Berlinale 2023 | Someday We’ll Tell Each Other Everything, la recensione

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Someday We’ll Tell Each Other Everything

In concorso alla Berlinale 2023, Someday We’ll Tell Each Other Everything si svolge nell’estate del 1990 in Turingia, nella da poco ex Germania dell’Est. Maria sta per compiere 19 anni, vive con il fidanzato Johannes nella fattoria dei genitori di lui e preferisce perdersi nei libri piuttosto che concentrarsi sul diploma. Dopo la riunificazione per la Germania è l’alba di una nuova era, ma la giovane ha un altro pensiero: Henner, il proprietario della fattoria confinante, uomo carismatico e segnato dalla vita con più del doppio degli anni della ragazza. Ma la passione e il desiderio esplodono

In concorso alla Berlinale 2023, Someday We’ll Tell Each Other Everything è davvero un film d’altri tempi, quelli in cui gli amplessi erano un buon modo per portare la gente al cinema, inserendo le bollenti passioni in impianti da cinema d’autore. Ma di Bertolucci, Oshima e Verhoeven non ce ne sono molti in giro.

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Emily Atef è una regista con all’attivo alcuni film interessanti, tra cui More than Ever, uno degli ultimi film interpretati dal compianto Gaspard Ulliel, presentato all’ultimo festival di Cannes.

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Questa volta la cineasta di origine iraniana si perde in un amour fou ispirato dalla letteratura russa (la giovane Maria legge nella torrida estate I fratelli Karamazov, ma sono anche chiarissimi i riferimenti a Il Maestro e Margherita di Bulgakov) lasciandosi scivolare dalle dita una storia che sarebbe potuta essere molto più interessante se scandita da un numero minore di accoppiamenti selvaggi tra i due protagonisti.

L’ambientazione immediatamente successiva alla riunificazione è infatti carica di contenuti, dal giovane fidanzato artista proiettato nel futuro ma che vuole preservare la memoria di un tempo e di un luogo destinato a sparire, alla diffidenza di coloro non più oltre cortina nei confronti degli occidentali colonizzatori delle loro terre.

Il rapporto tra passato e futuro è la base della relazione tra Maria ed Henner, con la giovane che non si vuole staccare da un uomo che è impersonificazione di un paese che lo ha spezzato e che lei, nuova Eva nella terra promessa, vuole curare per farlo tornare alla vita.

Sarebbe stato interessante, purtroppo Atef preferisce sottolineare continuamente il rapporto quasi animalesco e di reciproca sottomissione che c’è tra i due, lasciando sullo sfondo elementi che avrebbero arricchito molto di più l’impianto narrativo del film.

Anche la persistente nudità dei protagonisti, in particolare della effettivamente incantevole Marlene Burow, dettata da ispirazioni pittoriche e studio dei corpi, finisce con l’essere fine a sé stessa e alla lunga stucchevole e superflua.

Someday We’ll Tell Each Other Everything è un’occasione mancata, quella di raccontare un pezzo di Storia da un punto di vista inedito e con un racconto intrigante. Purtroppo ne esce fuori un melodramma ripetitivo e prevedibile, con un finale più volte annunciato e pochissima empatia nei confronti di questi amanti destinati a essere, più che maledetti, maledettamente dimenticabili.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
berlinale-2023-someday-well-tell-each-other-everything-la-recensioneIn concorso alla Berlinale 2023, Someday We’ll Tell Each Other Everything si svolge nell'estate del 1990 in Turingia, nella da poco ex Germania dell'Est. Maria sta per compiere 19 anni, vive con il fidanzato Johannes nella fattoria dei genitori di lui e preferisce perdersi nei...