Ciak Bizarro: i 30 film che sconvolsero il mondo (prima parte)

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Tre anni fa sulla rivista CIAK abbiamo dedicato un articolo a quei film che dalla seconda metà degli anni Ottanta si imposero per il loro carattere “dirompente, trasgressivo, audace” rispetto a dei canoni fino ad allora codificati, sia nell’ambito del cinema d’autore, che in quello di genere. Vi proponiamo oggi, per “Bizarro Images”, la versione lunga inedita, integrale (suddivisa in quattro parti), del suddetto articolo, perché quel “florilegio” composto da trenta titoli ancora oggi ci offre una miscela di sensazioni forti, destabilizzanti e contraddittorie su cui riflettere.

La scia della furia trasgressiva con la quale gli anni Settanta lasciarono il posto agli Ottanta coincise con una sorta di “accomodamento” del cosiddetto “comune senso del pudore”, attraverso il quale, grazie anche alla diffusione dell’home video, del cinema pornografico nelle sale riservate al genere, ogni eccesso, ogni infrazione delle regole sembrava perdersi, diluirsi nell’euforia del consumo distratto e nessuno sembrava scandalizzarsi più se La chiave di Tinto Brass si vedeva sul teleschermo nel salotto di casa propria o se Bellocchio proponeva nel suo Diavolo in corpo un atto sessuale non simulato. Cosa avrebbe potuto più sconvolgere il pubblico dopo che Pasolini aveva diretto Salò? 

Dal 1985 ai nostri giorni la violazione dei vari tabù, quando è avvenuta si è sparpagliata in titoli soprattutto di genere che il “mangiatore di film” non ricercava e non ricerca quasi più nelle sale: il divieto ai minori è andato a sfumare nel tempo, fino a trasformarsi in eccezione. Quello che invece si è evidenziato come comune denominatore nel corso di questi trent’anni e che ha caratterizzato il cinema dei registi-autori più “trasgressivi”, al di là del contenuto più o meno incandescente, sono lo stile, la maniera, il caos, con i quali sono state mescolate determinate regole sia narrative che di appartenenza a generi e a codici cinematografici: si pensi soltanto alle rivoluzioni messe in atto da Lynch, da Tarantino, da Cronenberg, da Nolan, da Fincher, da Von Trier. Tra i trenta film che di seguito vi proponiamo, molti di più avrebbero potuto essere quelli firmati dai suddetti, ma abbiamo preferito offrirvi una “panoramica” più aperta e differenziata.

Ecco i primi cinque (i prossimi li trovate ogni lunedì sempre su ciakmagazine.it):

1.Il giorno degli zombi (George A. Romero, 1985)

I morti viventi ormai hanno invaso il mondo e la critica sociale di Romero si sposta nei confronti delle ingiustizie e delle paranoie dell’era reaganiana. Per farlo, il regista firma il capitolo più estremo e raccapricciante – con effetti splatter al limite della sopportazione – della sua personale “Living Dead” saga.

2.Henry pioggia di sangue (John McNaughton, 1986)

La vicenda di un ferocissimo serial killer esposta tra cinema-verità e horror in cui l’indifferenza e il gelo sono le caratteristiche di una messa in scena che vuole mostrarci il male come routine quotidiana, per quanto atroce possa essere.

3.La mosca (David Cronenberg, 1986)

Con l’alibi di un “remake” (prodotto da Mel Brooks!), il “body horror” più esagerato di fine millennio: la serietà assoluta con la quale Cronenberg ci trasporta in questa vicenda, compresa l’interpretazione “solenne” dei due protagonisti- fu la chiave per sconvolgere il pubblico di tutto il mondo: dal tendine spezzato di un avambraccio, alla più orribile delle metamorfosi.

4.Velluto blu (David Lynch, 1986)

Un mystery che ha spostato i confini del “voyeurismo” conducendo lo spettatore al disagio continuo e quasi allo smarrimento dei sensi, grazie anche a un uso studiatissimo del sonoro: una canzone sognante per dirci che la vita di provincia (nel North Carolina) è dolce, ma che una volta sollevato il sipario di velluto, l’abisso guarderà anche noi.

5.Telefono rosso (Riccardo Schicchi, 1986)

Debutto ufficiale nell’hard-core da parte di Ilona Staller, che ironizza perfino sulla Linea rossa della Guerra Fredda e mostra Cicciolina alle prese con le più variegate (anche con un serpente) avventure sessuali. “Più erotico, più sporco”, come dice Judy Davis in Il pasto nudo di Cronenberg: Telefono rosso era così, risultando tra i film più sozzi e più visti del genere in tutti gli anni Ottanta.

(continua)

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