Dal barbiere di “Happy End” alla parrucchiera di “Fortunata”: il mistero è nei capelli

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Avevamo cominciato l’avventura con l’omaggio a Ignazio Sulas, il sardo che a Londra è diventato l’amico coiffeur fidato della famiglia Redgrave/Nero e in Italia torna solo per il festival di Tavolara. Era uno scherzo amichevole, e invece i parrucchieri sono risultati importanti a Cannes, e non solo perché fanno bello il red carpet, ma perché vengono loro dedicati interi film, come alla parrucchiera di Fortunata che ha regalato a Jasmine Trinca il premio come migliore attrice di Un Certain Regard, e finisce con dedica a Roberto D’Antonio, il coiffeur più amato dal cinema e ora anche un po’ kingmaker, dietro le quinte, per cast e autori. Sulla Croisette ci si prende cura di tutti. Nel film di Haneke Happy End è proprio  Dominique Besnehard , il più famoso agente di tutto il cinema francese, oggi anche produttore (trionfale la serie quasi autobiografica 10 pour cent), ad interpretare il parrucchiere-barbiere di provincia che taglia i capelli all’anziano Jean Louis Trintignant in una scena cruciale. Il solo personaggio timido e senza pecca del film, al punto di rifiutare un’offerta vantaggiosissima, ma amorale.
Il controverso film di Ozon, L’amant double, comincia con il taglio in primo piano della folta e scurissima chioma della protagonista Marine Vacht fino ad arrivare, non certo per caso, a uno stile Rosemary’s Baby. Dopo quella nitida, semplicissima inquadratura, cominciano purtroppo a piovere metafore e i simboli. Ma c’è indubbiamente un mistero pilifero nelle oscurità del Palais, se una delle immagini che più restano di questa modesta Cannes sono i lunghissimi capelli neri che fluttuano nell’acqua, spuntando dalla grande valigia azzurra riempita con un misterioso cadavere e gettata nel lago nella serie Top of the Lake firmata da Jane Campion.

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