Giornate degli Autori, la 18ª edizione nel segno della vitalità

Dal 1 all'11 settembre, in parallelo alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, si svolgerà la 18esima edizione delle Giornate degli Autori, la rassegna autonoma e indipendente voluta dalle associazioni degli autori italiani di cinema

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La 18a Edizione delle Giornate degli Autori si svolgerà nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dall’1 all’11 settembre con una pre-apertura il 31 agosto grazie alla collaborazione con Bookciak, Azione!, SNGCI e Isola Edipo.

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La rassegna autonoma e indipendente, voluta dalle associazioni degli autori italiani di cinema (ANAC e 100autori) sotto la presidenza di Andrea Purgatori, proporrà un concorso di 10 lungometraggi e 6 eventi speciali scelti dalla direttrice artistica Gaia Furrer e presentati alla Sala Perla del Casinò di Venezia, in accordo con la Mostra del Cinema; offrirà una fotografia del cinema italiano indipendente nello spazio delle Notti Veneziane (con cui le Giornate degli Autori e l’impresa sociale Edipo Re, grazie alla collaborazione con la Parrocchia di S. Antonio e il patriarcato di Venezia, restituiscono all’antica destinazione una sala storica del Lido, da quest’anno denominata Sala Laguna); ritornerà nel centro storico della città, al Teatro Goldoni, per una giornata-evento promossa con Isola Edipo e grazie al Comune di Venezia, caratterizzata dall’anteprima assoluta di tre viaggi nei territori dell’Io (Fellini e l’ombra di Catherine McGilvray), della fabula (I nostri fantasmi di Alessandro Capitani), della testimonianza per culminare nell’incontro con cinque testimonial dell’inclusione, gli autori del film collettivo Isolation: l’italiano Michele Placido, la tedesca Julia Von Heinz, il belga Jaco van Dormael, il francese Olivier Guerpillon e l’inglese Michael Winterbottom.

“Tornano così le Giornate degli Autori”, dice Andrea Purgatori, “con la curiosità e la passione che ci accompagnano da sempre. Con una selezione sapientemente curata da Gaia Furrer che guarda ai linguaggi nuovi del cinema che vengono da più di tre continenti. Con film e documentari che faranno discutere molto, forse anche aspramente. Con una giuria presieduta per la prima volta in tandem da due cineaste. E con uno spazio tutto nostro sul quale, insieme al Delegato generale Giorgio Gosetti, abbiamo deciso di investire di qui al futuro, fianco a fianco con Isola Edipo: la Sala Laguna. Non è stato per nulla facile mettere insieme tutto questo, ma è sempre stato così dall’inizio della nostra avventura, 18 anni fa. È la sfida che, ne sono sicuro, insieme ad ANAC e 100autori che delle Giornate sono la spina dorsale, affrontiamo guardando prima di tutto agli spettatori”.

La struttura delle Giornate degli Autori 2021 – magmatica, vitale ed eterogenea, sia nei luoghi che nelle forme della rappresentazione del presente e del futuro del cinema – è stata concepita intorno alla nuova Casa degli Autori dal Delegato generale, Giorgio Gosetti e dalla Direttrice Artistica, Gaia Furrer, che dichiara:

“Dopo tanti anni trascorsi in Villa degli Autori, approfittando di questo compleanno speciale, abbiamo voluto “spiccare il volo”, come metaforicamente raccontato dalla nostra immagine dell’anno: un nido vuoto che rappresenta sia il luogo dal quale partiamo che una nuova avventura in fieri, da realizzare attorno alla scommessa della nuova Sala Laguna, dove trovano posto lo Spazio Incontri, “giardino segreto delle Giornate” che ospiterà incontri e attività professionali, un’area dedicata esclusivamente alla stampa nazionale e internazionale e gli uffici delle Giornate. Un nuovo punto d’incontro che vi invitiamo a vivere e visitare nei giorni della Mostra, ribadendo la tradizionale accoglienza e ospitalità, da sempre segno distintivo della nostra sezione.”

Ma questa inedita e ambiziosa scommessa è resa possibile dalla collaborazione con una realtà veneziana vitale e progettuale come Isola Edipo, luogo d’incontro e di cultura del pubblico giovane di tutta la Mostra. Dal 2004 le Giornate sono cresciute grazie a un leale rapporto di collaborazione con La Biennale di Venezia e la direzione della Mostra, sono state rese indipendenti dal sostegno convinto di istituzioni pubbliche fondamentali come la Direzione Generale Cinema del MIC e il Parlamento Europeo con il progetto 27 Times Cinema, da partner creativi e dinamici come SIAE, Miu Miu, BNL, da sponsor privati e associazioni di categoria.

“Credo sia un bel segno che in quest’edizione”, dice Giorgio Gosetti, “La Biennale abbia voluto condividere con noi e con la Settimana Internazionale della Critica il riconoscimento a una grande personalità del cinema italiano come Citto Maselli, oltre alla bella mostra di Antonietta De Lillo ‘Ritratti di cinema’ che nei suoi scatti tra il 1981 e il 1982 riporta indietro la memoria collettiva alle Mostre della rinascita, dirette da Carlo Lizzani quarant’anni fa. Allo stesso modo siamo grati alla SIAE che tiene alto anche a Venezia il vessillo del diritto d’autore e premia personalità significative del ‘fare cinema’ con originalità e impronta personale; a Miu Miu, che prosegue con noi il viaggio nella creatività femminile realizzando i quattro imperdibili appuntamenti ospitati dallo Spazio della Regione del Veneto e dall’Italian Pavilion; alla BNL, che da quest’anno ha scelto di mettere in risalto il lavoro della sceneggiatura nell’ambito delle nostre selezioni”.

Così come si è scelto di dedicare la Sala Laguna a una straordinaria personalità di autrice, Valentina “Zucco” Pedicini, le Giornate scelgono di ricordare il 6 settembre, insieme alla famiglia, agli amici, alle associazioni degli autori, una altrettanto straordinaria personalità d’autore e interprete, Libero “Picchio” De Rienzo, strappato troppo presto alla vita e all’arte.

Le Giornate degli Autori inaugurano la Sala Laguna a Venezia

Tante le novità da evidenziare in questa 18esima edizione

Una giuria a doppia personalità: i 10 film in concorso per l’unico premio ufficiale della rassegna – il GdA Director’s Award – saranno giudicati dai 27 giovani appassionati di cinema provenienti dai 27 paesi dell’Unione Europea del programma 27 Times Cinema sotto la guida (una prima volta assoluta) di due registe-produttrici bulgare: Mina Mileva e Vesela Kazakova, applaudite pochi giorni fa al festival di Cannes con il loro ultimo film a Un Certain Regard. Per 11 giorni si confronteranno con i giovani giurati, dialogheranno di cinema e diritti, parteciperanno alla deliberazione finale in streaming (la mattina del 10 settembre) con il coordinamento di Karel Och, direttore del Karlovy Vary Film Festival.

Giornate degli Autori: Mina Mileva e Vesela Kazakova guidano la giuria

L’apertura nel segno di Venezia: sarà Welcome Venice, il nuovo film di Andrea Segre (rivelatosi giusto 10 anni fa alle Giornate con Io sono Li e quest’anno anche protagonista della pre-apertura della Mostra) il film inaugurale delle Notti Veneziane alla Sala Laguna, uno spazio off (ideato e programmato da Gaia Furrer e Silvia Jop) che restituisce al Lido, agli appassionati, al pubblico della città, una sala storica da molto tempo finita nell’oblio. Grazie all’amicizia e alla generosità dell’autore e dei suoi produttori, la selezione delle Notti si apre con una metafora potente e universale dedicata alla città degli ultimi.

Valentina Pedicini e Cecilia Mangini: a queste figure così diverse e così idealmente legate dalla passione per l’individuo e per il cinema della realtà è riservata la pre-apertura di quest’anno, il 31 agosto, per una serata condivisa con Bookciak, Azione! e il SNGCI. La Sala Laguna, nel cuore della Casa degli Autori, verrà infatti dedicata a un’amica delle Giornate e di Isola Edipo come Valentina “Zucco”, mentre nella stessa serata verrà proiettato – in anteprima mondiale – il film di Paolo Pisanelli e Cecilia Mangini Il mondo a scatti, in ricordo della più grande documentarista del cinema italiano.

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La Mostra del Cinema per Citto Maselli: Le Giornate degli Autori sono felici di unirsi – insieme al SNCCI e alla Settimana della Critica – alla celebrazione del maestro Citto Maselli che la Biennale ha deciso di onorare con una cerimonia speciale domenica 5 settembre al Palazzo del Cinema. Fondatore insieme a Emidio Greco della nostra sezione indipendente, Citto ne è l’anima e il simbolo, oltre che uno dei registi più significativi del cinema italiano, figura di spicco nel rinnovamento della Biennale alla fine degli anni ’60 e nelle lotte per l’indipendenza degli autori alla testa dell’ANAC che il prossimo anno festeggerà i 60 anni dalla fondazione.

Giornate degli autori 2021, la selezione ufficiale

“La questione dell’identità è centrale in tutti i film della selezione” – spiega Gaia Furrer –  “Ciascuno dei dodici autori che hanno firmato i dieci film in concorso (due le co-regie) ci ha teso la mano per accompagnarci in un viaggio alla ricerca di sé”.

Incontriamo una Virginie Efira in stato di grazia che interpreta una donna dalla doppia identità in un thriller hitchcockiano, una sorta di Vertigo visto dal punto di vista femminile (Madeleine Collins, terzo lungometraggio del francese Antoine Barraud); due giovani amanti che vagano per le strade deserte di una città cinese in pieno lockdown cercando di reinventarsi al meglio nel tentativo ludico e liberatorio di non subire il peso della realtà (Shen Kong, primo film di Chen Guan); una sound-designer (interpretata dalla bravissima Marta Nieto, vincitrice come migliore attrice a Orizzonti nel film Madre di Rodrigo Sorogoyen) che, colpita da una misteriosa malattia neuro-acustica, è costretta a riconsiderare tutta la sua vita (Tres del catalano Juanjo Giménez, vincitore di una Palma d’oro a Cannes e in cinquina agli Oscar 2017 con il corto Timecode); un poliziotto che trova un amore inaspettato, in un melodramma queer che connette implicitamente l’identità maschile tossica al presente del Brasile di Bolsonaro (Deserto Particular di Aly Muritiba); una ragazza confinata in un centro di riabilitazione per tossicodipendenti che diventa luogo deputato all’osservazione delle relazioni di potere che si instaurano all’interno di un gruppo (il rumeno Imaculat di Monica Stan e George Chiper Lillemark); l’elaborazione di un lutto indicibile, l’amicizia tra donne come base concreta dalla quale ripartire, il realismo magico come catalizzatore di emozioni che altrimenti finirebbero per sopraffare i due protagonisti (l’argentino Piedra Noche di Iván Fund); una giovane donna che, mentre assiste il padre morente, intraprende un viaggio nella memoria della propria vita, in uno scambio continuo tra passato e presente (il polacco Anatomia, debutto di Ola Jankowska). Infine, incontrerete tre personaggi che in modi diversi vivono a cavallo tra due mondi e che sono alla perenne ricerca della loro identità, oscillando tra senso di appartenenza e di estraneità: Adnan, uomo smarrito, straniero nel suo mondo, incapace di sentirsi in sintonia con chi gli è accanto, è il protagonista del primo lungometraggio girato sulle Alture del Golan, territorio siriano occupato da Israele dal 1967 (Al Garib di Ameer Fakher Eldin); Hasna, francese di origine magrebina, il cui personaggio è ispirato alla reale figura di Hasna Aitboulahchenm, morta durante il blitz della polizia a Saint-Denis e cugina di Abaaoud, ritenuto la mente degli attacchi terroristici al Bataclan di Parigi nel 2015 (Tu me ressembles, debutto alla regia della stimata giornalista egiziana Dina Amer, i cui produttori esecutivi sono Spike Lee e Spike Jonze); e infine Jamila, giovanissima protagonista del nostro unico titolo italiano in competizione, un’adolescente originaria del Marocco trapiantata vicino a Napoli sempre in bilico tra la ricerca del proprio posto nel mondo e il soccombere di fronte alle difficoltà, che vediamo letteralmente crescere davanti ai nostri occhi come un personaggio di Linklater, tra documentario e finzione (Californie di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman, noti per il pluripremiato documentario Butterfly).

Il tema della ricerca di un senso, del cinema come memoria privata e collettiva, della relazione tra passato e presente, è alla base dei tre documentari fuori concorso. Bianca Stigter, storica e critica culturale olandese, esamina un brevissimo filmato amatoriale girato nel 1938, unica testimonianza filmata di un villaggio ebreo polacco che è stato sterminato durante la seconda guerra mondiale, regalandoci un film sul significato delle immagini, sulla possibilità di ricostruire una storia e un’esistenza scomparsa (Three minutes. A Lenthening, narrato da Helena Bonham Carter e prodotto da Steve McQueen). La regista franco-israeliana Michale Boganim torna a Venezia dieci anni dopo La terre outragée con un personalissimo road movie che affronta un tabù che affligge la società israeliana: la discriminazione sistematica che subiscono gli ebrei provenienti dai paesi arabi al loro arrivo nella Terra Promessa (Mizrahim, Les oubliés de la terre promise).

E dopo il Premio al Miglior Film di Orizzonti per Liberami nel 2016, ritroviamo a Venezia anche Federica Di Giacomo che con Il Palazzo ci offre un ritratto struggente e intenso di una comunità di amici che, come in una versione documentaria de Il grande freddo, si ritrova insieme molti anni dopo per celebrare la vita e la morte prematura dell’amico più emblematico del gruppo.

Tra gli Eventi speciali fuori concorso, invece, tre titoli italiani che si confrontano con la musica, il teatro e le altre arti. Senza fine è un ritratto, un omaggio ma soprattutto la ricerca, come dice la regista Elisa Fuksas, “della giusta distanza per raccontare Ornella Vanoni, non la vita di Ornella Vanoni ma la rivelazione della sua intimità esibita”. Il silenzio grande è il terzo film da regista di Alessandro Gassman, tratto dall’omonimo testo teatrale di Maurizio De Giovanni in cui un bravissimo Massimiliano Gallo raggiunge l’amara consapevolezza che vivere non significa essere vivi. Infine Lovely Boy, storia dell’altalena di successi e insuccessi di un trapper romano (interpretato magistralmente da Andrea Carpenzano), “una classica parabola di caduta e rinascita che racconta la fatica che crescere comporta sempre, a qualunque età, e le ferite che ci si porta dentro anche quando si è diventati, faticosamente, adulti”. Diretto da Francesco Lettieri, regista cult della scena musicale indie italiana, Lovely Boy è il film di chiusura della selezione ufficiale.