Noi di Ciak gli abbiamo dedicato la copertina del numero in edicola, non a caso, visto quanto Captain America: Brave New World fosse atteso e non solo dai fan della Marvel e del suo MCU. Il ritorno di uno degli eroi più amati dagli appassionati di fumetti e cinecomic, stavolta con le fattezze di Anthony Mackie, diretto da Julios Onah, prelude al prossimo Avengers: Doomsday (nel quale rivedremo Chris Evans) e – intanto – ci regala l’esordio di Harrison Ford tra i supereroi. C’è anche lui, infatti, nel ricco cast completato da Danny Ramirez, Shira Haas, Carl Lumbly, Xosha Roquemore, Jóhannes Haukur Jóhannesson, Giancarlo Esposito e Tim Blake Nelson.
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IL FATTO
Gli Stati Uniti hanno eletto un nuovo presidente: il generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross (Harrison Ford), noto per i suoi passati scontri con i supereroi e per gli Accordi di Sokovia. Nel frattempo Sam Wilson (Anthony Mackie) è diventato Captain America dopo gli eventi narrati nella miniserie The Falcon and the Winter Soldier (2021) ed è impegnato in Messico dove, insieme a Joaquin Torres (Danny Ramirez), che ha ereditato il costume di Falcon, salva un gruppo di ostaggi e recupera un cilindro di prezioso adamantium. Sembra l’inizio di una nuova collaborazione tra il neopresidente eletto e Captain America, ma qualcosa va storto: prima un attentato alla Casa Bianca e poi un incidente internazionale col Giappone potrebbero scatenare una guerra di proporzioni inimmaginabili. A meno di non scoprire chi sta operando nell’ombra e svelare l’intrigo che rischia di segnare il destino dell’intero pianeta.
L’OPINIONE
Al regista e attore nigeriano naturalizzato statunitense Julios Onah (The Cloverfield Paradox; Luce) è affidato il non facile compito di gestire la rivoluzione di personaggi e interpreti in questo quinto film della Fase Cinque del Marvel Cinematic Universe. Se il nuovo Captain America era annunciato fin dal finale di Avengers: Endgame (2019), il debutto di Harrison Ford come interprete del generale Ross (interpretato da William Hurt a partire da L’incredibile Hulk, 2008), è dovuto alla prematura scomparsa di Hurt nel 2022. Il rischio era realizzare un film interlocutorio, invece l’alchimia tra Mackie e Ford funziona bene. Gli inevitabili combattimenti dei cine-comic superomistici non occupano spazio eccessivo e, visto che Captain America oltre allo scudo ora è dotato anche di ali, questo permette un duello aereo sul Pacifico degno dell’attacco a Pearl Harbor. Sarebbe bello che il messaggio del film sull’importanza della collaborazione per essere il presidente dell’intera nazione, fosse recepito dai governanti dell’intero pianeta, troppo spesso pronti a trasformarsi in Hulk Rosso per miopi calcoli elettorali.
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Anche se non è indispensabile, si consiglia la visione preventiva della miniserie The Falcon and the Winter Soldier.