Non così vicino, la recensione del film con Tom Hanks

La nostra recensione della commedia di Marc Forster con Tom Hanks, in uscita il 16 febbraio per Warner Bros. Entertainment Italia

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Otto (Tom Hanks) non ne può proprio più dell’umanità che gli sta intorno. Quegli “idioti” (così li definisce borbottando) che violano la sua proprietà transitando per la stradina privata del quartiere, sbagliano a fare la raccolta differenziata o non parcheggiano correttamente le biciclette. Ma la vita in sé, a ben vedere, sembra non aver più molto da offrire al vedovo ormai anziano, solo e indotto al pre-pensionamento dall’azienda dove lavorava come operaio.

Lo vediamo infatti, all’inizio di Non così vicino (A Man Called Otto, dal 16 febbraio nelle sale italiane per Warner), mentre è intento ad acquistare una corda per impiccarsi (non senza polemizzare sul prezzo) e raggiungere così l’amata moglie Sonya (Rachel Keller), che andandosene sembra essersi portata via tutta la tenerezza e la voglia di andare avanti dell’uomo. Ma forse proprio alcune di quelle persone fastidiose che lo importunano con le loro esistenze confusionarie, potranno fargli cambiare idea.

Non sorprende che il romanzo svedese L’uomo che metteva in ordine il mondo (2012) di Fredrik Backman e la connazionale trasposizione cinematografica Mr. Ove di Hannes Holm (2017, candidata all’Oscar) abbiano ispirato un remake hollywoodiano. Sembra scritta per piacere ed essere fatta propria da una certa Hollywood la storia di questo piccolo borghese conservatore dal cuore grande (letteralmente, e non è una fortuna), divenuto scontroso e misantropo per le offese di un destino e di una società percepiti come ostili. Un po’ come tanto ceto medio (anche) statunitense, che non capisce più un mondo cambiato rapidamente ed è vessato dai grandi poteri economici (nell’originale i “colletti bianchi” collusi con aziende private, qui una rapace società immobiliare che vuole sfrattare gli inquilini).

Ma è soprattutto stilisticamente che il film nordeuropeo sembrava già presupporre la sua, sostanzialmente fedele, esecuzione made in USA, con quell’accorto dosaggio di dramma e commedia, risata e tragedia, umorismo nero e buoni sentimenti, amarezza e rilancio della fiducia nell’arte (difficile) di vivere. A informare di sé la maturazione di un ragazzo invecchiato che (re)impara ad aprirsi all’altro in più di un senso, compreso quello delle varietà etniche, di preferenze sessuali e di genere.

Poche e “chirurgiche”, non a caso, le variazioni necessarie all’eclettico regista Marc Forster (Monster’s Ball, Neverland, Quantum of Solace, World War Z) e allo sceneggiatore David Magee (Vita di Pi, Il ritorno di Mary Poppins e il prossimo La Sirenetta) per tradurre adeguatamente la formula del prototipo negli USA contemporanei: ad esempio, la vicina con famiglia che irromperà esuberante ed empatica nella vita di Otto è qui la messicana Marisol (Mariana Treviño), mentre al posto della coppia gay di Mr. Ove abbiamo il giovane transgender Malcolm (Mack Bayda).

La riscrittura ha però anche il merito di asciugare significativamente la parte più debole del lungometraggio svedese, i troppi e lunghi flashback sul vissuto di Ove/Otto sospesi tra memoria idealizzata e facile commozione, riducendoli all’essenziale e ridimensionando la didascalica voce narrante in favore di un funzionale montaggio parallelo.

Offrendo in aggiunta al protagonista e co-produttore Hanks un interessante variazione sui suoi personaggi abituali. Il suo Otto (interpretato nella versione giovane dal figlio Truman), tutto giocato in sottrazione e compressione di un’emotività che a tratti (e tanto più intensa) erompe, sotto la dura scorza ha il calore di un piccolo, attempato Forrest Gump formato condominio, che aiuta a redimere la sua comunità dopo che quest’ultima ha saputo redimere lui. Ma gli tiene testa Mariana Treviño (tra i suoi precedenti ruoli sullo schermo, lo spin-off di Narcos e la versione messicana di Perfetti sconosciuti), che infonde alle corde del personaggio una prorompente vis comica.

RASSEGNA PANORAMICA
VOTO:
non-cosi-vicino-la-recensione-del-film-con-tom-hanksOtto (Tom Hanks) non ne può proprio più dell’umanità che gli sta intorno. Quegli “idioti” (così li definisce borbottando) che violano la sua proprietà transitando per la stradina privata del quartiere, sbagliano a fare la raccolta differenziata o non parcheggiano correttamente le biciclette. Ma...