FANTASMI: UN OMAGGIO A MARIO MONICELLI

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Fantasmi

È passato un secolo dalla nascita di uno dei più grandi maestri del cinema, Mario Monicelli, padre della commedia all’italiana insieme a Dino Risi, Luigi Comencini e Steno. Nella sua lunga carriera, durante la quale ha girato più di 60 film, ha raccontato debolezze, vizi e virtù del Bel Paese, sempre con occhio critico e intelligente ironia.
La sua eredità vanta capolavori freschi e sagaci da Guardie e ladri (1951) a La Grande guerra (1959) con il duo Vittorio Gassman – Alberto Sordi, Leone d’oro proprio a Venezia, passando per I soliti ignoti (1958), fino a opere come Amici miei (1975), la cui realizzazione gli fu affidata da Pietro Germi e Parenti serpenti (1992).

Proprio in occasione del centenario la Biennale di Venezia ha deciso di ricordarlo con Fantasmi, allestimento artistico al Palazzo del Casinò, a cura di Chiara Rapaccini, in arte RAP – compagna di una vita del maestro – che avrà luogo in anteprima durante la 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (2 – 12 settembre 2015). La Rapaccini si è ispirata alle fotografie del suo archivio privato. Si tratta di scatti inediti di grandi fotografi di scena degli anni dai ’60 ai ‘90, sui set di molti gioielli cinematografici di Monicelli, tra i quali L’armata Brancaleone (1965), Risate di gioia, Casanova 70, I compagni, rielaborandole e mettendo a punto una vera e propria installazione. FantasmiL’artista ha infatti stampato le foto su grandi lenzuoli di lino e in seguito è intervenuta con pennello, punta secca e ricamo. Con la tecnica del fumetto e della scrittura libera, ha “dialogato” con i protagonisti del grande cinema italiano, Sordi, Totò, la Magnani, Mastroianni. Nella sezione Venezia Classici di Venezia 72 sarà inoltre proiettato Vogliamo i colonnelli (1973) restaurato dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con Dean Film.
L’installazione è un omaggio al cinema, visto attraverso lo sguardo di un regista che ha saputo trasformare in pellicola uno spaccato d’Italia con straordinaria forza espressiva.

Rudy Ciligot