ROMAFF10: ”HITCHCOCK/TRUFFAUT”, TUTTO L’AMORE PER IL CINEMA

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Lo storico incontro tra Alfred Hitchcock e Francois Truffaut diventa un documentario in Hitchcock/Truffaut, diretto da Kent Jones e presentato nella sezione Omaggi della Festa del Cinema di Roma

Hitchcock/Truffaut Ph. Philippe Halsman CourtesyIl loro incontro durò una settimana e, ora su ora, giorno dopo giorno, analizzarono, sviscerarono, discussero di cinema. Senza tregua, senza sosta. Pure durante i pranzi e le cene, con il registratore che macinava nastro e, ogni tanto, si interrompeva, quando la discussione prendeva il largo, andando un po’ troppo oltre i confini infiniti del cinema. Era il 1962 e, quattro anni più tardi, uscì, scritto da Francois Truffaut, Il Cinema secondo Hitchcock. Ora, quel famoso incontro tra i due grandi registi, divenuto uno dei libri di cinema più letti e studiati, è raccontato capillarmente anche in un documentario, diretto da Kent Jones e intitolato Hitchcock/Truffaut. Presentato nella sezione Omaggi della Festa del Cinema di Roma, il docufilm, narrato da Bob Balaban (per la versione inglese) e da Mathiew Amalric (versione francese), si apre con dei bellissimi titoli di testa, che alternano le tracce del libro alle famigerate sequenze cinematografiche dei due autori. Perché nel doc, oltre venir ritratto quel duetto per mezzo delle fotografie scattate da Philippe Halsman, c’è una vera e propria lezione su cosa Hitchcock e Truffaut abbiano rappresentato, in un contesto di cinema all’epoca distante anni luce, eppure fondamentale per entrambi le vedute. Infatti, quell’incontro, segnò per loro una sorta di liberazione reciproca. Si capirono meglio, migliorarono entrambi, sezionarono reciprocamente le loro peculiarità e i loro occhi.

Kent Jones
Kent Jones

Si sorride ad ascoltare la registrazione originale, con gli stop dati da Hitchcock e i play spinti da Truffatut; vengono i brividi quando compaiono nel documentario, montante sapientemente da Rachel Reichman, opere come Jules e Jim, Vertigo, I 400 colpi o La finestra sul cortile. E poi, congeniali al contesto e, naturalmente, ad effetto, le presenze di Martin Scorsese, di David Fincher, di Wes Anderson, di Olivier Assayas e, ancora, di Peter Bogdanovich e Paul Schrader. Enormi registi che ”discutono della discussione di cinema” che ha fuso insieme due correnti cinematografiche ancora oggi inimitabili, irraggiungibili, rivoluzionarie. Minuto dopo minuto, narrato in modo sincopato e veloce, con Kent Jones che non fa mai far calare l’approccio ricercato ed elegante, vengono fuori tutti gli elementi preponderanti della poetica dei registi: c’è il tempo narrativo abbreviato e riassunto di Hitchcock, ma anche i feticci, le ossessioni, le fantasie e le inquadrature del regista inglese; dall’altra parte, con Francois Truffaut, che prima di quella conversazione aveva girato solo tre film, viene fuori la sua esplorazione delicata ed intima della vita, che passa attraverso l’adolescenza e la maturazione obbligata. Hitchcock/Truffaut, dunque, con il suo fiume di parole e il tormento per la Settima Arte, non solo è un omaggio di quel faccia a faccia, ma anche testo visibile e fruibile dedicato al cinema stesso, con l’intenzione di scriverne una melodia memorabile, facendosi immagini e parole.

Damiano Panattoni