JUPITER E IL DESTINO DELL’UNIVERSO

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Jupiter Ascending Usa, 2015 Regia Andy e Lana Wachowski Interpreti Sean Bean, Channing Tatum, Mila Kunis, Eddie Redmayne, Douglas Booth Sceneggiatura Andy e Lana Wachowski Produzione Grant Hill, Andy e Lana Wachowski Distribuzione Warner Durata 2h e 5′

In sala dal 

5 febbraio

Orfana di padre, la giovane Jupiter, di origine russa, lavora con i parenti a Chicago in una modesta impresa di pulizie. Il destino però le riserva la sorpresona: nell’universo (il “versus”) c’è chi non vede l’ora di ucciderla (perché? Vedere per sapere). Fortunatamente il guerriero geneticamente modificato Caine viene mandato a salvarla, giusto per scaraventarla nella società intergalattica, dove tra razze varie e il tempo a fungere da bene più prezioso, finirà oggetto sempre meno passivo delle assai poco siderali beghe e complotti sanguinosi tra i tre fratelli Abrasax, il più fetente dei quali è nientemeno che il padrone della Terra.

Era forse un altro “versus” quello in cui i Wachowsky Andy e Lana (ex Larry) pensavano e dirigevano gioielli come Bound e la trilogia di Matrix? Cominciamo a sospettarlo, perché queste costipatissime due ore di fantascienza, misticismo, action, commedia, love story si riducono essenzialmente a una favolona, persin scontata nei suoi meccanismi narrativi. Risibilità a parte («comandante il quadro mi segnala un ping vicino a noi! »), i fratelli non riescono più a uscire da una dimensione del Luna Park finto serioso; puntano ad allargare le zone della coscienza (forse) e anche a una filosofica denuncia anti-capitalista ma intanto si compiacciono nei più abusati cliché narrativi delle storie hollywoodiane. Il 3D è al servizio di battaglie isteriche e apocalittiche distruzioni, in compenso alcune idee visive sono straordinarie (a conferma che la loro fantasia è sempre di prim’ordine in quanto a doti visionarie, con un bel team tecnico – scenografi, costumisti, truccatori, fotografi, maghi del computer – di supporto). Il cast è tutto o quasi di giovani star in ascesa, da Mila Kunis dagli occhi vivaci a Channing Tatum, costretto a fare grrr grr prima di passare all’azione (ha geni di lupo il licatante – sic! – e speriamo sia solo quello il danno collaterale), da Eddie Redmaine molto efficace nei panni di uno sdilinquito e crudele Signore del Mondo (e dopo la sua mirabile performance in Le origini del tutto, si ha la conferma di uno eclettismo interpretativo davvero considerevole) a Sean Bean che sembra sempre e comunque un militante dell’IRA. Non è tutto da buttare via, ci mancherebbe altro, però così tanto sciorinare di invenzioni, riflessioni e “spiegoni” più o meno meno parascientifici per buttarla in favola! Ma allora Interstellar va ulteriormente rivalutato! Concludendo burocraticamente: “la visione del film è consigliata a un pubblico non superiore ai 18 anni”.

Massimo Lastrucci