POPCORN DA HOLLYWOOD #3: AL CINEMA CON QUENTIN

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DI MARCO GIOVANNINI

Chi passa per Los Angeles farebbe bene a inserirlo nella lista – non lunga – degli edifici da non mancare. Come un monumento, perché museo sarebbe un po’ troppo. Anche se Quentin Tarantino – non certo timido quando parla di se stesso – ama autodefinirsene “curatore”. Il New Beverly Cinema (7165 Beverly Blvd, Los Angeles, CA), “the premier revival theatre in Los Angeles”, è una lettera d’amore al tempo e al cinema che fu, quando digitale non si sapeva cosa volesse dire e anche i B movie erano proiettati su pellicola a 35 millimetri.

A chi gli chiede se è mai andato a scuola di cinema, Tarantino risponde: «no, ma sono andato al cinema… ». Soprattutto a quel cinema, un solo schermo, 228 posti, specializzato in exploitation e doppi spettacoli, che in passato aveva avuto altre vite e altre storie: teatro di vaudeville (ci si esibirono anche Dean Martin & Jerry Lewis), nightclub (Slapsy Maxie’s, dal nome del pugile-attore Maxie Rosenbloom). Una decina di anni il proprietario Sherman Torgam, se la passò male, Tarantino cominciò a versargli cinquemila dollari al mese per non farlo chiudere. Â«È il mio contributo alla storia del cinema, la mia beneficienza a una giusta causa », spiegò. «Se non ci fosse più, la qualità della mia vita ne risentirebbe ». E così quando nel 2007 Torgam morì all’improvviso, comprò addirittura le mura prima che qualcun altro lo trasformasse nell’ennesimo supermercato di elettronica o addirittura in una chiesa. Ma ne lasciò la gestione al figlio Michael. Oggi, sette anni dopo, ha deciso che era arrivato il momento di seguirlo di persona. E da ottobre è anche “esercente”, come in Italia Nanni Moretti.
Prima mossa: far sparire il proiettore digitale che era stato aggiunto per stare al passo con i tempi. Seconda: aprire i lucchetti della camera blindata che ospita la sua mitica collezione di pellicole. La gran parte delle pizze dei film programmati sono di sua proprietà. Le ha comprate, scambiate o “scommesse” (prima di Django fece un patto con la Columbia: se il film avesse incassato più di 100 milioni di dollari, voleva due copie del loro archivio. Scelse Bob & Carol & Ted & Alice di Paul Mazursky, che gli restaurò il colore personalmente. È stato il film d’apertura del suo cinema, omaggio al regista appena scomparso).
Kung fu, agenti segreti, noir esotici, revenge film, ma anche Gary Cooper («l’attore più bello dopo Elvis »), il complice Samuel Jackson, e il grande Steve McQueen, in uno dei suoi film meno conosciuti: Enemy of the People, tratto da Ibsen attraverso la versione di Arthur Miller.
Insomma, Tarantino ogni sera replica per il pubblico le proverbiali serate in casa sua in cui assemblava pellicole simili, aggiungendoci il bonus di trailer, corti, e perfino una playlist a tema. Il prezzo è popolare (8 dollari per due film, ridotti a 6 per ragazzi e senior, 2 dollari per i popcorn, 1 per la Coca Cola, ora che nella ristrutturazione sono stati aggiunti braccioli portabibite).
Il suo business plan lo enuncia come farebbe uno dei suoi personaggi: «se la gente viene, bene; se no, fuck them…! »
Fra un mese comincia la preproduzione del suo ottavo film, il western Hatelful Eight, che ha deciso di girare fra le nevi del Colorado, nei dintorni di Telluride. È ambientato alcuni anni dopo la fine della guerra civile, e ruota intorno al viaggio di una diligenza in Wyoming. Un super cast di suoi fedelissimi (Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Walton Goggins, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern) e interessanti new entry (Demian Bichir, Channing Tatum, Jennifer Jason Leigh). Prima al festival di Toronto, settembre 2015, e distribuzione in sala alla fine dell’anno in 70 millimetri. Ma non per questo trascura il suo nuovo cinema, visto che ha già preparato nel dettaglio il programma fino a dicembre. Per cui anche se non passate per Los Angeles, potete lo stesso virtualmente partecipare al “gioco del cinema” con l’enciclopedico Quentin (https://www.thenewbev.com/calendar/) I suoi sempre fantasiosi e spiazzanti accorpamenti tematici (Le Mans & il raro documentario The Racing Scene con James Garner) o temporali (il ventesimo anniversario comune di Pulp Fiction e di Léon di Luc Besson). E se capita come in questa settimana che ci sia un film da cinema “normale” come l’epico Interstellar, non vi preoccupate: a mezzanotte potreste sempre rifarvi con la fantascienza stracult di The Girl From Starship Venus). C’è molto da imparare ancora di più da divertirsi.