Barbie vietato in Libano e Kuwait

Il film è accusato di promuovere l’omosessualità

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Margot Robbie, Barbie

Mentre Barbie potrebbe – finalmente – uscire in Arabia Saudita, il successo mondiale della Worner Bros. affronta un destino diverso in altri Paesi del Medio Oriente. Il Kuwait ha dichiarato mercoledì di voler proseguire con il divieto di distribuzione del film a causa del modo con cui questo promuoverebbe l’omosessualità e anche il Libano, nonostante le sue posizioni più moderate, lo segue ed è pronto a vietare il film.

Barbie avrebbe dovuto originariamente debuttare in Medio Oriente il 19 luglio, due giorni che nel resto del mondo, ma la sua data di uscita in alcuni mercati dell’area, tra cui quello dell’Arabia Saudita, è slittata alla fine di agosto. Dopo che la censura locale aveva suggerito alcune modifiche, presumibilmente relative alla narrazione e ai dialoghi relativi alla questione LGBTQ, il film potrebbe uscire forse il 31 agosto.

Barbie in Libano

Mercoledì però il ministro della cultura libanese Mohammad Mortada ha affermato che il film della Warner Bros. è accusato di “promuovere l’omosessualità e il cambiamento di genere” e di “contraddire i valori della fede e della moralità” diminuendo l’importanza dell’unità familiare.

Il film va contro i valori morali e religiosi in Libano, in quanto incoraggia la perversione e la cambiamento di genere mentre afferma il rifiuto del patriarcato e ridicolizza il ruolo delle madri”, ha detto Mortada.

Il Libano ha una lunga storia di tolleranza religiosa e sessuale per essere una regione notoriamente conservatrice. Ed è stato il primo Paese arabo a organizzare la settimana del gay pride, nel 2017. Ma a causa del periodo di caos economico e politico che sta affrontando il Paese, questa posizione potrebbe ora cambiare.

Sulla base della mossa di Mortada, il ministro dell’Interno Bassam Mawlawi ha chiesto a sua volta al comitato di censura della sicurezza generale, che rientra nel ministero dell’interno ed è tradizionalmente responsabile delle decisioni sulla censura, di rivedere il film e dare la sua raccomandazione“, ha riferito l’agenzia di stampa Reuters.

Mawlawi, che è sostenuto dal gruppo armato sciita Hezbollah, e lo stesso capo degli Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, hanno entrambi recentemente parlato di questioni LGBT sostenendo che l’omosessualità rappresenta un “pericolo imminente” per il Libano e dovrebbe essere “affrontata“.

Barbie in Kuwait

Il caso del Kuwait è forse meno sorprendente, essendo stato a lungo tra i Paesi più severi in merito alle questioni di censura sul cinema. Rapporti locali affermano che il presidente del comitato di censura cinematografica Lafi Al-Subaie ha accusato Barbie di “portare idee che incoraggiano comportamenti inaccettabili e distorcono i valori della società“.