Boiling Point, la recensione

Nelle sale dal 10 novembre il film culinario diretto da Philip Barantini

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Andy Jones è uno chef la cui fama è in ascesa soprattutto da quando si occupa, con il suo team, della cucina di un ristorante già noto in città ma che, con l’arrivo di Andy, richiama una clientela piuttosto varia. Il film racconta un’intera giornata dentro al locale. E sin dall’avvio è chiaro che le difficoltà non mancheranno: un’ispezione dell’ufficio d’igiene che abbasserà il rating precedente, i fornitori che non consegnano ciò che serve per proporre l’intero menù previsto, gravi ritardi si registrano nell’arrivo del personale.

Con l’arrivo degli ospiti, i problemi non sembrano diminuire e tutto il personale di sala e di cucina è travolto dalle richieste dei clienti tra cui un arrogante famiglia, un gruppo di influencer, l’ex capo di Andy. Il tutto, in un crescendo di ansia ed agitazione che culminerà con un gran finale rocambolesco.

L’OPINIONE

Boiling Point ha diversi pregi tra cui la durata inferiore a due ore e che – in un’epoca in cui siamo tormentati da chef superstar che frequentano più gli studi televisivi che le loro cucine – ci riconcilia con i cuochi tramite Andy, talentuoso rappresentante della categoria ma, soprattutto, un essere umano sull’orlo di una crisi di nervi verso il quale proviamo subito empatia. Che l’intera trama si svolga all’interno del ristorante è ardito, ma il rischio di un effetto claustrofobico è scongiurato dalla scelta sapiente di girare l’intera pellicola in piano sequenza, immergendo lo spettatore nell’ambientazione e rendendolo partecipe della scena incalzante.

La cucina e le cucine professionali sono di moda e viverne una dall’interno è interessante, soprattutto perché il regista si sofferma molto più sull’elemento umano che sui cibi; trionfa l’idea che è il lavoro di squadra a fare la differenza e non l’arroganza di un solo chef al comando.

È possibile che non ricorderemo Boiling Point per scene cult, né per interpretazioni emozionanti, né per musiche o immagini indelebili ma è probabile che il film lasci in noi il ricordo di un’ora e mezza di cinema piacevole, ben girato e in grado di animare una trama basica con rappresentazioni di umanità che attraggono e un ritmo che coinvolge.

SE VI È PIACIUTO (RI)GUARDATE ANCHE…

Il pranzo di Babette, del 1987, diretto da Gabriel Axel, che emoziona ancora per originalità e ritmi travolgenti e che fa della cucina un’arte in cui il gesto umano fa la differenza.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO
boiling-point-la-recensioneUK, 2021. Regia Philip Barantini. Interpreti Stephen Graham, Vinette Robinson, Jason Flemyng. Distribuzione I Wonder Pictures/Valmyn. Durata 1h e 32'.