I 40 ANNI DEL PUNK IN 7 TITOLI AL TORINO FILM FESTIVAL

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Dove nasce il fenomeno punk? Se lo intendiamo dal punto di vista della ribellione musicale, dell’imbarbarimento del rock nel nome dell’autenticità sulla scena, della rabbia condivisa tra palco e pubblico, allora dovremmo dire Stati Uniti. O più precisamente: New York, tra quei giovani artisti arrabbiati che si esibivano al CBGB (Patty Smith, Iggy Pop, New York Dolls, Devo ecc. sino ovviamente ai Ramones) a partire dai ’70 di mezzo. Se lo intendiamo dal punto di vista estetico, esploso sulla strada e poi rimbalzato sui media, allora dobbiamo invece passare per Londra, dove un manager musicale, Malcolm McLaren assieme alla moglie stilista Vivienne Westwood, cominciarono a lavorare sulle suggestioni che avevano raccolto in America.

Così l’assurdo e furbo McLaren si inventò i Sex Pistols, band raffazzonata ma molto molto diretta e il 26 novembre 1976 pubblicò il loro primo disco, Anarchy in the UK. Fu una mazzata collettiva, un’esplosione nucleare che deflagrò sulla scena musicale e nella vita sociale: vestiti, atteggiamenti provocatori, rabbia sociale (Margaret Thatcher sarebbe arrivata di lì a poco) e musica (rock’n’roll grezzo per  lo più) sparata a tutto decibel, niente fu più come prima. Vennero i Clash, The Jam, Siouxsie and the Banshees e tantissimi altri (degenerando progressivamente nel pop). Durò poco ma fu esaltante e soprattutto seminale per quel che venne dopo.

Il Torino Film Festival celebra allora il quarantennale della nascita del punk (si fa per dire) con una breve antologia di sette (magnifici) film, da cui mancano (anche perché visti l’anno prima) le opere di Julian Temple, quello tra l’altro che sullo schermo aveva lanciato il tutto con La grande truffa del rock’n’roll. La rassegna si chiama I DID IT MY WAY –  ESSERE PUNK. I titoli sono The Blank Generation (Usa, 1976) di Ivan Kral che registra sporco e vero le esibizioni al CBGB. Jubilee (G.B., 1978) dove il grande Derek Jarman racconta l’esplosione sulle strade di Londra della rabbia giovanile contro il giubileo dei 25 anni di regno della Regina Elisabetta. Rock’n’roll High School (Usa, 1979) di Alan Arkush, praticamente l’anello di congiunzione tra la commedia musicale demenziale-scolastica e il movimento punk. The Decline of Western Civilization (USA, 1981) in cui Penelope Spheeris rivela, praticamente la prima, l’esistenza di una fervida subcultura punk-rock a Los Angeles e dintorni (dai Gems ai Circle Jerks, per citarne solo due dei gruppi). Suburbia (USA, 1981) ancora della Spheeris, un fiction movie su una ragazza che scappa di casa e si rifugia in una comunità punk, sbandata ma molto vivace.The Return of Living Dead (Usa, 1985) quasi una geniale provocazione della curatrice Emanuela Martini che inserisce questo divertente e trascinante horror firmato da Dan O’Bannon (altrove sceneggiatore) in cui sotto sotto si simpatizza per gli zombie, in un’atmosfera che, effettivamente, più punk non si può. Infine, Sid and Nancy (G.B., 1986) quasi una fiammeggiante pietra tombale su quel che è stato il movimento, con l’autore Alex Cox che rivive con personale passione emotiva (crediamo) la love storia disperata e appassionata di Sid Vicious e Nancy Spungen, interpretata da due attori destinati alla gloria, Gary Oldman e Chloe Webb.