“LA BATTAGLIA DI HACKSAW RIDGE”: LA RECENSIONE

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Usa, 2016 Regia Mel Gibson Interpreti Andrew Garfield, Teresa Palmer, Sam Worthington, Vince Vaughn, Luke Bracey, Hugo Weaving, Rachel Griffiths, Richard Roxburgh Distribuzione Eagle Pictures Durata 2h e 11’

Al cinema dal 2 febbraio 2017

1942. Seguace della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, fidanzato e innamoratissimo dell’infermiera Dorothy Schutte quanto infervorato dal dovere di patria, Desmond Ross si arruola volontario ma impegnandosi al contempo a non impugnare mai un’arma. L’esercito proverà in tutti i modi, anche quelli più umilianti, a farlo desistere, ma invano. Aggregato come soccorritore, nell’infermo di Okinawa si coprirà di gloria salvando ben 75 uomini da morte sicura.

Già dalla prima scena Mel Gibson mette le carte in tavola: ralenti di proiettili che impattano nei corpi, urla dentro e fuori campo, soldati in fiamme scagliati nell’aria. Per lui la guerra è sicuramente orrenda (“in tempo di pace i figli seppelliscono i padri, in tempo di guerra sono i padri a seppellire i figli”) ma anche possibilità di spettacolo puro. Dichiara il virile cineasta: “Bisogna amare i guerrieri e prestargli omaggio. Il film è un modo per onorare le persone che hanno sofferto così tanto…con le scene di battaglia l’importante è non essere confusi, si deve seguire la cosa come se si trattasse di un evento sportivo, seguendo gli attori. Se non si seguono le strategie la battaglia diventa meno coinvolgente. Ma tutto questo cercando anche di rendere l’idea di caos assoluto”. Meglio per confermare l’ambiguità essenziale del cinema bellico, anche quando sbandiera i propositi più pacifisti, non si potrebbe dire.

Hacksaw Ridge è sontuoso nelle scene “d’azione” e nell’epica più classica (e scontata se vogliamo), un po’ zuccheroso al contrario nella vita quotidiana in quel di Virginia, con l’amore che più amore non si può e il conflitto col padre alcolizzato e ancora preda degli incubi da reduce (della Grande Guerra). Gibson usa bene l’accetta e come tale va accolto (da Braveheart ad Apocalypto passando per La Passione di Cristo, stile e filosofia non cambiano), inutile chiedergli finezze che lui rifugge. E anche gli attori si adeguano, così Andrew Garfield da gnoccolone spaesato (all’inizio) acquista nel corso della storia sempre più senso e spessore. Gustosa la caratterizzazione di Vince Vaughn, sergente istruttore da “manuale” (cioè si vede che ha visto sia Kubrick che Eastwood).

Sei le Nomination agli Oscar e questo comunque sancisce che, semmai nel caso di Gibson si sia potuto parlare di crisi e declino (almeno a giudicare dalle sue ultime interpretazioni come attore), Hacksaw Ridge ha zittito tutti e promette di fare del suo prossimo annunciato progetto, dal titolo che è tutto un programma: Beserker (!!!), uno dei più attesi dai fan del genere romantico-action-muscolare.

Massimo Lastrucci

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