GIANFRANCO ROSI: «DATE IL NOBEL A LAMPEDUSA E A LESBO »

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Arriva la tragedia fuocoammareIn Fuocoammare c’è un punto di partenza e un punto di arrivo. Quello di arrivo è la tragedia alla quale ho assistito. Ho trascorso più di quaranta giorni su una nave della marina militare e un giorno la tragedia mi è arrivata addosso, nell’agosto del 2015. Avevo pochissimi minuti per decidere se riprendere oppure no. Il comandante della nave Massimo Tozzi mi ha detto allora che era mio dovere filmare. Che le immagini sarebbero state necessarie come quelle realizzate per raccontare un’altra tragedia, quella dei campi di concentramento. Il film è stato costruito per arrivare a quel punto e uscire da quel punto, trovando un equilibrio tra ciò che poteva essere mostrato e ciò che non poteva. Riscrivere con il montaggio Lavoro con Iacopo Quadri dal mio primo film, Boatman, il nostro rapporto di fiducia dura da 25 anni. Ho affrontato due divorzi, ma ho sempre lo stesso montatore, al quale mi lega una grande sintonia. Sono sempre presente al montaggio, a volte la nostra sintonia è immediata, a volte ci troviamo a confrontare due diverse visioni e troviamo insieme una terza via. Il montaggio per me è una vera e propria riscrittura del film, durante la quale cancello totalmente le mie memorie, la fatica, e guardo materiale nel tempo presente, con distacco. Iacopo ha fatto un lavoro straordinario per Fuocoammare, mi dispiace che non abbia ottenuto un David di Donatello che davvero meritava. Il film dentro di me era già costruito, aveva sin dall’inizio una struttura ben precisa, anche se un’importante sequenza, quella in cui il dottor Bartolo si lascia andare allo sconforto, è stata aggiunta quando il film era stato già selezionato al Festival di Berlino. Non parto mai da sceneggiature, non c’è nulla di scritto nei miei film, solo appunti, schizzi e percorsi mentali. SUN_MaestriallaReggia_ROSI_12Nobel per la pace a Lampedusa? Ho proposto che il Nobel sia dato quest’anno sia a Lampedusa che a Lesbo, due avamposti di pace e accoglienza in un mondo ostaggio della paura, che costruisce muri e fili spinati. Speriamo che la candidatura sia accolta e sostenuta. Dall’ambasciata francese proponevano il Nobel per la medicina al dottor Bartolo. Lui ha risposto di essere un medico che fa solo il suo lavoro. Lampedusa è anche esempio di come si muove la macchina dell’emergenza, che però è una parola bruttissima. Finché useremo la parola “emergenza” non riusciremo mai a risolvere problemi a lungo termine.

Fuocoammare a Bruxelles e in Vaticano A marzo Matteo Renzi ha consegnato i dvd di Fuocoammare a 27 leader europei riuniti a Bruxelles per un consiglio sull’immigrazione. Quello stesso giorno però è stato firmato un accordo con la Turchia che non fa certo onore all’Europa e che baratta persone con necessità economiche. Un ricatto inaccettabile. L’Europa deve smettere di pensare a se stessa come a un insieme di singoli stati. L’unica soluzione per fermare questa tragedia e impedire che i criminali dei barconi si arricchiscano sulla pelle delle persone è creare un corridoio umanitario con la Libia. L’altra grande tragedia infatti è l’atteggiamento di alcune nazioni. Austria, Ungheria, Polonia dovrebbero semplicemente essere messe fuori dall’Europa perché tradiscono i valori stessi per i quali essa è nata”.

Per una maggiore consapevolezza Non credo che un film possa cambiare lo stato delle cose, ma può di certo aiutare a costruire una nuova consapevolezza. Il 27 aprile Fuocoammare sarà proiettato a Bruxelles per i leader europei, sul grande schermo, ma prima, sabato 21, insieme al dottor Bartolo, incontrerò Papa Francesco in Vaticano. Il film verrà distribuito nei prossimi mesi nelle sale di 64 paesi e stiamo lavorando per costituire una Fondazione.

SUN_MaestriallaReggia_ROSI_02Fuocoammare a Lampedusa Venerdì 15 aprile c’è stata la prima proiezione del film a Lampedusa, in una piazza gremita da 1800 persone. Quello stesso giorno sono diventato cittadino onorario dell’isola, un’emozione forte. Anche la gente di Lampedusa ha scoperto cosa accade guardando il film perché oggi gli sbarchi avvengono di notte, le navi della marina hanno spostato il confine sul mare, i barconi vengono intercettati prima dell’arrivo sulle coste e i migranti vengono portati nei centri di accoglienza a Lampedusa, in Sicilia o in Puglia. Non esiste più un contatto diretto tra i migranti e la popolazione, come ancora accade a Lesbo. Esistono due realtà parallele che si sfiorano e non si incontrano mai. Lampedusa non è più il luogo in cui abitanti e migranti convivono.

La vita altrove Il mio privato ormai non esiste più. La mia vita è il luogo in cui mi trovo per raccontare una storia. Ho vissuto in America 25 anni, la mia casa è a New York ma non riesco mai a tornarci, sono ormai un nomade. La mia casa diventa allora il luogo dove si svolge il mio racconto. Anche Lampedusa è stata la mia casa per più di un anno. La vita inizia ogni volta in un luogo diverso, tutto ricomincia con nuova storia, senza legami con il passato, se non nella memoria

La verità della realtà FuocoammareNon mi interessa la distinzione tra documentario e finzione, ma solo quella tra vero e non vero. Quando faccio un film ho sempre in mente il racconto e la struttura cinematografica, strumenti necessari per rafforzare la realtà. Non voglio solo documentare, ma raccontare quella realtà creando qualcos’altro, raccontare un luogo attraverso dei personaggi. La struttura del racconto è fondamentale per me, una struttura che costruisco nel tempo, a partire dalla realtà e dagli stati d’animo. La cinepresa cambia inevitabilmente la realtà che racconti, trasforma chi osserva e chi è osservato. Io non sparisco, chi mi sta davanti dice o fa delle cose che senza la macchina da presa non farebbe. Si crea qualcosa di diverso. Non c’èmessa in scena perché io non dico nulla, ma emerge comunque un punto di vista. I miei personaggi si dimenticano della cinepresa, ma quel momento è diventato qualcos’altro.

L’incognita della realtà Non farei mai film finzione perché mi annoierei troppo. Dopo aver scritto una storia dovrei poi metterla in scena, e questo processo non mi appassiona perché conoscerei già tutto. La realtà invece non la conosco, ogni giorno scopro qualcosa di diverso.

Testo raccolto da Alessandra De Luca