Torino Film Festival: Italia, De Palma… e gatti. Tutte le chicche in programma

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Un sogno chiamato Florida

Italia, De Palma…e gatti. Potremo sintetizzare così le punte “di diamante” di un programma come sempre ricchissimo e coinvolgente, una kermesse di 9 giorni di cinema sotto la Mole. Non parleremo qui di tagli e aggiustamenti logistico-politici, basti a confermare la ricchezza quantitativa (e qualitativa visto che lo staff pilotato da Emanuela Martini è rimasto pressoché invariato) la semplice pubblicazione dei numeri.

In questa edizione del Torino Film Festival si vedranno 134 lungometraggi, 10 mediometraggi, 25 corti. Tra questi: 40 opere prime, 36 anteprime mondiali, 21 internazionali, 4 europee, 59 italiane. Il tutto su 4000 film complessivamente visionati. Partenza il 24 con Ricomincio da me di Richard Loncraine commedia ottimista dedicata agli ….antenni con Imelda Staunton e Timothy Spall, approdo il 2 dicembre con The Florida Project di Sean Baker, delizioso ritratto di una bambina che vive in una pittoresca comunità ai margini di Disneyworld, con un fantastico Willem Dafoe.

Nella sezione competitiva, TORINO 35, 15 opere prime (seconde o al massimo terze) tra cui due titoli italiani (dicevamo che quest’anno la partecipazione azzurra è intensa ed agguerrita): Blue Kids di Andrea Tagliaferri e Lorello e Brunello di Jacopo Quadri. Nel resto spicca un appetitoso The Death of Stalin dello scozzese Armando Iannucci (già celeberrimo sceneggiatore di Veep), con Steve Buscemi, da una graphic novel grottesca, protagonisti Kruscev, Molotov e Beria!

In FESTA MOBILE, tantissimi lavori made in Italy. Dalla commedia acida di Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini a quella action di Smetto quando voglio ad honorem di Sidney Sibilia; da Tito e gli alieni di Paola Randi con Valerio Mastandrea a Balon di Pasquale Scimeca, ai documentari di Elisabetta Sgarbi (L’altrove più vicino), Bruno Bigoni (My War Is not Over) e Davide Ferrario (Cento anni); di questi, interessantissimi, ne tratteremo più diffusamente a parte.

Proseguendo: Un beau soleil interieur di Claire Denis con l’accoppiata tutta star Binoche-Depardieu, il duro Wind River di Taylor Sheridan, il fanta-sociologico What Happened to Monday di Tommy Wirkola con Noomi Rapace che si fa in sette; l’atteso Darkest Hour di Joe Wright con Gary Oldman che interpreta Churchill. Per gli amanti della musica tre ritratti di icone pop: Faithfull (di Sandrine Bonnaire), Grace Jones: Bloodlight and Bami (di Sophie Fiennes), My Life Story, sul cantante dei Madness (del travolgente Julian Temple). Inoltrandosi nei territori dell’arte, colta e pop, ecco Final Portrait di Stanley Tucci su Alberto Giacometti; The Man Who Invented Christmas, su Dickens, di Bharat Nalluri; Professor Marston e The Wonder Woman, sul creatore della super eroina, di Angela Robinson; Mary Shelley, sulla creatrice di Frankenstein di Haifaa Al-Mansour.

Notando una sezione apposita, AMERIKANA sull’altra faccia degli Stati Uniti, quella più aspra e disperata, coordinata da Asia Argento (protagonista anche di una performance e ne parleremo a parte), nella sezione AFTER HOURS ecco gli horror movie che han sempre dato quel tocco speciale al TFF. Qui saranno proposti, tra gli altri, due zombie movie (Les affames e The Cured), due ghost stories (The Lodgers e The Crescent), due pulp da video giochi (Game of Death e Sequence Break), senza dimenticare l’appuntamento, fortunatamente ormai annuale, con il visionario cinema di Sion Sono che in Tokyo Vampire Hotel mette in scena la guerra di due clan di vampiri in una metropoli nipponica degradata. Non è tutto; dentro la sezione spiccano anche altri due titoli made in Italy: Riccardo va all’inferno, rilettura punk-psichedelica del Riccardo III di Shakespeare, pensata e diretta da Roberta Torre e Favola di Sebastiano Mauri, versione cinematografica di una commedia portata in teatro da Filippo Timi.

Dicevamo dei gatti? Ecco finalmente un omaggio agli ineffabili felini, NON DIRE GATTO, con un ciclo di sei film scelti personalmente dalla direttrice del festival Emanuela Martini (che è anche gattofila irriducibile). Sei chicche tra cui naturalmente quel Una strega in paradiso di Richard Quine con Kim Novak che si presta a far da illustrazione anche per tutto il festival.

La retrospettiva in questa edizione è dedicata a uno dei grandi ribelli della New Hollywood, Brian de Palma, di cui vedremo con gusto particolare la personale completa. Ci vorrebbe ancora altro spazio per parlare di altre sezioni che qui colpevolmente trascuriamo, come ONDE, TFF doc, ITALIANA CORTI, ma non possiamo non accomiatarci ricordando almeno i due premiati speciali di quest’anno: il Gran Premio Torino assegnato a Pino Donaggio, autore di tante colonne sonore proprio per De Palma e quello intitolato a Maria Adriana Prolo, tributato   a David Grieco di cui si riproporrà anche il suo Evilenko.

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