La CMA riapre i battenti per una stagione che si prospetta «più caotica, grottesca e tragicomica che mai». Ce lo assicurano i protagonisti di Call My Agent 2 – Italia che dal 22 marzo tornano in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW con due nuovi episodi a settimana.
Abbiamo imparato a conoscerli e ad amarli (la prima stagione ha vinto il SuperCiak d’oro Serie tv 2023) per la loro capacità di affrontare le emergenze all’ordine del giorno nell’immaginaria agenzia di spettacolo, la CMA, e sbrigliare gli scandali sempre dietro l’angolo. Ma adesso per gli agenti più invidiati del cinema italiano l’adrenalina è davvero alle stelle.
L’azienda è sotto attacco: dopo il gigantesco flop di critica di Bastianazzo, opera prima che doveva essere in grado di lanciare nel firmamento del cinema italiano la stella degli eccentrici Cugini Pigna, ai soci della CMA non è più consentito sbagliare. Ma non c’è tempo per autocommiserarsi, Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi sono in agenzia per cominciare i preparativi per un nuovo lungometraggio “a scatola chiusa”: il casting director Francesco Vedovati, regista del misterioso film, vuole infatti che scoprano la sceneggiatura di giorno in giorno, senza leggere nulla prima delle riprese. Forse però, almeno i loro agenti avrebbero dovuto dare un’occhiata al copione prima della firma del contratto…
Ed è quando sembra che non possa andare peggio di così che arriva Gabriele Muccino con un nuovo progetto per l’agenzia che implicherà un licenziamento e un drastico cambio di registro per la CMA. Intanto Gian Marco Tognazzi è su tutte le furie, incastrato com’è in un ruolo un po’ troppo “ingombrante”. E a proposito di attori rimasti incastrati, Corrado Guzzanti è ancora ostaggio di Luana Pericoli (Emanuela Fanelli) e del suo documentario biopic…
Di cosa aspettarci da questa stagione ne abbiamo parlato con Michele Di Mauro, Sara Drago, Maurizio Lastrico, Francesco Russo, Paola Buratto, Pietro De Nova e Kaze.
Call My Agent 2 – Italia, guarda qui l’intervista al cast
Intervista a specchio a Sara Drago e Maurizio Lastrico
Lea è impulsiva, diretta, «un carro armato» nella vita e nel lavoro. Gabriele è dolce, sensibile, a volte anche troppo. Due opposti uniti da un forte amicizia e da un legame di invidiabile complicità. Ciak ha incontrato i due attori che interpretano appunto Lea e Gabriele, Sara Drago e Maurizio Lastrico, che in un’intervista a specchio hanno anticipato emozioni, sensazioni e novità, che riguardano anche il loro rapporto.
Sara, sei di nuovo Lea. Quali emozioni ti hanno riportata sul set?
«Grande gioia e rinnovata gratitudine per la possibilità di rimettere i panni di Lea, un personaggio che ho amato tantissimo, amato anche dal pubblico. Poterci tornare dopo un anno, e quindi con un bagaglio anche professionale maggiore e più consapevolezza, mi ha permesso di approfondire il personaggio».
Cosa ci aspetta?
«Il percorso di Lea si discosta dal personaggio della versione francese. I nostri sceneggiatori (Lisa Nur Sultan, Federico Baccomo, Dario D’Amato, ndr) hanno definito una identità italiana forte e Lea ne è, in un certo senso, una bandiera. Vedremo alcune sue fragilità, si metterà in discussione. Però è pur sempre la crisi di un carro armato (ride, ndr), per cui sarà curioso e divertente vedere come si destreggerà in queste nuove avventure».
Perché questa serie, anche nella versione italiana, piace così tanto?
«Forse è per la verità che mettiamo nella presa in giro di un sistema, quello del mondo dello spettacolo. In questo le star che partecipano al progetto sono state grandiose, tutte. Sveliamo il dietro le quinte, entriamo nelle case dei personaggi noti. Questo crea empatia col pubblico. Al successo contribuiscono sl’affiatamento del gruppo e la bravura di tutti, dal cast artistico al regista fino ai vari reparti, che hanno lavorato per dar vita a qualcosa di reale. Le persone si affezionano e un po’ si rivedono».
Lea è molto legata a Gabriele, interpretato da Maurizio Lastrico. Cosa ti piace e cosa ti fa arrabbiare di loro?
«Lastrico si è confermato un fuoriclasse. Scendere in campo con uno come lui è adrenalina pura. Amo la sua generosità. Di Gabriele, il suo personaggio, adoro l’ingenuità, l’essere quasi un bambino: si spaventa e si mortifica quando le situazioni gli sfuggono dalle mani. Questo però è anche l’aspetto che fa impazzire Lea: se da un lato smuove in lei una certa tenerezza e un senso di protezione quasi materno, dall’altro vorrebbe scuoterlo per riportarlo alla realtà. In questa seconda stagione però ci saranno dei momenti in cui sarà Gabriele a prendersi cura di Lea. Un ribaltamento di ruoli che metterà entrambi in una situazione scomoda».
Negli episodi troveremo Marzia Ubaldi pur sapendo che ci ha lasciati qualche mese fa. Posso chiederti un pensiero, un ricordo di lei?
«Marzia era una persona densa, complessa, bellissima. È stata una fortuna averla incontrata. Dei suoi allievi, al funerale, l’hanno definita “un faro sfacciato nella notte”. Mi voglio appropriare di questa immagine perché credo la rappresenti. Anche nei giorni di maggior stanchezza e fatica, lei c’era, con la sua ironia e anche con la capacità di ribaltare le situazioni».
Aspettiamo con ansia Call My Agent, ma ci sono altri progetti nei quali rivederti presto?
«Non posso anticipare nulla per ciò che riguarda l’audiovisivo. Ma a brevissimo sarò in scena a teatro, e ne sono molto felice. Sarò alla Sala Umberto di Roma, dal 29 febbraio al 10 marzo, con I sei personaggi in cerca di autore di Luigi Pirandello (nel titolo Luigi Pirandello, ndr), per la regia di Michele Sinisi. Ci saranno anche molti ospiti: ogni sera ci sarà una compagnia o un’artista che si esibiranno durante lo spettacolo, in un momento assolutamente inatteso. Sarà una bella festa!».
MAURIZIO LASTRICO
Maurizio, sei di nuovo Gabriele. Quali emozioni ti hanno riportato sul set?
«Sono tornato con una grande forza dovuta alla certezza che nella prima stagione avevamo lavorato bene. Ci sono stati tanti feedback positivi. Siamo arrivati col cuore colmo per questa conferma, ma anche con la paura di crogiolarcisi un po’. Ho dovuto recuperare quell’incognita iniziale che ti fa sempre chiedere se andrà bene o male, quasi dimenticarmi che Gabriele è un personaggio così amato, per conquistare davvero ogni giorno».
Cosa ci aspetta?
«Gabriele si troverà a dover conciliare lavoro e vita privata. È qualcosa che accade a tante persone, spero sia un gancio per arrivare agli spettatori. Chi ama tanto il suo lavoro tradisce la vita personale? O, al contrario, realizza davvero se stesso chi ha trovato una passione che lo assorbe così tanto? Sono domande che mi faccio anche io, come Maurizio. Mi è piaciuto metterle sul piatto del personaggio».
Perché questa serie, anche nella versione italiana, piace così tanto?
«Sicuramente per la presenza di super star che recitano loro stesse. Questo crea un effetto auto-ironico, un gioco fra realtà e finzione. E poi è leggera, comica, ma senza tradire una certa adesione alla realtà. I sentimenti sono autentici. Le emozioni non vengono usate per fare gli spiritosi. Inoltre è tutto molto condensato. In 50 minuti succedono tante cose, si aprono diverse finestre sull’umanità, spiamo dietro le quinte. È il cinema nel cinema. E poi c’è un cast che strizza l’occhio al teatro. Non è sempre sinonimo di bravura, però assicura un’attenzione alla coralità. Ci ha permesso, ad esempio, di raccontare bene l’agenzia».
Gabriele è molto legato a Lea, il personaggio di Sara Drago. Cosa ti piace e cosa ti fa arrabbiare di loro?
«Di Sara amo l’energia dirompente, totalizzante, quasi animalesca. È una persona molto perfezionista. Poiché ha un talento sconfinato, sente quando non è perfettamente a fuoco in una scena. Capita a tutti ogni tanto, è assolutamente normale. A lei però crea una certa sofferenza perché non fa mai il compitino. Io la capisco però vorrei dirle di godersi di più le cose. Della sua Lea, Gabriele ammira l’efficienza, la bravura. E odia la sua spietatezza: per un contratto lei passa sopra a tutto e tutti. Per Lea c’è prima il lavoro e poi l’amore. In questa seconda stagione però verranno messe a dura prova queste loro classifiche».
Negli episodi vedremo Marzia Ubaldi, pur sapendo che ci ha lasciati qualche mese fa. Posso chiederti un pensiero, un ricordo di lei?
«La sua presenza è stata un grande regalo per la serie e per noi attori. Ci ha dimostrato davvero cosa vuol dire amare questo mestiere fino all’ultimo. E poi lo vedete negli episodi: è bellissimo quando una persona, che potrebbe benissimo fare questo lavoro con la mano sinistra, si sbatte così tanto, si mette completamente in gioco. Si arrabbiava quando le cose non venivano, non con vezzo da attrice ma con moto artistico».
In Mameli sei Garibaldi. Come è stato vestire i suoi panni? Dove ti rivedremo?
«È stato forte. Sono stato chiamato dai due registi, Luca Lucini e Ago Panini, con i quali avevo già lavorato, e questo mi ha fatto molto piacere. Serviva, a detta loro, un Garibaldi umano, capace anche di far emergere la parte concreta, forse un po’ folle di questo personaggio noto. Mi sono trovato benissimo. Adesso uscirà LOL 4, Don Matteo. Sto partecipando alla serie Prima di noi e poi ci sarà un bel progetto: un nuovo riadattamento di una serie straniera. Inoltre prosegue il mio spettacolo in teatro, Lasciate ogni menata voi che entrate».
Di Michela Offredi