Anatomia di una caduta (Anatomie d’une Chute), la recensione della Palma d’oro di Cannes 2023

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Sandra Hüller, Anatomie d’une Chute (Anatomy of a Fall)

Anatomia di una caduta (Anatomie d’une Chute) di Justine Triet è il film vincitore della Palma d’oro del 76° Festival di Cannes, legal drama su una relazione di coppia con Sandra Hüller (Vi Presento Toni Erdmann, 2016). Il film sarà distribuito in Italia da Teodora Film.

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IL FATTO:

Sandra, Samuel e il loro figlio di 11 anni non vedente, Daniel, vivono da un anno in montagna lontano da tutto. Un giorno, Samuel viene trovato morto ai piedi della loro casa e viene aperta un’inchiesta per morte sospetta. Sandra viene presto denunciata nonostante il dubbio: suicidio o omicidio? Un anno dopo, Daniel assiste al processo della madre, una vera vivisezione della coppia.

L’OPINIONE:

Justine Triet (Tutti gli uomini di Victoria, 2017) ha già dimostrato la sua abilità nell’esplorare con onestà l’animo femminile anche nei suoi aspetti più controversi. Con Anatomia di una caduta (Anatomie d’une Chute), suo quarto lungometraggio in concorso al Festival di Cannes, Triet scandaglia i rapporti tra uomini e donne.

Il film è basato sull’idea di vivere un incubo”, dice la regista che questa volta esplora come una coppia si disgrega e sceglie come dispositivo narrativo un processo nel quale la storia dei due viene sezionata metodicamente.

Anatomie d’une Chute (Anatomy of a Fall) replica con estrema precisione i meccanismi legali, sviscerati dalla regista e sceneggiatrice grazie al contributo di un avvocato penalista, Vincent Courcelles Labrousse, per conferire il maggior realismo possibile.

Al centro della relazione di Sandra e Samuel c’è il loro figlio non vedente Daniel, interpretato da Milo Machado Graner, il bambino è testimone della tragedia. Triet sceglie di capovolgere i ruoli in una progressiva discesa agli inferi.

Sandra Hüller, vincitrice dell’Orso d’argento e dell’EFA per la miglior interpretazione femminile per Vi Presento Toni Erdmann (2016) e già interprete in Sibyl – Labirinti di donna (2019) della stessa Triet, in Anatomie d’une Chute (Anatomy of a Fall) interpreta Sandra, accusata e condannata per la morte di Samuel. “Ho scritto la parte per lei – dice la regista – Ha portato un senso di convinzione nel film che mi ha travolto”.

Ipotesi, sospetti e dubbi accompagnano il racconto per tutto lo svolgimento del film, la cui storia viene svelata progressivamente. Omicidio o suicidio? La regista francese, in modo graduale e delicato, sviluppa con metodo e precisione un racconto sorprendente, senza farsi scrupolo di esplorare anche gli aspetti più oscuri e intimi della relazione di coppia, per lasciare allo spettatore il giudizio.

Anatomie d’une Chute (Anatomy of a Fall) è il racconto accurato di un caso complesso che intreccia diversi temi, dalla relazione di coppia alla maternità, al peso del giudizio degli altri. Al livello estetico, il film ha un aspetto ruvido quasi documentaristico, che aggiunge realismo e potenza alla narrazione.

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Saint Omer (2022) di Alice Diop, film vincitore del Gran Premio della Giuria alla Mostra del Cinema di Venezia 2022, che narra la storia di un processo altrettanto complesso e controverso.

RASSEGNA PANORAMICA
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