Sciopero degli attori, le conseguenze: vietate anteprime e promozione, Festival a rischio

Gli attori dovranno cessare ogni tipo di lavoro coperto dal loro contratto sindacale, tra cui ogni forma di promozione

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Hollywood naviga nel caos. Dalla mezzanotte di ieri, con l’ufficializzazione dello sciopero indetto dal sindacato SAG-AFTRA si è aperto ufficialmente uno scenario dalle conseguenze imprevedibili, che in molti non hanno esitato a definire catastrofico per l’industria.

Stamattina cominceranno i primi picchetti sotto le sedi delle maggiori compagnie cinematografiche e televisive aderenti alla AMPTP, tra cui Disney, Paramount, Sony, Warner Bros. Discovery, Netflix, Amazon, Apple e NBCUniversal. Tutti gli attori iscritti alla SAG-AFTRA dovranno cessare ogni lavoro coperto dal loro contratto sindacale, ciò significa che  quasi tutte le produzioni cinematografiche e televisive con artisti dal vivo si fermeranno fino a quando le parti non saranno in grado di raggiungere un accordo.

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Secondo le linee guida, i membri del SAG-AFTRA non potranno assistere alle anteprime, fare attività stampa, partecipare a serate di premiazione, a festival cinematografici né promuovere progetti sui social media mentre è in vigore lo sciopero. Inoltre, non sono autorizzati a partecipare a convegni come Comic-Con o 90s Con per promuovere qualsiasi lavoro passato o presente realizzato nell’ambito di un contratto SAG-AFTRA.

In questo contesto, a tremare sono principalmente i Festival in arrivo nei prossimi mesi: Venezia, Toronto, Telluride e New York, per non parlare degli Emmy 2023 in programma il 18 settembre. “I festival autunnali sono fo**ti.” Questa la valutazione schietta di un dirigente degli studios sull’impatto dello sciopero. “Non puoi presentare film in anteprima da nessuna parte senza le star. Niente star, niente film.”

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La prima a doverne fare i conti sarà proprio la Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 30 agosto al 9 settembre con l’apertura di Challengers di Luca Guadagnino. Alla Mostra sono attesi film pieni di star, come (presumibilmente) Ferrari di Michael Mann e Poor Things di Yorgos Lanthimos, ma ora come ora è impossibile fare previsioni su ogni partecipazione. Ciò che è sicuro è che lo sciopero non intacca i registi, in quanto la Directors Guild of America si è già assicurata un nuovo contratto, ma artisti del calibro di Mann e Lanthimos saranno sufficienti per attirare – da soli – l’attenzione? Stesso discorso per il Toronto International Film Festival, atteso poco dopo Venezia. Senza le star, gli studi fotografici e video sponsorizzati scompariranno e la presenza dei media si ridurrà notevolmente.

Secondo alcune fonti, i dirigenti degli studios stanno valutando la possibilità di ritardare l’uscita di alcuni film di prestigio, ritenendo di aver bisogno di talento recitativo per generare entusiasmo e passaparola. Insomma, uno scenario senza eventi in presenza che ricorda molto quanto vissuto con la pandemia. E che ci auguriamo possa essere risolto nel minor tempo possibile, per il bene del cinema.