«È molto bello, e per me è già una vittoria», dichiara a Ciak il regista Nicola Barnaba (Una cella in due, Safrom, Ciao Brother) in merito alla partecipazione del suo nuovo lungometraggio Runner al Noir in Festival, unico italiano in concorso. Il film, prodotto dalla Camaleo, finanziato col Bando per il sostegno alle produzioni audiovisive in Calabria – 2022 della Calabria Film Commission e col contributo del Ministero della Cultura, è un action-thriller che sarà distribuito prossimamente al cinema da Plaion Pictures e si svolge quasi interamente in un grande, labirintico hotel a cinque stelle che diventa il luogo di una delittuosa macchinazione e di un inseguimento serrato.
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«Il mio pensiero è stato: “E se uno fosse chiuso in un albergo e non riuscisse a uscire?”. Ho scritto numerosi soggetti con differenti motivazioni per questa situazione, dalla tempesta di neve ad altro», spiega Barnaba (anche sceneggiatore con Marco Guerrini), cui l’ispirazione chiave è venuta infine da uno dei suoi film di culto, Die Hard – Trappola di cristallo, esplicitamente omaggiato da Runner (anche) con la dedica finale all’eroe interpretato da Bruce Willis, John MacLaine.
Solo che, stavolta, il “MacLaine” della situazione è una donna di 25 anni, Lisa, ex atleta che ha deciso di inseguire il sogno di lavorare nel cinema. Ma la struttura (isolata nel bosco) in cui alloggia la troupe del film cui sta collaborando come “runner”, intrattenendo anche una relazione con l’attrice protagonista Sonja, viene raggiunta da Bosco, un agente corrotto dell’Interpol che sta dando la caccia a Sonja. E nel mirino del poliziotto finirà ben presto anche Lisa, la quale, però, darà all’uomo e ai suoi complici molto più filo da torcere di quanto si aspettino.
Nella parte della protagonista, una Matilde Gioli che, quasi novella Tom Cruise, ha girato gran parte delle sequenze più movimentate (compreso il lancio da un terrazzo e un tuffo in piscina da diversi piani) senza controfigure. Insomma, l’attrice pluripremiata per Il capitale umano e vista di recente sul grande schermo in Tramite amicizia e Cattiva coscienza rivela una non scontata vocazione per l’action.
Del resto «non era neanche scontato che si decidesse di produrre un film di questo tipo», sottolinea il regista: «Non è un genere molto prodotto in Italia, probabilmente anche per il terrore di confrontarsi con “mostri” dall’estero. Per fortuna Roberto [Cipullo, di Camaleo, NdA] è un produttore a cui piace rischiare, e anche lui è un appassionato di Die Hard. Matilde è stata proposta da lui, io non ero convintissimo che avrebbe accettato, invece si è lanciata in “caduta libera”, è proprio il caso di dirlo!».
A dare volto all’antagonista Bosco troviamo invece Francesco Montanari, per cui i ruoli da antieroe noir non sono certo una novità, basti pensare al Libanese della serie Romanzo criminale. «Il timore per lui era proprio quello di ripetersi», specifica Barnaba, «ma è riuscito a dare una caratterizzazione particolare al personaggio. Io, per non avere confronti con film più imponenti, ho puntato molto sull’ironia, e lui ha cavalcato quest’onda».
Peraltro, come capita non di rado ai film genere, Runner intercetta, anche senza volerlo, temi molto seri e dibattuti della società odierna, in questo caso quello, tragico, della violenza maschile contro le donne. «Il fatto che sia capitato proprio in questo momento è assolutamente una coincidenza», ammette il regista, «Io sono per il cinema di puro intrattenimento, ma sono un grande appassionato di James Cameron, e i personaggi femminili di Cameron mi hanno sempre affascinato, queste donne “dure”, che combattono, resistono e vanno avanti: quindi la mia protagonista femminile viene un po’ da quelle figure».