LA MAGIA DI ”SONG OF THE SEA” ALL’IRISH FILM FESTA DI ROMA

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Dopo la candidatura all’Oscar come Miglior Film d’Animazione, il bellissimo Song of the Sea di Tomm Moore conclude l’8° Irish Film Festa di Roma

song of the seaCi sono film che, una volta visti, scorrono via, lasciando addosso allo spettatore un vago ricordo, quasi irrintracciabile nel tempo. Ce ne sono altri, invece, che restano impressi, che non si staccano, divenendo una fortuna, un valore aggiunto per chi ha la nobiltà d’animo per comprenderli e farli propri. La potenza del cinema, però, non arriva esclusivamente dalle pellicole così dette ”grandi”, ma riesce a sprigionarsi anche attraverso le storie ”piccole” e ”semplici” – ma intimamente meravigliose – come nel caso dello splendido Song of the Sea. Il film d’animazione, diretto dall’irlandese Tomm Moore, dopo essere stato candidato all’Oscar, presentato allo scorso Festival di Roma e aver vinto numerosissimi riconoscimenti, ha infatti concluso l’8° Irish Film Festa di Roma all’insegna della magia e dell’incanto celtico.

Song of the Sea racconta il fantastico viaggio della piccola Saoirse, nata subito prima della scomparsa di sua madre, e cresciuta con il padre Conor, il fratello Ben e il cane Cu all’interno di un bellissimo faro a strapiombo sul mare. Saoirse non parla, ma suona la piccola conchiglia che ha lasciato sua mamma e, soffiando all’interno di essa, fa comparire delle piccole luci che l’attirano in un mondo incantato e misterioso.

song of the seaLa storia, per l’appunto, è una rilettura animata delle mitologiche Selkie, ovvero le donne che, nella fervente cultura sia irlandese sia scozzese, durante le notti di luna piena, si trasformano in candide foche. E proprio a cavallo tra il verde celtico e l’azzurro cobalto del cielo, Tomm Moore, grazie ai luminosi disegni che compongono il film (e a cui hanno collaborato anche numerosi disegnatori italiani), riesce a parlare a grandi, bambini e animali, mettendoli in connessione tra loro per ricostruire un equilibrio eufonico fatto di musica, immagini e poesia. Song of the Sea però va oltre l’animazione, sfiorando con sensibilità ed emotività temi delicati come la perdita di un caro, la fondamentale forza della natura, l’amore fraterno e il valore dell’amicizia. Il tutto raccontato con un’alternanza semplice – ma non semplicistica – di emozioni che restano in bilico tra sorriso e lacrima, per una fiaba che riempie il cuore di bellezza e immaginazione. L’augurio più grande è che Song of the Sea, dopo il successo in giro per il mondo, trovi presto una distribuzione italiana che lo regali al grande pubblico, così da far arrivare a tutti la splendida canzone del mare.

Damiano Panattoni

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