Boris è tornato, la (fuori)serie cult italiana sarà disponibile con la quarta stagione su Disney + dal 26 ottobre con 8 nuovi episodi. Nell’ultima giornata della Festa del Cinema di Roma 17 i registi e sceneggiatori Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo e tutto il cast hanno presentato le prime due puntate della nuova stagione che si conferma di altissima qualità: stavolta la satira non è più rivolta alla tv generalista italiana ma alle piattaforme internazionali e ai loro prodotti standardizzati, politicamente corretti, dalle trame che lasciano spesso a desiderare, delle versioni con più soldi de Gli occhi del cuore, la fiction protagonista delle prime tre stagioni di Boris. “Proprio per l’attesa, i rischi, e la voglia di preservare quel gioiello oltre al prodotto di esperienza che per noi è stata Boris, nonostante il desiderio e le spinte in questi lunghi anni prevaleva sempre la voglia di non ripartire. Poi sono successe cose vere e quelle ci hanno fatto pensare che invece il momento fosse davvero tornato, una era che con l’arrivo delle piattaforme era riesploso il fenomeno di Boris, l’altra forse paradossalmente la mancanza di Mattia Torre credo che abbia influito a volerlo fare per noi e per lui”, ha spiegato Lorenzo Mieli, produttore per The Apartment.
Di nuovo alla sceneggiatura e alla regia Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo senza il compianto Mattia Torre, scomparso nel 2019: “I personaggio di Boris sono legati alla realtà, non potevamo avere una soluzione “alla Simpson”, dove non sono mutati i rapporti, dovevano per forza aver abitato questo mondo, ci sono state grosse trasformazioni perché quel mondo era radicalmente cambiato nel frattempo. Abbiamo capito che Boris non poteva sottrarsi al compito di parlare del momento televisivo, anche se televisivo non è più perché la tv contemporanea è fatta di contenuti, è diversa dalla tv di un tempo. Il tentativo è stato quello di cercare di cambiare tutto per non cambiare niente, quindi se vediamo ad esempio Alessandro (Alessandro Tiberi) che ha un ruolo diverso in realtà rimane comunque uno schiavo, in un altro posto ma sempre schiavo. Corinna e Stanis magari si sono anche sposati ma continuano a odiarsi intimamente, quindi è una situazione “gattopardesca”, cambiare tutto per non cambiare niente”.
Nelle nuove puntate vediamo infatti René Ferretti (Francesco Pannofino) alle prese con una piattaforma internazionale. La serie che René deve girare stavolta è Vita di Gesù, da un’idea di Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti) che non solo vestirà i panni del protagonista, notoriamente morto a 33 anni quando lui ne ha 50, ma anche quelli di produttore, con la sua SNIP (So Not Italian Production). Stanis l’ha fondata con Corinna (Carolina Crescentini), che da qualche anno è anche sua moglie. La scrittura di Vita di Gesù è stata affidata poi ai soliti tre sceneggiatori (Valerio Aprea, Andrea Sartoretti e Massimo Di Lorenzo). Coproduttore e organizzatore è Lopez (Antonio Catania), che, in pensione dalla Rete, si è reinventato produttore con la sua QQQ (Qualità, Qualità, Qualità). L’occasione da non lasciarsi sfuggire è che la piattaforma europea più importante sta seriamente prendendo in considerazione il progetto ma, prima del via libera definitivo, serve l’approvazione delle sceneggiature da parte dell’Algoritmo. Tutto sembra procedere bene ma cosa comporterà lavorare sotto questo nuovo padrone? René saprà approfittare della nuova occasione per girare una serie finalmente di qualità, ma soprattutto i nostri sapranno adattarsi al mondo che è cambiato così rapidamente, tra politicamente corretto e standardizzazione?
Una stagione, quindi, che mette alla berlina un certo tipo di serie diffuse in streaming pur essendo disponibile su una delle piattaforme più importanti, mantenendo in questo modo il piglio e la natura libera avute nelle stagioni precedenti, confermando quello che Boris è stata sin dall’inizio, una grande e acutissima satira:
“L’intelligenza della piattaforma Disney sta proprio lì, si fa prendere in giro a casa sua, noi facciamo ironia umorismo, si esagerano cose che esistono, anche se la realtà è sempre peggio della fantasia, però se Boris non graffia non è Boris”, ha spiegato Francesco Pannofino.