Babylon, la recensione del nuovo film di Damien Chazelle

Arriva nelle sale italiane uno dei film più rumorosi della stagione

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Babylon, nei cinema italiani dal 19 gennaio con Eagle Pictures, è il nuovo, frizzante musical di Damien Chazelle, un’epopea sfrenata ambientata nella Hollywood della Golden Age guidata da Brad Pitt nei panni di Jack Conrad, Margot Robbie in quelli di Nellie LaRoy e Diego Calva nel ruolo di Manny Torres, con un cast corale che include Tobey Maguire, Jovan Adepo, Olivia Wilde, Jean Smart e Li Jun Li.

IL FATTO

Una storia di ambizioni smisurate e di eccessi oltraggiosi, che ripercorre l’ascesa e la caduta di molteplici personaggi in un’epoca di sfrenata decadenza e depravazione nella sfavillante Hollywood degli anni Venti e Trenta, quando il cinema passò dal muto al sonoro, tra giovani stelle in cerca di fama, attori affermati in discesa sul viale del tramonto, aspiranti produttori, registi visionari, amori impossibili e drammatiche svolte.

Lukas Haas e Diego Calva in “Baylon”

 

L’OPINIONE

Se dovessimo scegliere un solo aggettivo per descrivere il nuovo film di Chazelle, (girato in 35mm anamorfico) questo sarebbe “colossale”. Su 188 minuti, almeno 120 sono un euforico, epico viaggio nella Hollywood dei ruggenti anni Venti, mirabilmente ricostruita grazie a quindici anni di ricerche, che restituisce attraverso lunghi piani sequenza, tra il ritmo sincopato di Whiplash e il lirismo di La La Land, sogni, libertà, ambizioni, follie, eccessi, trionfi, cadute di un pugno di outsider, capaci di costruire sulla sabbia del deserto californiano una grande industria e una nuova cultura. I primi anni della settima arte finiscono dunque sotto il microscopio di Chazelle, che ci regala un inizio folgorante e mette rocambolescamente in scena le tumultuose trasformazioni del cinema, con il passaggio dal muto al sonoro, e quelle di un’intera società, che cominciò a darsi nuove regole morali, facendo di una piccola, eterogenea comunità di visionari la sintesi del “tutto” americano. Una lettera d’amore al cinema e ai suoi protagonisti (gli attori hanno il privilegio di condividere l’immortalità di dei e fantasmi) che fa il paio con quella firmata da Steven Spielberg. Ma se The Fabelmans è un racconto intimo e privato, l’affresco sociale di Chazelle è frenetico e non concede tregua. Alcuni critici americani hanno storto il naso parlando di caos, ma quello di Chazelle è cinema allo stato puro, senza freni e senza cinture di sicurezza. E Margot Robbie non ha paura di niente.

SE VI È PIACIUTO GUARDATE ANCHE… Cantando sotto la pioggia, Intolerance, The Artist, La dolce vita.  

Damien Chazelle: «Oggi a Hollywood tanta paura e conformismo»

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
babylon-la-recensione-del-nuovo-film-di-damien-chazelleUsa, 2022. Regia di Damien Chazelle. Con Margot Robbie, Brad Pitt, Diego Calva, Tobey Maguire, Max Minghella, Lukas Haas, Li Jun Li. Distribuzione Eagle Durata 3h e 8’. In sala dal 19 gennaio