“Assassinio sull’Orient Express”: il giallo di Agatha Christie riprende vita

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Usa, 2017 Regia Kenneth Branagh Interpreti Kenneth Branagh, Johnny Depp, Penélope Cruz, Judi Dench, Olivia Colman, Daisy Ridley, Michelle Pfeiffer, Willem Dafoe, Lucy Boynton, Josh Gad, Tom Bateman, Derek Jacobi, Leslie Odom Jr., Marwan Kenzari, Miranda Raison, Adam Garcia, Joseph Long Distribuzione 20th Century Fox Durata 1h e 54’

Al cinema dal 30 novembre 2017

IL FATTO – In viaggio da Istanbul verso Londra, il celeberrimo detective Hercule Poirot si trova a dover risolvere un intricatissimo enigma. Chi ha ucciso il sedicente Edward Ratchett, poco raccomandabile affarista che gira con tanto di pistola e sospettando che tutti vogliano la sua morte? Mentre l’Orient Express è bloccato sui Balcani dalla neve, l’azzimato belga interroga i passeggeri, pensa, intuisce e scopre l’arcano. Ovviamente, tra mille difficoltà.

L’OPINIONE – Era necessario recuperare uno dei più grandi successi di Miss Agatha Christie, oltretutto già messo in scena da Sidney Lumet in una versione universalmente apprezzata che consentì a Ingrid Bergman di vincere un Oscar (forse un po’ riparatorio) come non protagonista nel 1974? Premettiamo che questo è un anno molto ricco per i suoi fan, visto che dal patrimonio letterario della Signora del Giallo sono appena stati proposti Mistero a Crooked House e la serie francese tv Little Murders, ma la risposta alla questione non può trovarsi che nella mera riuscita (o meno) del progetto, in questo caso una superproduzione affidata a Kenneth Branagh. Per vitalizzare al meglio un’opera così apparentemente in controtempo, il regista (cui non difettano versatilità e furbizia) ha deciso di girare in pellicola a 70 mm (come del resto Dunkirk di Nolan in cui vi recitava), quasi una prova di resistenza -o resilienza- alla ripresa elettronica.

Accantonando poi il suo splendido ispettore Wallander, si costruisce addosso un Poirot meno petulante e asessuato del modello, la sua stravaganza di modi e il suo snobismo sono persino spiegati filosoficamente : “il problema per me è lo squilibrio… l’imperfezione risalta come il naso in mezzo alla faccia”. E il crimine è per Poirot come un’imperfezione da correggere a tutti i costi.

Godibili i dialoghi (“Ops. Non volevo mancarle di rispetto” dice Poirot, “Oh beh, almeno potrebbe provarci” risponde Miss Hubbard/Michelle Pfeiffer), riprese dall’alto a far da virtuosismo fine a se stesso, qualche tentativo di movimentazione action, ma soprattutto un caravanserraglio di grandi attori e star a dar lustro e lustrarsi (oltre ai citati Depp, Dench, Cruz, Dafoe). La trama ovviamente non riserva sorprese rispetto all’originale e la promessa di un sequel (ovviamente in Egitto!) la dice lunga sulla certezza dei produttori di aver costruito qualcosa di sfruttabile nel tempo, una saga alternativa ai cinecomics, ai cartoons e ai fantakolossal, specificatamente dedicata a un pubblico più anziano.

D’altra parte un po’ più di ritmo sarebbe stato gradito, così come qualche deviazione. Perché il suo voler essere un divertissement compiacente (e compiaciuto) è anche un limite. Qui siamo di fronte a un giallo tirato a lucido ma anche ineluttabilmente pantofolaio. E il politically correct valido per tutte le razze e le latitudini non giova più di tanto.

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