Beata te, tutto sul film dell’Annunciazione a Serena Rossi

Si parla di maternità e libera scelta nella commedia uscita a Natale 2022 e stasera in tv

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Beata te

Il film è tratto da un’opera teatrale di Luisa Merloni per Psicopompoteatro, intitolata Farsi fuori”, che nasce dalla domanda se “siamo la prima generazione che sceglie davvero se essere madre o no“? Una scelta che l’autrice ha affrontato partendo da una situazione paradossale e immaginando cosa accadrebbe se una donna di oggi, moderna ed emancipata, magari proprio un’artista contemporanea, si trovasse di fronte all’arcangelo Gabriele venuto per farle l’Annunciazione.

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Così la scheda tecnica dello spettacolo:

In una società che vede forse per la prima volta una generazione di donne ritardare sempre più la scelta di diventare madri, la maternità, come scelta, come dovere, torna ad essere tema discusso e controverso nonchè un nodo nevralgico dove si scontrano spesso visioni differenti sulla vita, la religione, la spiritualità. Il testo parte da questo humus e lo sviluppa in una chiave comica, dove la comicità, che spesso si nutre di contrasti, illumina il conflitto senza volerlo risolvere. Femminismo è una parola che sta tornando alla ribalta del dibattito pubblico. Sempre, irriducibilmente scomoda. Eppure è nel solco del pensiero femminista che troviamo queste parole: margine, eccentrico, nomade. Parole che richiamano un fuori, un luogo vicino ma altro, radicalmente altro, sempre in trasformazione, un luogo che non esiste, se non siamo noi a farlo esistere. Farsi fuori, dunque, per non essere fatte fuori, anche. È un’operazione difficile, ad alto rischio, che può essere continuamente scambiata con “farsi da parte”. Si tratta di ripartire sempre da una scomodità, da questo fuori impossibile, non per fare di questa posizione un dogma o un ghetto, appunto, ma proponendola come prospettiva privilegiata di complessità, dove possono coesistere anche in tensione tra loro, i diversi punti di vista critici sulle problematiche di genere.

Fabio Balsamo Beata te

L’opinione (breve recensione)

L’apertura con l’interpretazione della Don’t Stop Me Now dei Queen da parte di Serena Rossi (non la miglior versione possibile, in verità, non ce ne voglia la bravissima artista, ma è evidente la necessità narrativa) è un buon inizio, soprattutto per la soggettiva di volo che anticipa l’incontro tra i due personaggi principali della storia, una “splendida quarantenne” in cerca di rilancio con una versione personale dell’Amleto e la proposta alternativa alla fecondazione eterologa offerta dall’arcangelo con l’accento latinoamericano che ogni anno porta lo spirito santo a donne sole – o “single” – sotto forma di un bambino, normale ovviamente, non la “limited edition” dell’anno Zero.

Questa la premessa di una storia che riesce ad andare oltre, superando i limiti del contesto ‘televisivo’ e che – anche per l’immobilismo sociale che ci circonda – si conferma in grado di resistere al passare del tempo. Grazie alla fortunata accoppiata protagonista e a una salva di battute portate con grazia e i tempi giusti (nelle quali si alternano ex sessantottine, dipendenza da cellulari, incredibili pagine di wikiHow, ansie da consenso informato e frecciatine varie) che ne fanno una commedia decisamente molto più dolce che amara che sarebbe un peccato perdersi.

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Curiosità

Volevamo evitare una figura che fosse ‘al di sopra’ di Marta” spiega Fabio Balsamo presentando il suo angelo, che, accanto alla donna, diventa “l’ombra che serve per far risaltare la luce del suo mondo interiore“. E che, “pur avendo dei tratti non terreni doveva risultare credibile per il [nostro] mondo“, “da qui il link con il linguaggio argentino“, visto che il messaggero celeste “parla come il Papa” come se “lassù ci fosse un’azienda con degli impiegati e settori di responsabilità“.

L’attore ha raccontato di aver ascoltato i discorsi del Papa anche mentre cucinava, “con le cuffiette, cercando di condizionarmi” e di fare propria “la cantilena di questa parlata rassicurante dai toni caldi e rassicuranti”.

Beatrice Arnera (Dove osano le cicogne) ha aiutato Balsamo a prepararsi in tal senso, impegnandosi come sua coach grazie all’esperienza fatta in passato per il film Tini – La nuova vita di Violetta (Tini: El gran cambio de Violetta) del 2016, diretto da Juan Pablo Buscarini e legato alla serie tv Violetta.

Dal canto suo, Serena Rossi ha ammesso divertita di essere un po’ maniaca del controllo, come Marta, regista abituata ad avere il controllo di tutto.

Beata te

Tiziano Ferro

Da “Rosso relativo” in poi, nel film sono diverse le citazioni del cantante (comprese “Perdono“, “Sere Nere” e “Non me lo so spiegare“). Che su style.corriere.it la Rossi ha raccontato di conoscere dal 2020, dai tempi di Almeno tu nell’universo a Sanremo: “Su Instagram gli ho detto che era stato pazzesco. Parlando ci sembrava di conoscerci davvero senza esserci mai visti, e da lì è iniziata una corrispondenza molto carina“.

Quanto alle riprese del film, iniziate alla fine di giugno del 2022 e continuate per diverse settimane dell’estate di quell’anno, si sono svolte principalmente nella Capitale, di conseguenza le location riconoscibili sono tutte di Roma.

Le opere pittoriche sono di Paolo Assenza, Romina Bassu, Liana Fischer, Arianna Matta, Romina Morra, Giulia Speranza e Marzia Spinetti.

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Paola Randi ha dichiarato:

“Quando, in principio, Lisa Nur Sultan mi ha parlato di “Beata te”, già l’idea l’ho trovata folgorante. Una donna che compie quarant’anni e vede, in pratica, materializzarsi davanti agli occhi il famigerato orologio biologico, nei panni dell’Arcangelo Gabriele, è già di per sé geniale.
Una volta letto il copione, scritto da Lisa Nur e Carlotta Corradi e tratto dallo spettacolo teatrale di Luisa Merloni, l’entusiasmo era alle stelle. Una favola archetipica fatta di personaggi così autentici che chiunque ci si può identificare, e che parla, con grazia, ironia e tanto divertimento, del diritto delle donne di scegliere se avere o meno un figlio, al di là delle pressioni sociali a cui tutte siamo sottoposte.
Impossibile resistere, impossibile non farsi coinvolgere da un progetto come questo: la commedia italiana di grande tradizione che trova un sapore contemporaneo internazionale e metropolitano, a tratti graffiante, ma caldo e coinvolgente. Grandi temi raccontati con leggerezza e profondità al contempo. Il tutto nella cornice di una sfavillante Roma. Mi restava solo da onorare la storia e trasformarla in immagini e cuore.
Questo film che mi ha dato per altro l’opportunità di lavorare con una squadra di donne
eccezionali come Lisa Nur, Carlotta e Olivia Musini che lo produce, ed è stata per me anche occasione di collaborare per la prima volta con Sky con cui mi sono trovata a meraviglia.
Una storia come questa mi ha dato l’opportunità di proporre una quantità di idee di regia e di linguaggio sulle quali c’è stato, da parte di tutti, grande entusiasmo e partecipazione. Un vero lavoro di squadra anche per quanto riguarda il “dream team” di professionisti che abbiamo coinvolto e lo splendido cast capitanato da un’attrice meravigliosa, una vera fuoriclasse: Serena Rossi, accompagnata da uno strepitoso Fabio Balsamo dei panni dell’Arcangelo, circondati da un gran numero di attrici e attori fantastici. È stata un po’ una magica mistura di fattori che hanno reso questo set uno dei più armonici e felici che ricordi e credo che traspaia e si rifletta sul film e lo carichi di cuore e divertimento. Perché come ci insegnano le maestre e i maestri, la commedia rende liberi…e felici”.

Paola Randi Beata te