VENEZIA 72: IL CONCORSO DI OGGI CON “THE ENDLESS RIVER” E “RABIN, THE LAST DAY”

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Logo Ciak In MostraCIAK IN MOSTRA: IL BELLO DI… THE ENDLESS RIVER E RABIN, THE LAST DAY

DI MASSIMO LASTRUCCI

THE ENDLESS RIVER

The Endless RiverLA COSA BELLA DI The Endless River sono i titoli di testa.  Costruiti sino al ricalco su quelli dei coloratissimi classici hollywoodiani dei ’50, suonano come dichiarazione di intenti, omaggio cinefilo e premessa (nelle speranze degli spettatori). Il resto del film di Oliver Hermanus, il primo sudafricano in concorso alla Mostra, peraltro lo smentisce. Nello stile e nei temi. Un terrificante triplice omicidio con stupro (moglie e due figli) ottenebra la mente di Nicolas Duvauchelle, francese trasferito nella cittadina di Riviersonderend da anni che sbraita e cerca vendetta. Nel paese c’è anche uno che è appena uscito dal carcere dopo 4 anni, sposato con Crystal-Donna Roberts che subisce, piange e fa la camerierina. Qualcuno gli instilla l’idea che questi c’entri…messa così suona come un teso noir afrikaans. In realtà a Hermanus (scoperto a Cannes nel 2011 con Beauty) interessa inseguire le atmosfere e le incognite del rapporto che si stabilisce tra francese e donna, trascurando un po’ ritmi, logiche e richieste del genere. Esclusivamente per cinefili antropologi ed esploratori.

RABIN, THE LAST DAY

Rabin, the Last DayLA COSA BELLA DI Rabin, the Last Day è il rigore. Con Amos Gitai torna il cinema che accoppia la Storia con la denuncia politica. Il 4 novembre 1995, il primo ministro israeliano Yitzhac Rabin viene assassinato al termine di una manifestazione di sostegno dal colono, estremista di destra e religioso, Ygal Amir. «Fu una congiura? » si domanda in questa ricostruzione il prolifico e generoso regista. E poi: «Dove è cresciuta erbaccia come questa? ». Tra emozionanti repertori d’archivio e parti fiction in autore stile inchiesta, Rabin è un veemente cazzotto a chi ha fomentato e bloccato Israele in un clima di costante paura e odio. Non fa sconti, indaga e mostra gli “autogol” di una destra fanaticamente nazionalista, reazionaria e cattiva (da non perdere lo show di una psicologa – è fiction ma è tutto vero – che dipinge la personalità del leader laburista come quella di uno schizofrenico deficiente, che ha perso ogni contatto con la realtà). Potente, emozionante, che i nostri stanchi occhi europei avrebbero forse preferito con qualche alleggerimento (due ore e mezza tutte martellanti e intense sono tante). Probabilmente però è l’indigestione di film che comincia a farsi sentire.

Massimo Lastrucci

Guarda la gallery del red carpet di Rabin!

Ph. di Piermarco Menini