Torino 38: presentati in concorso “The Schoolgirls” e “The Evening Hour”

La Spagna (di ieri) che cambia in The Schoolgirls e la provincia americana in declino di The Evening Hour sono i lungometraggi in concorso presentati oggi al TFF. Al via le altre sezioni.

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Oggi al Torino Film Festival online arrivano (in streaming dalle 14) la Spagna anni Novanta di The Schoolgirls (titolo originale Las niñas) e l’America della crisi sociale di The Evening Hour. Sono questi i due nuovi lungometraggi in concorso, presentati dai rispettivi registi, Pilar Palomero (al primo lungometraggio) e Braden King, alla sua opera seconda dopo Here (2011, passato a Berlino e al Sundance).

The Schoolgirls racconta, sullo sfondo della Spagna dell’Expo e delle Olimpiadi nel 1992, una storia di cambiamento (anche) individuale: quella di Celia (Andrea Fandos), allieva undicenne di un istituto di suore a Zaragoza, dove l’arrivo, da Barcellona, di una nuova compagna di scuola, Brisa (Zoe Arnao), segnerà per la protagonista l’inizio del complesso passaggio all’adolescenza. Schoolgirls, afferma la regista (e sceneggiatrice), «è la storia di molte donne di oggi», ovvero quelle che sono state adolescenti negli anni Novanta, la «prima generazione di donne in Spagna che sono state incoraggiate ad essere chi volevano: a studiare, ad essere indipendenti, donne del futuro».

“The Schoolgirls” di Pilar Palomero

Tra queste c’è la stessa Palomero, anche lei cresciuta in un istituto cattolico dei primi anni Novanta, dove «indossavamo un’uniforme, ci confessavamo almeno una volta alla settimana», e gli insegnanti «parlavano di Paradiso e di Inferno, di peccato, di castità». Fuori da quel mondo, però, ce ne era un altro, ovvero la Spagna della transizione dal conservatorismo franchista a una nuova modernità, peraltro non priva di contraddizioni. Un «viaggio emotivo» (come l’ha ancora definito la regista in conferenza stampa) tra stagioni della vita e mutamenti sociali visti da una prospettiva femminile.

L’altro film in concorso ci porta nella città di Creek, West Virginia, un tempo prospera comunità mineraria e oggi in declino. Disagio sociale ed esistenziale si combinano dunque nella vicenda del giovane Cole Freeman (Phillip Ettinger), che nel tentativo di sbarcare il lunario aggiunge al lavoro in una casa di cura per anziani il commercio illegale di antidolorifici. Un protagonista che, ha spiegato King in conferenza stampa, «si pone al di fuori del paradigma degli altri personaggi», come vuole il suo cognome, simbolo «di qualcuno che cerca un’apertura e nuove possibilità nel mondo in cui si trova». Un mondo che tende a farsi oppressivo, con la macchina da presa che ondeggia «come se rappresentasse gli eventi che capitano nel film e si stringono intorno a lui», circondandolo come le montagne e le colline che chiudono il paesaggio in cui vive.

“The Evening Hour” di Braden King

Il film è tratto dal romanzo omonimo di Carter Sickel (sceneggiato dall’esordiente Elizabeth Palmore), che ha colpito il regista per il suo ritratto «unico e complesso» di un’intera comunità, e che come il film (prosegue King) narra una «distruzione dell’ambiente che è anche distruzione di esseri umani». The Evening Hour è insomma un altro esemplare di quel cinema statunitense indipendente che si confronta con la crisi dell’America contemporanea (e col tentativo di risollevarsi da essa): un tema sempre più sentito e rappresentato, come ha dimostrato recentemente anche il Leone d’Oro a Venezia 77 Nomadland. Chissà se anche il film di King uscirà da Torino con un riconoscimento in mano.

Nella giornata di sabato partono anche (sempre dalle 14) i primi titoli delle altre sezioni del festival, tra cui quella Fuori Concorso, con The Salt in Our Waters (diretto da Rezwan Shahriar Sumit e presentato sotto l’egida del TorinoFilmLab), storia di un giovane scultore indiano e del suo incontro-confronto con un villaggio di pescatori del Bangladesh. Sempre Fuori Concorso A Shot Through the Wall (di Aimee Long), che tocca il nodo della violenza da parte della polizia americana, ed è accompagnato dal corto (R)esisti. Parte anche TFFdoc, nella selezione italiana (con San Donato Beach di Fabio Donatini e I tuffatori di Daniele Babbo) e internazionale, con Ouvertures (di Louis Henderson e Olivier Marboeuf, in concorso) e col gioiello fuori concorso di Victor Kossakovsky Gunda.

Al via poi Le stanze di Rol, con l’horror The Dark and The Wicked (di Bryan Bertino), i cortometraggi di Scuole di cinema e Issues, e la sezione Back to Light con i restuari de Il federale di Luciano Salce e di Avere vent’anni di Fernando Di Leo. In diretta su YouTube (ore 18), infine, la prima masterclass del TFF, intitolata Women in Cinema, con le giurate del festival Homayra Seller e Waad Al Kateab: quest’ultima parlerà in particolare del suo recente e acclamato doc Alla mia piccola Sama (anch’esso disponibile su MyMovies).