5 FILM PER FESTEGGIARE IL BLOOMSDAY

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Una passeggiata verso il villaggio irlandese di Ringsend fu l’inizio di una storia che ha ispirato i versi che ancora oggi leggiamo. Era il 16 giugno 1904 quando James Joyce diede appuntamento a Nora Barnacle che poi divenne la compagna di tutta la sua vita. «Nessun essere umano si è mai avvicinato così tanto alla mia anima come te», le disse. Il 16 giugno è anche la cornice del viaggio di Leopoldo Bloom, che attraverso un continuo flusso di coscienza ripercorre le tappe di un’Odissea quotidiana. Il suo romanzo più celebre fu pubblicato nel 1922 ma ancora oggi, ogni anno, ricordiamo il 16 giugno come il Bloomsday, un modo per celebrare lo scrittore irlandese attraverso il ricordo del suo Ulisse. Noi lo ricordiamo attraverso 5 film. 

Ulysses di Joseph Strick, 1967

Dublino, 16 giugno 1904. Stephen Dedalus che si considerava poeta, uscì un giorno per girovagare nella città in cui infine trovò l’amicizia e una figura paterna in Leopold Bloom, un ebreo di mezza età. Allo stesso tempo, il giorno di Bloom fu segnato da un funerale e una serata di svago e baldoria, che tra un drink e l’altro, finisce con la riconciliazione con la moglie Molly. Presentato in concorso al ventesimo festival di Cannes, il film in bianco e nero di Joseph Strick penetra nei pensieri e nelle fantasie dei personaggi, lasciando parlare lo scrittore attraverso le sue stesse parole che il regista riporta senza tagli. Joseph Strick si attiene alla censura di molte pagine del romanzo di Joyce sostituendo i dialoghi con suoni inintelligibili, ma nel 1970 decide di far vedere Ulysses nella sua versione integrale. 

Bloom di Sean Walsh, 2003

Più recente, il film di Sean Walsh, seguendo il monologo interiore di Joyce, ricostruisce la storia del 16 giugno 1904, attraverso i tre punti di vista dei personaggi principali: Stephen Dedalus interpretato da Hugh O’Conor, Molly Bloom da Angeline Ball e Leopold Bloom da Stephen Rea.

Nora di Pat Murphy, 2000

Pat Murphy racconta il grande scrittore attraverso il punto di vista della moglie Nora Barnacle, ripercorrendo la sua tormentata e difficile vita. Nora, interpretata da Susan Lynch è una giovane cameriera che un giorno incontra James Joyce (Ewan McGregor), aspirante scrittore, che subito si innamora di lei. Dopo poche uscite insieme, i due fuggono in Italia, a Trieste, dove si stabiliscono in un appartamento e hanno un figlio, Giorgio. Tuttavia, la loro vita sentimentale diventa sempre più difficile. James, che soffriva di schizofrenia, dopo la nascita della loro secondogenita, Lucia, diventa immensamente geloso di Nora, nonostante lei lo ami intensamente. James soffocato dalla gelosia e dai pensieri, comincia a vivere con la moglie un amore complicato, che porterà la coppia a più separazioni. Tra separazioni e riconciliazioni, il loro amore li tiene uniti fino alla morte.

The Dead – Gente di Dublino di John Huston, 1987

Tratto dall’omonimo racconto della raccolta Dubliners di Joyce, The Dead di John Huston, candidato a due Oscar, ci riporta a Dublino ma il giorno dell’epifania del 1904. Come da lunga tradizione, nel periodo natalizio le due sorelle nubili Kate e Julie Morkan, con la nipote Mary Jane, organizzano, nella loro casa di Usher’s Island, una serata per riunire amici e parenti. La serata che si apre con un valzer suonato al pianoforte e il taglio dell’oca, si conclude con l’epifania del nipote Gabriel (Donald McCann) e della moglie Gretta (Anjelica Huston). «Neve cadeva su ogni punto dell’oscura pianura centrale, sulle colline senz’alberi; cadeva lieve sulle paludi di Allen e più a occidente cadeva lieve sulle fosche onde rabbiose dello Shannon. E anche là, su ogni angolo del cimitero deserto in cima alla collina dov’era sepolto Michael Furey. S’ammucchiava alta sulle croci contorte, sulle tombe, sulle punte del cancello e sui roveti spogli. E l’anima gli svanì mentre udiva la neve cadere stancamente su tutto l’universo, stancamente come se scendesse la loro ultima ora, su tutti i vivi e i morti», così si conclude il racconto di Joyce. Il regista cambia il finale e non fa morire il protagonista, concludendo così sulle immagini del buio, della neve sui vetri, il campanile nero, il ghiaccio sul fiume.  

Ritorno a casa di Manoel de Oliveira, 2011

In una Parigi contemporanea la routine dell’attore Gilbert Valence, 76 anni, è improvvisamente sconvolta quando scopre che la moglie, la figlia e il genero sono morti in un incidente stradale. Allora accoglie a casa propria il nipote e si sforza di andare avanti finché il suo agente non gli propone di sostituire l’attore che avrebbe dovuto interpretare il ruolo di Buck Mulligan in un film tratto dall’Ulisse di Joyce. Gilbert inizialmente si lascia convincere ma poi abbandona definitivamente il set. Il film di Manoel de Oliveira con Michel Piccoli, Marguerite Deneuve e John Malkovich lascia entrare l’Irlanda di Joyce solo accidentalmente nella vita quotidiana.