Il cinema sportivo è sempre portatore di belle sorprese, ma il tennis è un oggetto a sé. La narrazione hollywoodiana del baseball, del football, del basket, persino dell’hockey, è basata sul concetto di squadra, di supporto, superamento degli ostacoli anche sociali e politici che rendono poi il gruppo imbattibile, se non dal punto di vista sportivo da quello umano.
Il tennis è invece uno sport individuale, in cui l’atleta e l’essere umano gioca ogni partita principalmente contro sé stesso. L’avversario è uno specchio di sé, la palla gialla che torna indietro, spesso con una potenza maggiore di quella con cui è stata indirizzata al di là della rete, è la metafora psicanalitica di una lotta interiore, la necessità del superamento di un limite, fisico e mentale.
Il cinema ha esplorato il tennis soprattutto dal punto di vista documentario, e quando si è addentrato tra le righe del campo in forma di finzione ha spesso toccato corde diverse da quelle della racchetta. I risultati sono stati spesso sorprendenti, soprattutto quando lo sport è stato solo tangenziale al racconto.
Ma in questa Top 5 Tennis Movies vogliamo raccontare i film per cui il campo, la competizione e la sfida sono centrali, salvo poi, in realtà volerci dire qualcos’altro.
- Borg vs McEnroe (2017) di Janus Metz Pedersen
Borg-McEnroe è stato L’incontro, con la maiuscola, per chi ha conosciuto il tennis all’inizio degli anni Ottanta. Tre finali di Wimbledon consecutive, una entrata nella leggenda. Sverrir Gudnason interpreta lo svedese di ghiaccio, che si sarebbe poi rivelato fragilissimo fuori dal campo. Shia LaBeouf è John McEnroe, genio e sregolatezza, scelta di casting perfetta. Il film è un thriller psicologico, con la tensione di una vera finale dello Slam. - La battaglia dei sessi (2017) di Jonathan Dayton e Valerie Faris
Billie Jean King non è stata solo la prima tennista dell’era moderna, ma una donna eccezionale, che ha combattuto per i diritti LGBT quando essere una donna omosessuale e un personaggio pubblico era considerata una condizione ingestibile e sconveniente.Il confronto, dentro e fuori dal campo, con l’ex campione Bobby Riggs, per il match spettacolo tenutosi nel 1973, in piena era nixoniana, nacque come uno spettacolo, ma diventò qualcosa di molto più importante.Dayton e Faris, coppia registica abilissima a mascherare con la commedia temi sociali e politici importantissimi, portano sullo schermo una storia importantissima, supportati da una coppia protagonista, Emma Stone e Steve Carell, davvero in stato di grazia. - Wimbledon (2004) di Richard Loncraine
Richard Curtis, da bravo inglese, non poteva esimersi dall’ambientare una delle sue commedie romantica tra i campi in erba dell’Old England Club. E anche in questo caso non sbaglia un servizio.Wimbledon è un film ritenuto minore nell’opera del regista di Love, Actually, ma a oltre vent’anni dall’uscita è ancora un film fresco e pieno di impercettibili particolari che lo rendono un oggetto unico nell’ambito del genere sportivo e anche della rom-com.La coppia protagonista, formata dal tennista sul viale del tramonto Paul Bettany e dalla giovane promessa statunitense, destinata alle vette del ranking, Kirsten Dunst, funziona alla grande. E lo sport viene rispettato, com’è giusto che sia.
- Challengers (2024) – di Luca Guadagnino
Una ex promessa del tennis è costretta al ritiro a causa di un grave infortunio. Diventa così una coach e il rapporto che si verrà a creare tra lei e i suoi due assistiti andrà ben oltre il campo. Guadagnino ridefinisce il tennis nel cinema come danza erotica, costruisce un film su corpi e liquidi, accompagnato dalla colonna sonora sontuosa di Trent Reznor e Atticus Ross. Cast strepitoso, Zendaya, Josh O’Connor e su tutti Mike Faist. - King Richard – Una famiglia vincente (2021) – di Reinaldo Marcus Green
Will Smith interpret il padre delle sorelle Williams in un biopic dalla struttura molto classica e, nonostante l’Oscar ricevuto dopo avere schiaffeggiato Chris Rock, neanche benedetto da una delle sue migliori interpretazioni.
Eppure questo film, che è una storia di rivincita sociale non dissimile da quel gioiello del melodramma che è La ricerca della felicità, ha dei momenti elevatissimi propri del genere sportivo, e una scena finale che commuove fino alle lacrime.
E non è questo lo sport, in fondo? Arrivare alla fine di una storia ricca di colpi di scena ed essere sopraffatti dalle emozioni? O forse è il cinema?