Assassinio sul Nilo, Kenneth Branagh tra gelosia, desiderio e sangue

Kenneth Branagh racconta le atmosfere di Assassinio sul Nilo, che interpreta e dirige proseguendo nella costruzione del suo Agatha Christie Cinematic Verse

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«In Assassinio sul Nilo si narra l’attrazione di un’ereditiera dell’alta società per un uomo legato a un’altra donna altrettanto bella, che però lui ha rifiutato per sposare lei», Kenneth Branagh, regista e protagonista di Assassinio sul Nilo, sintetizza così il letale triangolo sentimentale che coinvolge gli sposini Simon Doyle e Linnet Ridgeway Doyle (Arnie Hammer e Gal Gadot) e l’ex-fidanzata di lui e amica di lei Jacqueline de Bellefort (Emma Mackey), che non pare proprio aver preso sportivamente la rottura del fidanzamento.

«La bramosia sessuale nel romanzo originale di Agatha Christie è molto potente – continua Branagh – e i protagonisti si mostrano senza freni nei loro tentativi di soddisfarla. Questa brama è pericolosa, addirittura omicida in quello che è il romanzo più destabilizzante della scrittrice dove, sotto la patina di raffinatezza, sensualità, glamour e romanticismo, c’è un equilibrio instabile, tanto pericoloso quanto dirompente, c’è un matrimonio in un ambiente esotico in compagnia di persone che dicono di essere amiche, con la seduzione, il tradimento, il triangolo amoroso, il glamour, la tensione sessuale. Credo che la qualità di questo film consista nella capacità dello sceneggiatore Michael Green di trasporre nel copione queste caratteristiche, dando un approccio più contemporaneo e giovane alla storia. Rappresenta il potere corrosivo della lussuria in una ambientazione lussuosa».

Assassinio sul Nilo

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Branagh come regista cinematografico si è dimostrato da tempo capace di passare senza sforzo dal teatro shakespeariano agli adattamenti live action di cartoon Disney, dalle vicende asgardiane di Thor fino, appunto, ai gialli di Agatha Christie, dove porta orgogliosamente i baffi a manubrio dell’ispettore Hercule Poirot, da lui amato, come ha detto a Ciak, «per la sua rigorosa posizione morale, per lui c’è il giusto e lo sbagliato e niente in mezzo». Se in Assassinio sull’Orient Express il motore del racconto era la vendetta, questa volta, come da lui spiegato, lo spunto narrativo è fornito dall’amore e dalla gelosia, ma al centro della narrazione c’è sempre un delitto.

Che Branagh tornasse a incarnare Poirot, proseguendo nell’edificazione del Christieverse, il suo personale universo cinematografico dedicato ai romanzi di Agatha Christie, era del resto inevitabile dopo che Assassinio sull’Orient Express, sua precedente incursione nel mondo della scrittrice, aveva incassato nel 2017 ben 352,8 milioni di dollari, a fronte di un budget di 55 milioni. Con simili risultati non è stato difficile per l’autore ottenere la luce verde per le riprese dove assemblare un nuovo cast all-star, con la libertà di concedersi piccole, ma significative, variazioni rispetto a Poirot sul Nilo, il romanzo del 1937 da cui è tratto il film.

«Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare il pensiero del pubblico – conferma Branagh – così è tornato Bouc, interpretato da Tom Bateman, che è ormai diventato il braccio destro di Poirot, ed è arrivata Euphemia / Annette Bening. Euphemia non è presente nel romanzo, ma si basa sugli altri personaggi materni del racconto, è lucida, acuta e piuttosto scettica sulla natura umana: sembra che lei stessa abbia subito diverse ferite in amore». Per rafforzare il concetto che Assassinio sul Nilo vada visto su grande schermo poi, il film è stato anche girato in 65 millimetri, garantendo al pubblico un impatto visivo spettacolare. Come dice Branagh: «L’evasione e l’immedesimazione sono totali, il film è un’esperienza meravigliosamente coinvolgente, illusoria e densa. La profondità del dettaglio, la possibilità di replicare l’esperienza dell’occhio umano è qui al suo meglio ed è un’opportunità davvero unica (soprattutto pensando a ciò che tutti abbiamo vissuto di recente) poter ora condividere queste emozioni in sala. Il cinema non è mai stato così attraente, il cinema non è mai stato così vitale, mai più elettrizzante di quanto potrebbe essere ora, uscendo dal lockdown per catapultarci in storie come Assassinio sul Nilo».

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