DOBBIAMO PARLARE

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Id., Italia, 2015 Regia Sergio Rubini Interpreti Sergio Rubini, Fabrizio Bentivoglio, Maria Pia Calzone, Isabella Ragonese Distribuzione Cinema Durata 1h 38”

In sala dal

19 novembre

Vanni, scrittore, e Linda, sua collaboratrice, convivono in un attico romano. I loro più intimi amici sono Alfredo e Costanza, chirurgo lui e dermatologa lei, una coppia perennemente in crisi. L’ennesimo contrasto tra loro si celebra proprio a casa di Vanni e Linda e finisce con il coinvolgere anche questi ultimi, che si rivelano meno felici di quanto sembra.

Prima ancora di aver visto il film (nato da un testo di Sergio Rubini Carla Cavalluzzi e Diego Silva come prova teatrale e presto di nuovo a teatro) si è parlato del suo essere un Carnage all’italiana. Questo perché la pellicola di Polanski tratta dall’opera di Yasmine Reza metteva sempre confronto due coppie. Ma mentre quello era un gioco al massacro tra quattro genitori che tornavano a uno stato primitivo per sanare una lite tra i loro figli, qui si mette in scena con efficacia lo sgretolarsi vero e proprio dei sentimenti. La coppia più litigiosa, becera e antipatica (in sovrappiù anche di destra) squarcia il velo di ipocrisia che ha mascherato da anni la relazione della coppia progressista e illuminata di sinistra, apparentemente senza problemi e non legata al denaro come l’altra. Non si può essere sicuri che i primi recupereranno il loro ménage (e in fondo poco importa), ma di certo sono più genuini dei secondi. Il film è tutto in questa continua partita a tennis, nel gioco di accuse e recriminazioni che si nasconde tra le pieghe di tanti matrimoni e convivenze. Certo, l’impianto è teatrale, anche perché si svolge quasi interamente tra le mura domestiche di Vanni e Linda, ma Rubini sa dare ritmo al film grazie a sapienti movimenti di macchina. Con la parola a farla da padrone i risultati migliori vengono dal duo Fabrizio Bentivoglio (Alfredo) e Maria Pia Calzone (Costanza). Nonostante un accento romano tutto suo, Bentivoglio è felicemente strabordante e si conquista molta simpatia, mentre la seconda lavora di sguardi e piccoli veleni. Sull’altro versante Rubini è un po’ frenato nei panni di Vanni, che è anche il personaggio più ambiguo, e lascia a Isabella Ragonese il non riuscito compito di rendere meno sopra le righe una Linda troppo prigioniera dei suoi isterismi.

Valerio Guslandi