebbe questi uomini, non li imprigionerebbe. Sono i migliori di noi».

La commozione, repressa chiaramente senza recitare alcun copione, si è intuita quando ha chiuso il video dicendo “Buon compleanno Karim, non sei solo”.