Ciak Bizarro: I 30 film che sconvolsero il mondo – seconda parte

0
Tre anni fa sulla rivista CIAK abbiamo dedicato un articolo a quei film che dalla seconda metà degli anni Ottanta si imposero per il loro carattere “dirompente, trasgressivo, audace” rispetto a dei canoni fino ad allora codificati, sia nell’ambito del cinema d’autore, che in quello di genere. Vi proponiamo oggi, per “Bizarro Images”, la versione lunga inedita, integrale (suddivisa in quattro parti), del suddetto articolo, perché quel “florilegio” composto da trenta titoli ancora oggi ci offre una miscela di sensazioni forti, destabilizzanti e contraddittorie su cui riflettere.
Dopo i primi 5 titoli, eccone altri 8 dopo i quali il cinema non è stato più lo stesso:

6.Essi vivono (John Carpenter, 1988)

Da un racconto (“Eight O’ Clock in the Morning”) di Ray Nelson, Carpenter firma il film più sovversivo della “Hollywood Sinistra”: indossando particolari occhiali da sole il suo protagonista scopre che alieni mostruosi ci hanno colonizzato imponendoci messaggi subliminali sull’obbedire e sul conformarci. Politica, horror e Sci-Fi non sono mai stati più e meglio connessi tra loro.

 

7.L’ultima tentazione di Cristo (Martin Scorsese, 1988)

Dopo una serie infinita di traversie produttive, Scorsese riesce a realizzare uno dei film più intensamente sofferti della sua carriera, diretto con uno stile sincopato e fiammeggiante e con musiche eccezionali di Gabriel. Il clamore in occasione della sua uscita fu tanto abnorme, quanto ingiustificato. I tanti detrattori non tollerarono l’immagine di un Cristo imperfetto e dubitabondo.

 

8.Crimini e misfatti (Woody Allen, 1989)

La novità fu che Allen affidò allo spettatore, quasi fosse un paziente in analisi, il compito di assolvere o condannare le scelte dei personaggi – spesso esecrabili – presentati sullo schermo in un groviglio di dramma e commedia. I cattivi vincono e nessuno li punirà né in questo mondo, né altrove.

 

9.Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (Peter Greenaway, 1989)

Il talento visionario di Greenaway qui al suo meglio per un “grottesco” di eleganza massima, concettuale e fisica, con un cast in stato di grazia e un crescendo finale che si chiude nel segno della vendetta femminile, portando in tavola il più atroce dei piatti. La riflessione sui temi di cibo, sesso e violenza, dopo La grand bouffe di Ferreri è aggiornata a dovere.

 

10.Santa sangre (Alejandro Jodorowsky, 1989)

Revisione in chiave “psycho-magica” del mito di Edipo e delle catastrofi ad esso connesse, che Jodorowsky realizza con l’aiuto produttivo di Claudio Argento (fratello di Dario), inanellando una serie di scene-madri (nel senso reale del termine) di purissima visionarietà, exploit di sangue/vernice e lirismo d’autore. “Empire” lo inserì nella lista dei 500 film più grandi di sempre.

 

11.Le età di Lulù (Bigas Luna, 1990)

Il romanzo erotico (in questo caso di Almudena Grandes) messo in scena con più coerenza e assenza di “pruderie” possibili, da parte di Bigas Luna che, con la partecipazione di una Francesca Neri dalla sensualità impetuosa, riesce a mettere la trama al servizio dello sguardo dello spettatore. Un’ “odissea sessuale” senza il folklore e l’ipocrisia borghese di Emmanuelle e con cento autentiche sfumature di rosso.

 

12.Légami! (Pedro Almodovar, 1990)

Si parte da un filmaccio inventato (“Midnight Phantom”) sexy-thriller per entrare nella vita della protagonista e si procede con una variazione in chiave sadomaso grottesca del Collezionista di William Wyler.  Banderas e Abril esprimono benissimo sentimenti che si spostano oltre qualsiasi limite e raziocinio. In America il film fu marchiato con la famigerata “X” che lo escluse dai maggiori circuiti distributivi.

 

13.Il silenzio degli innocenti (Jonathan Demme, 1991)

Questioni di stile: Demme si serve dell’involucro del thriller per contraddire di continuo le variabili del “punto di vista” e ci trascina in zone oscure dell’inconscio, “torturandoci” con una suspense che appartiene a realtà morbose e tremende percepite come vicinissime. “I tuoi occhi non cercano fuori le cose che vuoi?”, ribadisce il Dr. Hannibal Lecter. Hopkins compare nel film solo 16 minuti, ma resterà un “esteta del massacro” indimenticabile.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here