La fine del mondo (The World’s End, Edgar Wright, 2013)
Edgar Wright vive nel quartiere londinese di Islington. Non lontano, a Stroud Green Road, a pochi passi da Finsbury Park, c’è un pub che si chiama World’s End. Anche a pochi passi da casa mia, a dire il vero, infatti non è impossibile trovarmi qui a discorrere di filosofia teoretica con alcuni docenti della University of London. Come dite? Non sono credibile? Va bene, non divaghiamo.
Comunque, Edgar Wright qualche settimana fa è passato da queste parti e lo ha documentato su Instagram, nei giorni in cui stava facendo un giro dei pub chiusi.
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In La fine del mondo, invece, i pub sono aperti. Quelli del Miglio Dorato, per l’esattezza, dodici da visitare in una sera nel paesino di Newton Haven. Una sfida fallita da ragazzo per l’eternamente tale Gary King, che rimette insieme la vecchia, e anche piuttosto ritrosa, banda di gioventù per completare l’impegnativo certame da una dozzina di pinta. Ma le difficoltà questa volta non saranno legate alle capacità della vescica o dello stomaco.
Wright, con i sodali Simon Pegg e Nick Frost, continua il suo racconto dell’Inghilterra distopica e mai cresciuta nell’ultimo film della Trilogia del Cornetto. Cast eccezionale, con Eddie Marsan, Martin Freeman, Paddy Considine, Rosamund Pike e Pierce Brosnan.
Voto: 12 (pinte)
