C’è ancora domani, 800.000 euro nel primo weekend in Francia

Il film d'esordio di Paola Cortellesi conquista pubblico e critica francesi

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C'è ancora domani Paola Cortellesi

Dopo aver infranto ogni record nel nostro Paese, C’è ancora domani di Paola Cortellesi è il primo film italiano in Francia per numero di presenze da dopo la pandemia. Al primo weekend di uscita, infatti, Il reste encore demain (così il film è s tato distribuito nelle sale francesi da Universal) ha registrato un numero di presenze pari a 118.000 spettatori e un incasso di circa 800.000 euro.

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La vendita in numerosi altri mercati era stata già annunciata durante le Giornate Professionali di cinema di Sorrento, e anche all’estero la risposta del pubblico e della critica sembra sorridere alla nostra regista esordiente.

Alcuni estratti dalle critiche dei giornali francesi:

Invocando il passato, la regista italiana ha creato un film toccante e attuale che risuonerà in ogni donna, indipendentemente dalla generazione – Première

Diretto con vitalità, illuminato da momenti di sfrenata allegria, venato di un’ironia quasi burlesca, C’è ancora domani si colloca sul filo di una tragicommedia che ha il merito di far sentire, in mezzo alle vecchie voci del passato, la speranza di un futuro migliore – Le Monde

Cortellesi osa tutto e colpisce nel segno – L’ Obs

Una toccante storia di emancipazione – Le Journal du Dimanche

Un’impresa cinematografica inaspettata, crudele, divertente, senza compromessi ed essenziale per più di una ragione – Bande à part Un piccolo miracolo – Télé Loisirs 

Una luminosa tragicommedia sul patriarcato Elle

La forza di questo film femminista è che tratta un argomento oscuro in modo molto originale, oscillando tra umorismo, leggerezza e dramma – Le Parisien

Un’opera prima audace, sapiente e piena di guizzi. E soprattutto sconvolgente – Télé 2 Semaines

Questo primo film dell’attrice Paola Cortellesi unisce femminilità e libertà Voici

Paola Cortellesi si muove con grazia e intelligenza tra fantasia, gravità, umorismo, poesia, prendendo in prestito tanto dalle commedie musicali quanto dal neorealismo. La colonna sonora spazia tra varietà, opera, hip-hop… che bella libertà – Sud Ouest