The Bunker Game, un gioco molto pericoloso

un suggestivo film di genere girato da Roberto Zazzara e con protagonista Lorenzo Richelmy

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The Bunker Game

Si chiamano LARP, ovvero Live-action Role Play, giochi di ruolo in cui i partecipanti si calano completamente nella situazione, nelle atmosfere e nei personaggi. Proprio come accade in The Bunker Game, horror diretto da Roberto Zazzara, direttore della fotografia che firma qui la sua opera prima.

Il film arriva nelle sale per due giorni evento il 2 e 3 maggio, ma presto sarà disponibile anche su una piattaforma. Per chi vive nei paesi in cui è attivo il servizio streaming Shudder, specializzato in cinema horror e di genere, The Bunker Game è già a disposizione nel suo catalogo. La storia: una comunità di role player sta dando vita a un LARP che ha come assunto un esito distopico della seconda guerra mondiale.

THE BUNKER GAME, LA TRAMA

La Germania nazista è stata infatti sconfitta, ma solo in seguito a un massiccio attaccon nucleare da parte degli americani, che ha di fatto trasformato l’Europa in una landa desolata e contaminata. I sopravvissuti del regime si sono rifugiati in un gigantesco bunker sotterraneo dove da una parte si cerca di dare un futuro al Reich, dall’altra vengono svolti mostruosi esperimenti scientifici sugli essere umani. Un imprevisto mette fine però al gioco, i partecipanti vengono mandati a casa per precauzione e nel bunker restano solo gli organizzatori del gioco. E nel buio iniziano a succedere cose molto strane…

«L’idea del film nasce proprio dal fatto che io stesso sono un giocatore di LARP» ci ha raccontato Roberto Zazzara «e avevo partecipato a uno ambientato proprio nel bunker del Soratte, scoprendo quindi l’eccezionalità di questa location».

Per chi non lo conoscesse, il Bunker Soratte si trova a pochi chilometri da Roma, praticamente sotto il paese di Sant’Oreste. Fu costruito nel 1937 per ordine di Mussolini e sarebbe dovuto essere il rifugio per il governo e lo stato maggiore italiano in caso di massicci bombardamenti in caso di guerra. Circa quattro chilometri di gallerie che si possono visitare (per informazioni basta andare sul sito www.bunkersoratte.it) ma anche affittare per giochi di ruolo e film.

«Abbiamo girato lì dentro per quattro settimane, e devo ringraziare ogni singolo componente della troupe e del cast. Era gennaio, faceva freddissimo, naturalmente non funzionavano né cellulari né walkie talkie, quindi per qualunque comunicazione eravamo costretti a fare una staffetta, proprio come una volta. A un certo punto, quando avevo due unità di ripresa che lavoravano in punti diversi del bunker, ho incominciato a spostarmi in bicicletta».

Ma se da una parte c’erano gli indubbi disagi, dall’altra c’erano anche le tante opportunità creative che girare in un luogo del genere permetteva.

«Nasco come direttore della fotografia, quindi lavorare in un luogo in cui potevo usare solo luce artificiale mi ha dato la possibilità di creare delle immagini da zero, sfruttando tutte le possibilità del bunker e la narrativa del genere».

L’horror in Italia sta tornando in voga, oltretutto sempre più spesso girato direttamente in inglese, proprio per poterlo presentare subito sul mercato internazionale, come successo già a The Bunker Game.

«Credo sia la cosa più giusta da fare, poi ho avuto la fortuna di avere un cast che non aveva assolutamente problemi in questo senso, a partire da Lorenzo Richelmy che è perfettamente bilingue».

The Bunker Game fa un rapido passaggio in sala, ma la sua vita continuerà presto altrove. E per il momento anche lontano dall’Italia è il destino di Roberto Zazzara.

«Sto per ripartire per l’India per vestire nuovamente i panni del direttore della fotografia in una produzione di Bollywood, un’esperienza che ho già fatto e che sono felice di continuare. E poi sto lavorando a un nuovo progetto da regista, ma è ancora presto per parlarne»