Sciopero degli attori, le conseguenze sul mercato (anche italiano)

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Lo sciopero degli attori del sindacato statunitense avrà ripercussioni sull’industria dell’audiovisivo globale. A pagarne le conseguenze saranno decine di migliaia di lavoratori dello spettacolo, ma non solo. L’inevitabile blocco delle produzioni colpirà anche molti attori non americani, dato che sempre più spesso Hollywood sceglie l’Europa per girare, dando quindi la possibilità a tanti professionisti di lavorare in film ad alto budget e con paghe sopra la media.

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Se la situazione non si dovesse sbloccare, molti si troveranno a correre contemporaneamente per posizioni in film più piccoli o indipendenti, con chiare ripercussioni sui guadagni. Questo vale per gli attori, ma anche per i tecnici, dai direttori della fotografia ai montatori, fino alle maestranze del set. Anche gli studi subiranno una contrazione, proprio in un momento in cui ne stanno nascendo decine tra Europa e Regno Unito.

E questo sarà un problema anche in Italia, perché Cinecittà aveva praticamente tutti gli studi prenotati per molti mesi a venire, ma adesso dovrà presumibilmente rivedere l’allocazione delle produzioni e sostituire quelle che non potranno partire già nelle prossime settimane con altre. Lo stesso vale anche per tutto ciò che è post produzione, dall’editing al suono agli effetti speciali. Molte agenzie specializzate italiane lavorano anche per le grandi produzioni hollywoodiane, un blocco o un ritardo delle produzioni potrebbe impattare negativamente per molte di queste realtà imprenditoriali.

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La preoccupazione maggiore più immediata è naturalmente la Mostra del cinema di Venezia, che ha già annunciato che aprirà con il film di Luca Guadagnino Challengers, con protagonisti Zendaya, Mike Faist e Josh O’Connor. Sarà solo il regista italiano a sfilare sul red carpet, se lo sciopero si dovesse prolungare fino a settembre, e lo stesso varrebbe per tutti i film degli Usa o con componenti del cast iscritti al sindacato nazionale. In caso di attori non statunitensi iscritti alla SAG e presenti in produzioni non statunitensi bisognerà capire se sia prevista una forma di discrezionalità. In ogni caso, c’è il rischio che la Award Season parta zoppicando, dato che in contemporanea ci saranno anche i festival di Toronto e Telluride.

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Anche la distribuzione potrebbe subire dei forti contraccolpi dalla situazione. Gli attori infatti non possono fare promozione, come hanno dimostrato in maniera eclatante a Londra i componenti del cast di Oppenheimer, che dopo il red carpet, ricevuta notizia della proclamazione dello sciopero, hanno disertato il saluto in sala e cancellato tutte le successive attività stampa e promozionali. Nella capitale britannica nei primi tre giorni della settimana erano concentrate le premiere di Barbie, Oppenheimer e della serie di Paramount+ Ops Lioness, con Nicole Kidman e Zoe Saldana che hanno rilasciato interviste nella giornata di mercoledì 12 luglio in fretta e furia per non incorrere nel blocco.

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Non avendo il supporto dei talent per uscire sui giornali e fare tour promozionali, molti film e molte serie già pronte potrebbero essere spostate, provocando una reazione a catena e una penuria di prodotti nelle sale e in televisione. A subirne le conseguenze sarà quindi anche la stampa di settore, che non potrà contare su una fetta importante del mercato e che contribuisce in maniera importante alle vendite e al traffico internet.

Ci potrebbero essere anche delle conseguenze positive. Intanto ci potrebbe essere molto più spazio per i prodotti italiani, europei e di altre cinematografie internazionali. In seconda battuta, se la situazione dovesse restare in stallo più del previsto, molte produzioni statunitensi e britanniche potrebbero virare su progetti non fiction, dando quindi una bella spinta al mercato documentario che avrebbe a disposizione budget più ricchi del solito.

Insomma, vedremo cosa succederà. La speranza, condivisa sicuramente anche da attori, sceneggiatori e produttori, è la situazione si sblocchi nelle prossime settimane, nonostante la durezza dei toni usati da entrambe le parti della barricata.

Magari il fascino di un red carpet veneziano potrebbe fare la differenza.